Magazine Calcio

FINANZA - Il grande bluff chiamato Cina

Creato il 23 dicembre 2011 da Calcisulcalcio
FINANZA - Il grande bluff chiamato Cina
Quando pensiamo alla Cina pensiamo ad una delle più grandi potenze economiche degli ultimi 20 anni, alle fabbriche piene zeppe di operai e manovali, alle grandi multinazionali estere stabilitesi in loco per produrre a basso costo, alla popolazione di 1,3 miliardi di abitanti ed è così che la Cina è una delle economie di riferimento degli ultimi anni. La Cina possiede circa 1160 Mld $ di debito pubblico Usa e ha diverse partecipazioni di una certa rilevanza in grandi aziende europee ed americane.
Ma come si è arricchita la Cina? Cosa ha portato, la Cina, ad avere un vero e proprio boom economico in così poco tempo?
Partiamo dal 10 novembre 2001, data che sancisce l'entrata dell'impero celeste nella World Trade Organization, nota al pubblico con la sigla WTO o Organizzazione Mondiale del Commercio. Principale scopo del WTO era quello di abbattere i costi relativi agli scambi, quindi l'abbattimento, o la riduzione delle barriere tariffarie tra paesi aderenti e riguardanti lo scambio di beni materiali, servizi e proprietà intellettuali. Proprio in questo periodo abbiamo il boom cinese.
Molte aziende Americane ed Europee hanno visto un'opportunità nella Cina grazie alla maggior riduzione dei costi di produzione e alla maggior produttività dovuta allo sfruttamento della manovalanza locale. Questa delocalizzazione produttiva, sembrerà paradossale, ma è l'inizio della crisi che ora stiamo vivendo. Perché?
In Usa, città come Detroit o Phoenix, ad alta concentrazione industriale, hanno visto chiudere i loro centri di produzione a discapito della produzione in estremo oriente vista più conveniente e meno dispendiosa dagli imprenditori. L'aumentare della disoccupazione, celata negli anni tra il 2002 e il 2007 dal progressivo incremento dei corsi azionari, ha fatto sì che la classe operaia si trovasse con un nulla in mano.
Poi la crisi dei mutui subprime, dovuta all'innalzamento improvviso dei tassi da parte della Fed e dalla negligenza delle banche nel concedere mutui, ha esasperato la debolezza della classe media che, oppressa dalla disoccupazione, non è riuscita tuttora a riprendersi. Nel frattempo la Cina comprò i circa 1160 Mld di $ di debito USA e rilevò diverse quote di aziende occidentali.
In pratica la Cina si è sviluppata grazie al WTO e all'avidità degli imprenditori occidentali senza sviluppare un vero e proprio Core Business interno.
La Cina non ha multinazionali, non produce beni di qualità, tantomeno ha una classe media ben consolidata. La disparità tra ricchi e poveri è allarmante, circa il 10% della popolazione (130 milioni di persone) vive con meno di 1 dollaro al giorno. Questo fattore è sinonimo di inefficienza e fragilità economica, l'esatto opposto è rappresentato dai paesi scandinavi che vantano di un'ottima distribuzione di ricchezza e di una qualità della vita sicuramente alta. In Cina "pochi hanno tanto e molti hanno niente", finché esiste questa condizione, nessun paese può consolidare la propria economia e il proprio sviluppo.
La Cina non ha ancora affrontato una seria difficoltà in 20 anni ed è più debole di quanto noi pensiamo. Ora l'impero celeste deve affrontare la rivalutazione della moneta locale, lo Yuan, la conseguente diminuzione delle esportazioni e l'abbassamento dei prezzi. Proprio l'abbassamento dei prezzi potrebbe rivelarsi il banco prova della Cina: prima di tutto si avrebbero dei riflessi sul mercato immobiliare (in bolla a detta di molti) e soprattutto sui consumi interni che dovrebbero essere trainati da quella classe media quasi inesistente.
Perché gli imprenditori cinesi investono in Europa e in Usa e non nell'economia locale? Perché lo Yuan non viene quotato sul mercato dei cambi? Perché la Cina chiese "garanzie" sul debito pubblico Usa nel momento del Downgrade da parte di S&P?
Forse il nuovo anno ci darà delle risposte in merito.
di David Pascucci

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :