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Fiat e Marchionne, uscire da Confindustria per potere licenziare senza difficoltà

Creato il 05 ottobre 2011 da Lupoantonio
Fiat e Marchionne, uscire da Confindustria per potere licenziare senza difficoltà

Sergio Marchionne e Emma Marcegaglia

Da gennaio 2012 Fiat non farà più parte di Confindustria. La notizia fa un certo scalpore, dato che la più importante organizzazione imprenditoriale del Paese perde l’Azienda più grande d’Italia, con oltre 63.000 dipendenti utilizzati presso 44 diversi centri produttivi. Ma in realtà desta tra i lavoratori e tra i sindacati anche non poca preoccupazione.
Per quale motivo, dunque, Fiat ha scelto di liberarsi da Confindustria? Le cause alla base di questa scelta sono quella di voler ottenere maggiore flessibilità nella gestione dei rapporti aziendali ed anche di avere maggiore potere decisionale in merito ai licenziamenti.
L’amministratore delegato Sergio Marchionne, nel

comunicare la decisione dell’azienda, non ha utilizzato giri di parole: la possibilità di operare dei tagli al personale anche senza giusta causa è una delle priorità che ha spinto Fiat ad abbandonare Confindustria.

In passato, diversi licenziamenti di massa presso alcuni stabilimenti Fiat destarono non poche polemiche, ed anche una forte mobilitazione da parte dei sindacati. La paura di Fiat, dunque, sembra essere proprio questa: nel caso in cui l’azienda dovesse averne necessità, potrà licenziare senza difficoltà i lavoratori ritenuti in esubero.
Di fatto, dunque, questa manovra da parte di Fiat vede calare notevolmente la sicurezza del posto di lavoro per i dipendenti dell’azienda, ed implica anche un’altra preoccupazione non da poco: e se Fiat volesse gradualmente trasferirsi fuori dall’Italia, come hanno già fatto altre importanti realtà?

Il rischio, in effetti, è concreto, e nell’era della delocalizzazione non ci sarebbe certo da stupirsi. Marchionne ha assicurato un nuovo piano di produzione, rigorosamente in Italia, legato ad un progetto per la produzione di un modello di suv con marchio Jeep, che dovrebbe attivarsi nel 2013; davanti all’uscita di Fiat da Confindustria, in realtà, ciò sembra davvero poca cosa.
L’impressione è che, come spesso avviene, il potere economico delle grandi aziende si rivela molto più forte dei sindacati e della politica. A proposito, in questa vicenda di grande e reale interesse nazionale, che fine hanno fatto i nostri politici?

Written by Riccardo G.

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