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Film stasera sulla tv in chiaro: L’ULTIMA DONNA di Marco Ferreri (dom. 6 luglio 2014)

Creato il 06 luglio 2014 da Luigilocatelli

L’ultima donna, Iris, ore 0,57.
la-derniere-femme_407892_7037Passato alla storia del cinema e alle cronache di allora (1977) come il film in cui Gérard Depardieu, inuna scena grandguignolesca, si castra usando un coltello elettrico da cucina. Scena fin troppo esemplare e mateforica che chiude questo L’ultimo donna, a significare e comunicare la definitiva perdita del potere da parte del maschio in un mondo ormai dominato dal femminile. Che è poi, per il regista Marco Fereri, il registrare e intercettare a modo suo quegli umori e quei climi di femminismo arrembante e anche aggressivo parecchio. Ma L’ultima donna, al di là della messaggistica politica e della predica sul suprematismo donnesco a uso delle platee anni Settanta, è alla fin fine un ritorno di Ferreri a se stesso e alle proprie ossessioni castratorie già pienamente dispiegate e delineate nel decennio precedente in L’ape regina. Qui il plot si riduce a un confronto spietato in un interno tra un lui e una lei, anzi tra un uomo e una donna, anzi tra l’uomo e la donna, che per claustrofonia rimanda al capolavoro vero del regista Dillinger è morto. In una periferia residenziale di Parigi l’ingegnere Jean, al momento senza lavoro, vive col figlio dopo che la moglie lo ha lasciato. Conosce una ragazza, Valeria, che lavora in una scuola materna. Incomincia la loro storia, una storia di furioso sesso e possesso, l’eterna guerra dei sessi spostata in un interno-inferno domestico qualsiasi. Finirà come si diceva. Gérard Depardieu è meraviglioso a lasciar trasparire, attraverso quel corpaccione e quella possanza fisica, un’intima fragilità, una debolezza irrimediabile. Lei, la Donna, è Ornella Muti, bella e gelida e feroce nel rinfacciare al Maschio le sue colpe e nel sottometterlo. Un po’ troppo ideologico, a vederlo oggi. Ma il nichilismo di Marco Ferreri c’è tutto, ed espresso al suo massimo storico. Da abbinare all’altro film ferreriano di quegli anni sul decadimento dell’uomo, Ciao maschio.


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