Magazine Cinema

Figure retoriche

Creato il 15 marzo 2012 da Ilibri

Le figure retoriche sono artifici che servono a connotare il linguaggio, a renderlo più vario ed efficace.

Sono centinaia… A volte le adoperiamo nella comunicazione quotidiana senza nemmeno saperlo. La loro classificazione ha da sempre creato difficoltà agli studiosi.

Semplicisticamente, e per quel che qui interessa (ovvero capire cosa sono, quando si usano e vederne qualche esempio), potremmo distinguerle in tre gruppi:

Figure di suono o fonetiche, che sfruttano il parallelismo dei suoni;

Figure di costruzione o sintattiche, che attengono alla disposizione della parole;

Figure di significato o semantiche, che comportano un cambiamento nel significato delle parole.

Esempi di figure fonetiche:

Allitterazione: E’ la ripetizione di uno stesso suono (vocale o gruppo di vocali, consonante o gruppo di consonanti) all’inizio o nel corpo di più parole a distanza ravvicinata. Di me medesimo meco mi vergogno ( F. Petrarca)

Assonanza: Si ha quando tra due o più parole, a partire dalla vocale accentata, sono uguali le vocali e diverse le consonanti. Lata, casa, rapa.

Consonanza: A partire dalla vocale accentata, sono uguali le consonanti e diverse le vocali. Pettine, battere.

Onomatopea: È la riproduzione di suoni naturali tramite il ricorso a dei termini (reali o inventati) che acusticamente rimandano a tali suoni. Din don dan.

Paronomasia: È l’accostamento di due o più parole di suono simile, ma di significato diverso. Chi non risica non rosica.

 

Esempi di figure di costruzione o sintattiche:

Anafora: È la ripetizione di una parola o di un gruppo di parole, all’inizio di due o più frasi successive. Piove sulle tamerici salmastre ed arse, piove sui mirti divini (G. D’Annunzio). Speculare all’anafora è l’epifora, in cui abbiamo la ripetizione di una o più parole alla fine di due o più versi, enunciati o periodi successivi.

Anadiplosi: Si ha quando un verso o una frase riprende con l’ultima parola del verso o della frase precedente

Chiasmo: È una disposizione sintattica di quattro elementi in cui l’ordine delle parole nel secondo gruppo è invertito rispetto al primo. Bisogna mangiare per vivere, non vivere per mangiare.

Climax: E’ un tipo di enumerazione in cui i termini sono disposti in ordine di intensità espressiva, che può essere decrescente(climax discendente) o crescente (climax ascendente). Desidero, voglio, pretendo.

Endiadi: È una coppia di parole o espressioni, delle quali una indica una cosa o qualità, mentre l’altra serve a specificare o precisare la prima. Camminai nella strada e nel fango (camminai nella strada fangosa).

Ellissi: Emissione di una o più parole desumibili facilmente dal contesto. Via! (per vattene via).

Hysteron proteron: Consiste nel dire prima ciò che accadrà dopo, ossia nell’enunciare una successione di eventi seguendo un ordine cronologico inverso. Moriamur et in media arma ruamus. Eneide, II, 353.

Zeugma: Si ha quando lo stesso termine è riferito a due o più parole, ma si adatterebbe solo a una di esse. Parlar e lacrimar vedrai insieme (Dante). (“Vedrai” si adatta bene solo a “lacrimar”).

 

Esempi di figure di significato o semantiche:

Similitudine: Si tratta di un paragone tra cose, idee o persone, ed è solitamente introdotta dai nessi: come… così…; come… tale…

Metafora: È un paragone tra due realtà idealmente lontane, ma accomunate da un tratto di significato. Accarezzo il velluto della tua pelle.

Analogia: Qui l’accostamento è fulmineo e spesso molto soggettivo. Il carnato del cielo. Ungaretti.

Allegoria: Si serve di immagini e concetti suggestivi, spostando il linguaggio sul piano simbolico. Caso classico è la selva oscura di Dante.

Metonimia: Consiste nella sostituzione di un termine con un altro legato al primo da rapporti logici che possono essere di vario tipo. Bere un bicchiere.

Sineddoche: È la sostituzione che si attua quando vi è una relazione di maggiore o minore estensione fra due termini. Si può ad esempio sostituire la parte con il tutto o il tutto con la parte (lascio il tetto paterno).

Sinestesia: Particolare forma di metafora che associa termini appartenenti a sfere sensoriali diverse. Fredde luci (tatto e vista).

Ossimoro: È l’unione in un medesimo sintagma, a prima vista assurdo, di due parole di significato opposto. Peso leggero.

Litote: Consiste nell’esprimere un concetto negando il suo contrario. Non sei arrivato presto.

Eufemismo: Consiste nel sostituire un’espressione troppo dura con un’altra più gradevole. Una donna poco attraente.

Preterizione: Si parla di preterizione quando si finge di non voler dire ciò che invece viene poi concretamente detto. Per non parlare di Mario, che si è comportato davvero male.

  

 

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog