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Fiat Pomigliano, i 19 operai: “Siamo richiamati, non riassunti”

Creato il 27 novembre 2012 da Cassintegrati @cassintegrati

Fiat Pomigliano, i 19 operai: “Siamo richiamati, non riassunti”

Fiat Pomigliano, i 19 operai: “Siamo richiamati, non riassunti”

Hanno firmato pochi minuti fa per l’assunzione, i 19 operai Fiom della Fiat di Pomigliano quelli reintegrati grazie alla sentenza del Tribunale di Roma un mese fa. La convocazione era arrivata nella serata di ieri, agli sgoccioli dei 40 giorni previsti dalla sentenza per il reintegro. Intanto rimane la proceduta di mobilità per gli altri 19 già assunti, che lasciano il posto ai nuovi 19, in quella mossa dell’azienda che ha innescato la ‘guerra fra poveri’, e fra sigle sindacali.

Fiat Pomigliano, i 19 operai: “Siamo richiamati, non riassunti”

Assunzione e reintegro sono due cose diverse. E le parole sono importati, come ci spiega uno dei 19 operai, Antonio di Luca. ”Io sono stato assunto nell’89″, e qui sopra potete vedere la lettera di assunzione all’Alfa Romeo. Era novembre anche allora. Per poter essere riassunti in Fabbrica Italia Pomigliano, i 19 questa mattina hanno prima dovuto dimettersi dal vecchio contratto. L’articolo 2.112 del Codice Civile riguarda il mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento d’azienda. “Il lavoratore conserva tutti i diritti che ne derivano“, dice il Codice, e lo dimostrano tutti i passaggi che Antonio ha vissuto dall’89 ad oggi: Alfa Lancia, Fiat Auto, Fiat Group (foto a destra). Ora Fabbrica Italia Pomigliano, ma è tutto diverso, perché la fabbrica è ‘nuova’ e non c’è articolo 2.112 che tenga.

Antonio di Luca: “La mia è una polemica con i media che avallano la truffa dell’aggiramento dell’articolo 2.112 del  Codice Civile con molta naturalezza. Io semmai sono ri-chiamato e non ri-assunto, questo per me non è un valore semantico solamente ma è un valore di legalità”, insiste Antonio.

Fiat Pomigliano, i 19 operai: “Siamo richiamati, non riassunti”
“Tutti possono cascarci. Ma io so che rientro nella mia azienda con lo stesso Direttore, la stessa proprietà, stesso luogo, stesso capannone dove sono entrato nel 1989 con l’Alfa 33 Italia ’90, stesso parcheggio, stesso lavoro. E trovo insopportabile il fatto che mi debba licenziare per essere ri-assunto nel luogo dove ho buttato il sangue e la schiena. Attraverso questa battaglia che apre ai contratti individuali generando gravissime asimmetrie tra un operaio ed una multinazionale, in sfregio alla Costituzione che invece le rimuove”.

di Michele Azzu | @micheleazzu

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