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Festival di Roma 2013: la recensione di "Her" di Spike Jonze

Creato il 11 novembre 2013 da Luca Ottocento

È ancora possibile, con più di cento anni di storia del cinema alle spalle, raccontare una storia d’amore intensa, originale e che, da una diversa prospettiva, riesca a commuovere raccontandoci qualcosa di profondo sulla vita e sulla natura dei rapporti interpersonali? Se si pensa a opere come Ubriaco d’amore (2002) di Paul Thomas Anderson, Se mi lasci ti cancello (2004) di Michel Gondry e Beginners (2010) di Mike Mills, il cinema nordamericano indipendente dell’ultima decade sembra non lasciare dubbi a riguardo ed Her di Spike Jonze, presentato con grande successo ieri al Festival di Roma, va inserito di diritto in quel ristretto gruppo di piccole e potenti storie d’amore cinematografiche recenti, anticonvenzionali e inventive capaci di arrivare con forza al cuore e ai sentimenti di chi guarda.
A quattro anni di distanza dall’ottimo Nel paese delle creature selvagge (2009) e dopo aver raccontato una commovente love story tra due robot in un bellissimo cortometraggio da lui scritto e diretto (I’m Here, 2010), il quarantaquattrenne cineasta statunitense in questo suo ultimo lavoro mette in scena con sensibilità e intensità davvero notevoli il bizzarro e profondo rapporto amoroso che si instaura, in un futuro non molto lontano, tra un uomo solitario e tormentato che si guadagna da vivere scrivendo lettere per conto terzi (Joaquin Phoenix) e un innovativo sistema operativo dotato di un’intelligenza artificiale assai complessa e raffinata (la cui voce, suadente e particolarmente espressiva, è quella di una Scarlett Johansson che, nonostante non appaia fisicamente sullo schermo neppure per un istante, fornisce una interpretazione eccezionale).
Spike Jonze alla sua prima prova da sceneggiatore unico – dopo i copioni di Essere John Malkovich (1999) e Il ladro di orchidee (2002), entrambi firmati da Charlie Kaufman, aveva fatto le prove generali scrivendo a quattro mani con Dave Eggars Nel paese delle creature selvagge – dimostra di essere un abile screenwriter, oltre che un regista dotato di un indubbio talento visivo. Fondendo alquanto felicemente i toni del dramma e della commedia, Her ha la capacità di coinvolgere ed emozionare a fondo dal primo all’ultimo minuto, facendo riflettere sulle molteplici difficoltà insite nelle relazioni umane e sul rapporto di ognuno di noi con il mondo che ci circonda. Se la regia affascina per eleganza, misuratezza e funzionalità alle esigenze narrative, in chiusura è impossibile non accennare anche alla straordinaria prova di Joaquin Phoenix, che si conferma ancora una volta uno dei più talentuosi attori del panorama cinematografico mondiale. La data di uscita italiana del film non è ancora nota (il 18 dicembre uscirà negli Stati Uniti in limited release, così da poter partecipare agli Oscar, per poi passare dal 10 gennaio a una distribuzione più ampia), ma vi consiglio fin d’ora di non perderlo quando arriverà nelle nostre sale.

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