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Filosofia e culinaria

Creato il 11 settembre 2011 da Patrizia Poli @tartina

Nel seguente brano

Nor did he, like the modern Leibnitz, waste those precious hours which might be employed in the invention of a fricassé, or facili gradu, the analysis of a sensation, in frivolous attempts at reconciling the obstinate oils and waters of ethical discussion.

L’analisi filosofica di una sensazione o l’invenzione di una fricassé hanno lo stesso valore. Tale accostamento comico si esplica attraverso il linguaggio del brano, dove gli inconciliabili filosofici sono definiti con i termini culinari “acqua” e “olio”. In modo analogo nel brano che segue

It is not to be supposed the restaurateur would lose sight of that intuitive discrimination which was wont to characterize, at one and the same time, his essays and his omelettes

Ai saggi filosofici e alle omelettes viene conferita pari dignità grazie anche all’uso del francese che accumuna i due termini. Oltre alla figura del restaurateur, rientra in questo principio di accostamento e riduzione anche tutta la disquisizione del diavolo sui suoi incontri “gastronomici” con i grandi dell’antichità. La classicità è trattata in maniera oltremodo irriverente. Ippocrate puzza tanto da far vomitare il diavolo al solo ricordo del suo sapore. Virgilio ha lo stesso gusto di Teocrito, così come Tito Livio è tale e quale a Polibio. Qui tocchiamo forse il massimo di comicità del racconto, in quanto, a una stessa produzione letteraria – a un sospetto di plagio, come la dipendenza di Virgilio da Teocrito per le sue Egloghe - viene associato uno stesso gusto per il palato del diavolo.

continua…


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