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[Film Zone] Il conte Dracula di Jesùs Franco (1969) #

Creato il 25 novembre 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Film Zone] Il conte Dracula di Jesùs Franco (1969) #Titolo: Il conte Dracula
Paese: Gran Bretagna, Spagna, Germania
Regista: Jesùs Franco
Titolo originale: Count Dracula
Durata: 98 minuti
Anno: 1969
Genere: horror
Attori: Cristopher Lee, Fred Williams, Herbert Lom, Klaus Kinski
 Voto[Film Zone] Il conte Dracula di Jesùs Franco (1969) #

 

Trama: (da Wikipedia) Fine Ottocento. Il giovane avvocato inglese Jonathan Harker è stato incaricato di trattare con l’attempato Conte Dracula l’acquisto a suo nome di una casa. Preparati i documenti, da Londra si reca in Transilvania e viene prelevato da una carrozza per essere condotto al castello dove vive il misterioso Conte. Terrorizzato da una serie di inquietanti sogni e strani avvenimenti, Jonathan fugge dal castello e, dopo essere stato rinvenuto da un pastore, viene ricoverato a Budapest nella clinica per malattie mentali del professor Van Helsing. Lo scienziato, che ha dedicato studi approfonditi alla casistica delle arti magiche, rileva sul suo collo il marchio del vampiro. Alla clinica sopraggiungono la fidanzata di Jonathan, Mina, e l’amica Lucy. Sennonché anche Dracula è giunto a Budapest – la casa da lui acquistata si trova difatti, casualmente, giusto di fronte alla clinica di Van Helsing… 

Recensione: Nonostante le riserve che ho nei confronti del romanzo di Bram Stoker, riconosco che sia ben strutturato, leggibile, convincente. I personaggi (non pochi) prendono la parola attraverso lettere scritte di loro pugno, gli eventi si snodano grazie a esse. Indispettisce il fatto che sembrino scritte tutte dalla stessa mano e questo dà l’idea di qualcosa di artefatto.

Il film di Jesùs (o Jesse) Franco non mi ha convinto. Sarà anche fedele al romanzo, ma è ben lontano dal ricrearne le atmosfere. Non salva la situazione la presenza di Cristopher Lee o di Klaus Kinski (che sembrano quasi sacrificati). Peccato.

Girato sul finire degli anni Sessanta, senza gli odierni effetti speciali, la fantasia del regista e un buon artigianato avrebbero potuto far faville. Le premesse c’erano tutte.

La prima cosa che crea perplessità è il vetturino che accompagna l’avvocato Harker al Castello di Dracula. Avvertiamo subito che il vetturino è in realtà il conte: la cosa nel romanzo è molto più velata, e nemmeno tanto scontata.

Mi sono imposto, allora, di cancellare dalla mente quello che già conoscevo, e cioè le pagine di Bram Stoker. E ho fatto male, perché le scene si avvicendano schematiche e veloci, l’avvocato Harker si trova troppo presto nella clinica del dottor Van Helsing. Non capiamo. Come ci è arrivato? Quando?

Nella clinica appare un malato fuori dall’ordinario, è Renfield, interpretato da un convincente Klaus Kinski che non pronuncia nemmeno una parola. Nelle pagine di Stoker vi è un’evoluzione, una storia che nel film è sintetizzata fino all’eccesso, non ci permette di capire il significato della sua presenza. É legato alle sorti di Dracula, come avessero in comune l’anima o i pensieri, ma la cosa non è espressa con chiarezza, ne percepiamo solo alcune tracce.

L’atmosfera, a tratti soffusa e inquietante, non fa presa. I personaggi si muovono come marionette,  ingessati e privi di storia, di espressione (quella vuota di Kinski non ha un contesto adatto perché sia valorizzata).  Sono appena abbozzati, imbalsamati. É la velocità o la fretta a creare questo effetto. Recitano il ruolo assegnato pronunciando meccanicamente le battute del caso.

L’horror ne risulta smorzato, l’intero film appare ingenuo, privo di intensità e colmo di cliché. Tolti i cliché rimane poco. Persino Cristopher Lee è privo di spessore, il suo personaggio è di cartapesta. Uno dei pochi momenti interessanti è quando si abbandona ai ricordi, prendendo le sembianze di un vecchio che cede alla malinconia, presto riposta in qualche cassetto della memoria.

Nel libro di Stoker è tutto un crescendo che potenzia l’effetto e contribuisce a creare inquietudine dietro l’attesa. Qui l’attesa non c’è, gli eventi ci sono offerti subito, come per timore della nostra impazienza.

Ciò da cui l’horror scaturisce è posto ai margini dei margini, diventa una questione privata tra Harker, Van Helsing e Quincy. Non so se riesco a spiegare il concetto: il pericolo rappresentato da Dracula sembra venire ridimensionato e circoscritto da questo campo d’azione così ristretto. Non vi è il panico o l’orrore a largo raggio che  si  trova nel mostro di Dusseldorf, il film di Lang del 1931. La tensione coinvolge una ristretta cerchia di personaggi e tale che l’orrore non diventa universale.

[Film Zone] Il conte Dracula di Jesùs Franco (1969) #


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