FIFA Global Transfer Market 2012. Qualche numero ed una riflessione sul perché non sono gli stadi il problema

La FIFA ha pubblicato il report  Global Transfer Market 2012, che sintetizza i dati delle operazioni di trasferimento dei giocatori avvenute durante il 2012. Le informazioni provengono dal FIFA Transfer Matching System, che una piattaforma informatica che i club devono obbligatoriamente utilizzare quando realizzano degli scambi al di fuori della propria nazione.

Le operazioni di trasferimento

Nel corso dell'anno il TMS ha registrato 11.552 operazioni di trasferimento, per un valore di 2,5 miliardi di USD.

Rispetto all'anno precedente è rimasto quasi invariato il numero delle operazioni (erano 11.481), mentre il controvalore complessivo delle stesse è diminuto del 10%

[Fonte: FIFA Global Transfer Market 2012 - Highlights ]

Non è cambiata la suddivisione percentuale del tipo di trasferimento: in ambedue gli anni il 70% delle operazioni hanno riguardato giocatori a fine contratto, per il 20% operazioni relative a prestiti (12% nuovi prestiti, 8% rientri da prestiti). mentre gli acquisti veri e propri di giocatori da un'altra squadra sono stati solo il 10%.

[Fonte: FIFA Global Transfer Market 2012 - Highlights ]

Chi compra e chi vende

Il Brasile è la nazione più coinvolta dal mercato dei calciatori, risultando al primo posto della classifica sia per le operazioni in entrata che per quelle in uscita; complessivamente i Club di calcio brasiliani sono stati attori di 1.314 trasferimenti pari al 11% del totale.

L'Inghilterra, che si posiziona al secondo posto della classifica, sia in entrata, sia in uscita, è stato il mercato che ha visto la maggiore crescita nel numero di operazioni in entrata (+11,6%).

La Spagna, invece, è quella che ha fatto registrare l'incremento maggiore delle aoperazioni in uscita (+26,7%) e non a caso appare al quarto posto nell'elenco dei trasferimenti in uscita, mentre non è presente fra le prime dieci acquirenti.

[Fonte: FIFA Global Transfer Market 2012 - Highlights ]

Con 263 operazioni in entrata e 339 in uscita (il 5% del totale), l'Italia è presente negli elenchi delle prime dieci nazioni che hanno alimentato il mercato dei trasferimenti.

La tabella che segue rappresenta invece i movimenti per saldo dei controvalori intermediati: la classifica vede i Club di Brasile e Portogallo come quelli che hanno ricevuto il beneficio maggiore (per un totale di 124 milioni di USD), mentre l'Inghilterra e la Russia sono quelli che hanno investito maggiormente nell'acquisto di giocatori.

Interessante, soprattutto per le limitate dimensioni del mercato, la presenza fra i "venditori netti" dell'Olanda (probabilmente segno della ripresa della tradizione delle giovanili) mentre riteniamo che il peso di Uruguay e Svizzera dipenda anche da fattori extra-calcistici (sull'Uruguay ricordiamo lo scandalo dei trasferimenti che ha coinvolto le squadre argentine, mentre la Svizzera spesso viene usata per "parcheggiare" calciatori extra-comunitari effettivamente destinati ad altre squadre che hanno già superato la soglia massima consentita).

[Fonte: FIFA Global Transfer Market 2012 - Highlights ]

La politica salariale

L'Italia mantiene invece il primato (dato non necessariamente positivo) degli stipendi ai calciatori che vengono ingaggiati, con l'Inghilterra di poco al secondo posto.

Secondo le evidenze FIFA, infatti, la media degli stipendi fissi riconosciuti dalle squadre italiane è di USD 720.000. Ma l'Italia è anche la prima nella mediana degli stipendi con USD 296.000 con un distacco decisamente più elevato dalle altre, segno che gli stipendi sono generalmente più alti a tutti i livelli.

Modello Germania? Forse sarebbe più corretto dire "non-modello" Italia …

Esiste una grossa differenza fra l'Italia e la Germania. Quest'ultima ha offerto stipendi medi di 390.000 USD (pari al 54% dei nostri) e la mediana è di 90.000 USD (il 30% dei nostri). Su quest'ultimo dato, in realtà, anche il confronto con l'Inghilterra è impietoso.

Forse, prima di parlare del modello Germania esclusivamente per sponsorizzare la costruzione di nuovi stadi, sarebbe importante che la Lega Calcio invitasse le squadre a verificare se le strategie di calciomercato non debbano essere riviste.

Acquistare giocatori più mirati, con stipendi fissi iniziali più bassi (se vanno in Germania ed Inghilterra non si vede perché la Serie A non dovrebbe essere attraente) consentirebbe nell'arco di un paio di anni un cambiamento della struttura dei costi fissi delle squadre italiane, in assenza del quale difficilmente si potrà recuperare competitività e capacità di investimento. 

Fino a quando le squadre maggiori continueranno a sottostimare l'importanza del settore giovanile e preferiranno acquistare (in Italia o all'estero) giocatori già fatti, fatalmente si troveranno a dover pagare i costi impliciti di "svezzamento" di tali giocatori. Forse è meno rischioso in termini di rendimento assoluto, di certo è più oneroso.

Peraltro l'Udinese, forse una delle poche non allineate in questa politica, ha dimostrato anche recentemente che si può fare scouting seriamente (investendo), ottenendo comunque risultati sportivi di tutto rispetto e finanziando parzialmente la propria attività (inclusa la ristrutturazione dello stadio) con un calciomercato intelligente.