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“Filippo Tommaso Marinetti” di Giordano Bruno Guerri

Creato il 02 ottobre 2010 da Sulromanzo
“Filippo Tommaso Marinetti” di Giordano Bruno GuerriDi Alessia Mocci
“Filippo Tommaso Marinetti” di Giordano Bruno Guerri. Una biografia futurista.
“…Marinetti e il futurismo hanno dato un grande impulso a tutta la letteratura europea. Il movimento al quale Joyce, Elliot, io stesso ed altri abbiamo dato origine a Londra non sarebbe esistito senza il futurismo.”
Così parlava il grandissimo Ezra Pound (1885-1972) del nostro poeta ed agitatore di menti Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944). L’importanza dell’avanguardia italiana come prima vera avanguardia del novecento ha destabilizzato le ideologie ed il modo di vedere l’arte in tutta Europa e di conseguenza in tutto il mondo occidentale.
Nel 2009 Giordano Bruno Guerri (Monticiano, 1950), scrittore, giornalista e storico, ha pubblicato un libro presso la casa editrice Arnoldo Mondadori Editore, nel quale percorre passo passo la vita di Filippo Tommaso dalla nascita fuori dalla patria sino alla sua morte e fortuna successiva. Il saggio biografico riporta il titolo “Filippo Tommaso Marinetti” ed il sottotitolo esplicativo “Invenzioni, avventure e passioni di un rivoluzionario”, consta di 334 pagine con suddivisione in introduzione, tre macro argomenti (“La miccia”, “La Bomba”, “Lapilli e Cenere”), quindici capitoli, conclusione, appendice e bibliografia.
L’autore si pone durante tutto il saggio in una posizione di affetto verso Marinetti, parla di lui con diversi nomignoli teneri che gli amici e parenti erano soliti usare come Effetì, che pare sia il suo preferito. Filippo Tommaso Marinetti nasce ad Alessandria d’Egitto. Sin dall’infanzia, grazie anche alle letture consigliate dalla madre (Baudelaire, i classici greci, la filosofia tedesca) e dall’ambiente culturale della città egiziana, ha potuto maturare uno spirito libero portato alla visione del tutto in modo prettamente concettuale che ha trascinato il poeta in un’attitudine provocatoria tesa a rendere qualsiasi argomento, sia pur insignificante, una faccenda vitale, attitudine che porterà alla rottura con il passato e all’affermazione del Futurismo. Vivere in una situazione di bilinguismo ha suscitato in Marinetti una forte passione per “la possibilità” della lingua ed è proprio intorno a questo che si dovrebbe cercare la spiegazione del genio adolescente e del genio adulto.
Per Marinetti quel che contava non era concludere, ma iniziare. La fine soprattutto in arte non esiste, è limitante pensare ad una fine di un’idea, il pensiero stesso di fine innesca confini all’immaginazione ed alla spontaneità. In questa semplice frase si manifesta tutto il percorso didattico ed artistico del rivoluzionario che riuscì a cambiare la letteratura europea ma non ne ebbe alcun riconoscimento, tutt’oggi si continua a catalogare il Futurismo come servo del Fascismo. Guerri, infatti, si intrattiene spesso durante il saggio per spiegare e contestualizzare la visione di Marinetti per la Patria e per Mussolini, il poeta credeva nella patria e nella libertà, il suo interventismo era dovuto all’animo giovane e ribelle che continuamente voleva trasformare e prospettare per sé nuove vie, l’amore per il progresso innescò la miccia che portò alla cenere e ai lapilli.
Imperativo categorico di Effetì era penetrare nella vita con le pulsioni istintive e creative dell’arte. Una vita completamente devota all’arte e al piacere dell’idea. Essendo di famiglia molto ricca Marinetti, chiamato “l’Egyptien” a Parigi, ha potuto sovvenzionare la sua passione e creare una rivista, “Poesia”, che non doveva mirare al guadagno ma alla diffusione. Importante era far conoscere il proprio pensiero di mutamento e di rivoluzione a tutti i costi e soprattutto a coloro che non vedevano di buon occhio il Futurismo, infatti quando si pubblicava un libro futurista più della metà delle copie veniva spedito con dedica a critici, politici, economisti, filosofi, intellettuali, capitalisti che avevano mostrato disinteresse o antipatie per Marinetti ed il suo gruppo di artisti.
E Guerri rinforza le sue tesi futuriste con la proclamazione della provocazione e della sperimentazione come vitale linfa della vita di un uomo che amava il passato ma che si rendeva conto, grazie alla tecnologia, che il Mondo era cambiato e che l’innovazione del settore industriale sarebbe stato il nuovo aspetto portante della vita dell’essere umano.
La biografia rende palese quanto Marinetti sia ancora attuale e letto da poeti che cercano di trarre ispirazione dalla sua ideologia letteraria e dalla sua innata stravaganza. 

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