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Fiaba natalizio-linguistica

Creato il 04 gennaio 2011 da Stukhtra

Dedicata all’amica Luisa Altieri Biagi

di Giorgio Mainini

Quando Roma conquistò la Grecia, nel II secolo a.C., la cultura dei vinti conquistò i vincitori. Graecia capta ferum victorem cepit, scrisse Orazio: la Grecia conquistata conquistò il feroce vincitore. In quegli anni, per i ricchi Romani era molto elegante comperare schiavi greci, che insegnassero la loro cultura ai loro rampolli.

Fu così che giunsero a Roma Epì e Phàneia, che ebbero la fortuna di entrare nella casa dello stesso patrizio. Si sposarono ed ebbero due figlie, chiamate, in omaggio alla nuova e vecchia patria dei genitori, Epifània ed Epiphàneia. Cresciute, le due ragazze ebbero destini diversi.

Epiphàneia, che tutti chiamavano, chissà perché, Epiphanìa, sposò un membro della casta senatoria e andò ad abitare in una lussuosa villa al Tuscolo, dove visse amata e rispettata fino alla fine dei suoi giorni: di lei non si sa altro.

Epifània sposò un onesto e benestante mercante all’ingrosso di carni e si accasò al Velabro, non lontano dal Foro Boario. Si sa di lei che era molto popolare, per il suo carattere estroverso e un po’ pazzerellone e per la sua abitudine di ricordare le ricorrenze dei vicini, compleanni, onomastici, anniversari di nozze, nascite, matrimoni e altro, con regali che fabbricava con le sue stesse mani. I suoi regali erano sempre molto attesi, tanto che quelle poche volte che non arrivavano suscitavano, più che delusione, sorpresa e preoccupazione: “Che Epifània sia malata?”.

Anche per Epifània, come per tutti, giunse il momento di lasciare questo mondo. Fu pianta e lasciò un gran vuoto, specialmente nei bambini, che non ricevevano più i suoi doni. Allora prima le donne del Velabro e poi anche quelle degli altri quartieri popolari si assunsero un nuovo compito: sostituire Epifània. Scelsero una ben precisa data, mezza luna dopo la festa del Sol Invictus, come giorno dei bambini. L’abitudine continuò nel tempo. E si sa che un nome o una parola, quando entra nel linguaggio comune, cambia pian piano forma. Così accadde anche per Epifània, che diventò, via via, Pifània, Bifània, Befània e infine Befana.

E’ commovente pensare che ancora oggi, 2.000 anni dopo, il 6 gennaio le due sorelle si incontrano: Epiphanìa e Befana.


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