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Fiaba per grandi, e realtà

Creato il 27 novembre 2015 da Annalife @Annalisa
RosaBrod

Introvabile

Di questo libro ricordo l’animazione sospesa della lettura seduta scomodamente nel corridoio di un sito istituzionale, del tutto immersa nella storia e dimentica del resto, nell’attesa di essere convocata, chiamata o che so io. E, in precedenza, ricordo la sorpresa di un libro scovato per caso in una libreria sistemata in un hangar, enorme, due piani, corridoi strettissimi ché altrimenti i libri non ci stavano tutti, pile e pile di volumi, volumi nuovi, nuovissimi e vecchissimi cacciati nei loro scaffali. Ma come?, mi dicevo, Piumini scrive anche per grandi? Sì, Piumini scrive anche per grandi, e per neonati, e per bambini e per elementari e medie e vecchi; scrive racconti, romanzi, filastrocche, poesiole, poemetti, classici, ballate e così via, in un profluvio di produzione così ampia e vasta che c’è stato un periodo in cui mi persino ha dato fastidio.
Non “La Rosa di Brod”, che ho iniziato, ai tempi, soltanto con qualche incertezza davanti a uno scrittore che racconta la storia di uno scrittore che racconta una storia inframmezzata alla sua vita. Poi, invece, sono stata catturata dal mistero maligno di questa rosa, dalla delicatezza erudita di uno dei comprimari, dalle ghignatine sbilenche e streghesche di altre due, dalla passione poco misticamente strabordante di un’altra ancora, dalle lettere centellinate dal protagonista durante la scrittura, che costruiscono pause di una vita, una vita vera, al di là del racconto che lo scrittore cerca dentro di sé, e poi scrive, mostrandocelo mentre nasce e cresce.
La scrittura è quella di Piumini, che a qualcuno può non piacere talmente pare ricca e ricercata, a volte: parole inanellate esattamente come vuole lui, non usuali, talvolta con guizzi inventivi che non noti soltanto perché non capisci che cosa sta succedendo e sei impegnata a capire, collegare, fare ipotesi (soprattutto se sei stata così fortunata da non leggere recensioni o descrizioni che rivelano vigliaccamente almeno qualche particolare che sarebbe bello, che è stato bello scoprire soltanto al momento giusto).
Perché ogni volta che superi un capitolo, o una lettera, o l’ultimo capitolo, o l’ultima lettera, ti accorgi che devi aggiustare la prospettiva, e la visione e il significato di quello che stai leggendo. Fino ad accorgerti soltanto a libro chiuso che niente di ciò che hai letto è esistito, se non nella mente dell’autore, e nella tua.
Perché, fino a un minuto prima, eri convinta che almeno una parte della storia fosse la realtà vera e viva.



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