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Filosofia del viaggio. Poetica della geografia

Creato il 06 giugno 2010 da Kindlerya

Un libro imperdibile di Michel Onfray, filosofo francese rivoluzionario, fondatore dell'università popolare di Caen.
Filosofia del viaggio. Poetica della geografia[...] Il viaggiatore riunisce in sé questi tropismi millenari: il gusto per il movimento, la passione per il cambiamento, il forsennato desiderio di mobilità, la viscerale incapacità di inserirsi in una comunione gregaria, la violenta pulsione all'indipendenza, il culto della libertà e la passione per l'improvvisazione delle minime azioni e dei fatti che lo riguardano, ama il proprio capriccio più di quello della società in cui si forma come uno straniero, ha a cuore la propria autonomia, posta nettamente al di sopra del benessere della città in cui abita come attore di un'opera di cui non disconosce affatto la natura farsesca. [...][...] Non scegliamo affatto i luoghi da noi prediletti, ma siamo da loro convocati. [...]
[...] Quando lo possiede, il nomade artista conosce e vede come un visionario, comprende e coglie senza spiegazioni, per impulso naturale. Pratica ciò che, secondo le categorie spinoziane, si potrebbe definire la conoscenza di terzo genere, quella che si nutre di intuizioni e della penetrazione immediata nell'essenza delle cose. [...]
[...] Alla maniera degli uccelli migratori, il cui orologio interno, il metabolismo e il magnetismo decidono dei loro movimenti, viaggiare presuppone mettersi in ascolto di ciò che, in sé, deriva dall'eternità del sistema solare e risiede in noi, nel più profondo delle nostre connessioni atomiche. [...]
Filosofia del viaggio. Poetica della geografia
[citazioni]

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