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Ferdinand Gregorovius – Isola d’Elba – Porto Azzurro

Da Paolorossi

Isola d'Elba - Porto Azzurro

Isola d’Elba – Porto Azzurro

Noi riprendemmo il nostro cammino verso Porto Longone, col più bel sole (era di settembre) ed arrivammo a questo piccolo porto all’ora di mezzogiorno. La seconda città dell’Elba giace in una piccola baia, sotto rocce scoscese, sulle quali si eleva maestosamente la fortezza. Sulla spiaggia vi sono un paio di strade, sulle quali passano le onde, giungendo sin presso alle case. Qui regna una gran quiete ed un grande abbandono; alcuni bastimenti si cullano dolcemente sull’acqua; marinai e pescatori riparano delle barche capovolte e cantano una canzone monotona. Dappertutto vasi di fiori dinanzi alle finestre e sui balconi; più in là le piccole case si perdono addirittura tra i giardini rigogliosi, come le case dell’isola di Procida. Il suolo intorno a Porto Longone è più meridionale che intorno a Portoferraio. Colà l’aloè cresce in una magnificenza ed in una abbondanza che mi fecero stupire, poichè un intero viale di piante d’aloè, da ambo i lati della via carrozzabile, conduce per un’altura al porto di Longone. I loro cespugli di fiori, che somigliano a grandi candelabri, erano in piena fioritura.
Io non aveva mai veduto prima, nemmeno nelle parti più meridionali della Corsica, tante aloè insieme; uno spettacolo simile lo vidi soltanto in Sicilia, ove una fila di queste piante, ordinate a caso dalla natura, conduceva al tempio di Segesta. Qui crescono anche le palme.
La fortezza di Longone a cui si giunge inerpicandosi per un piccolo sentiero, è costruita sopra un altipiano di una immensa roccia e, colle sue mura e le sue torri merlate, appare molto antica. Essa fu eretta dagli spagnoli, sotto Filippo IV e V.
E’ un fatto straordinario e curioso che questa piccola Elba sia stata divisa nello stesso tempo sotto tre diversi dominî; dappoi, mentre l’isola apparteneva al Principe di Piombino, questi cedette nel 1537 Portoferraio a Cosimo; il Re delle Due Sicilie per contro possedeva Porto Longone.
Poscia, nell’anno 1736, tutta l’Elba, compreso Piombino, cadde sotto il regno di Napoli, e passò quindi nel 1801 al Regno d’Etruria, sino a che venne aggregata alla Francia nel 1805.
Gli Spagnoli rimasero molto tempo a Porto Longone, e ve n’è quindi rimasto il ricordo di essi ed anche oggi vi si adopera nell’apostrofe il «Don».
La fortezza è certo resistente, poichè la sua situazione la rende inaccessibile. Essa racchiude la città propriamente detta, un quadro deserto di distruzione e di abbandono.
Una gran parte delle opere furono fatte saltare nel 1815 per ordine di Napoleone. La fortezza ha dovuto sostenere diversi attacchi, quando i Francesi combattevano anche qui gli Spagnoli, ai tempi di Luigi XIV. Un ufficiale della guarnigione toscana, presso la famiglia della quale passammo una bella ospitale giornata, ci fece vedere ciò che vi era di notevole. Egli era direttore della compagnia di pena, dalla quale egli ha raccolto i ravveduti in una scuola militare. Nel forte trovammo un piccolo gruppo di veterani toscani, dei quali alcuni conoscevano la Germania dai tempi napoleonici e vantavano tanto la bellezza delle sue regioni, come la nettezza delle sue case. Tutto ciò che il nostro ospite ci mostrò, dalla disposizione ed organizzazione interna della sua compagnia, alla sua amministrazione, e al suo codice penale, tutto era un vero modello di indirizzo militare; tutto aveva la sua regola ed ogni oggetto il suo posto assegnato, persino il ferro dei piedi ed il nerbo fatale.

Isola d'Elba - Panorama

Isola d’Elba – Panorama

Anche a Longone, Napoleone aveva un così detto palazzo, una casa non imponente, in cui egli scendeva tutte le volte che veniva a cavallo dalla sua capitale. La prossimità di questa fortezza gli si adattava in modo speciale. Egli soleva mangiare all’aperto, come racconta Valery nella sua descrizione dell’Elba, sotto il monte, seduto sopra un sedile scavato nella roccia (chiamato canapé) ove aveva piantato in semicerchio dei gelsi. Di là osservava con un cannocchiale i bastimenti che passavano, e le coste d’Italia.
Di fronte al golfo di Longone è situato il forte Fucardo, con un faro per i bastimenti che entrano in porto. Intorno son rive pittoresche e dalla parte di terra i monti più scoscesi, che in qualche roccia ricordano Capri, senza avere certamente quel calore meridionale nel tono dei colori. In questi luoghi romantici e deserti, prossimo alla strada che conduce alle miniere di Rio, è situato l’eremitaggio di Monserrato, fondato dagli Spagnoli.

( Ferdinand Gregorovius – Passeggiate per l’Italia – Vol. III )

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