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FINCHE' MODA NON CI SEPARI: storia dell'abito da sposa

Creato il 28 marzo 2013 da Pescaralovesfashion @PescaraLfashion
 FINCHE' MODA NON CI SEPARI: storia dell'abito da sposa    "Non ammetterò impedimenti al matrimonio di due cuori sinceri. L'amore non è amore se si altera di fronte a degli ostacoli" sonetto 116 di William Shakespeare
FINCHE' MODA NON CI SEPARI: storia dell'abito da sposa
FINCHE' MODA NON CI SEPARI: storia dell'abito da sposa
FINCHE' MODA NON CI SEPARI: storia dell'abito da sposa
Il termine MATRIMONIO deriva dal latino matrimonium
parola che nasce dall'unione di mater, madre, genitrice 
e di munus, compito, dovere.
Il matrimonium era, nel diritto romano, il "compito della madre"
e le nozze erano intese come un legame che rendeva legittimi i figli nati dall'unione. Analogamente la parola patrimonium indicava il "compito del padre" di provvedere al sostentamento della famiglia.

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25 settembre 1954, Audrey Hepburn e Mel Ferrer


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20 gennaio 1961, Jacqueline Bouvier e John Fitzgerald Kennedy


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19 luglio 1966 Mia Farrow e Frank Sinatra


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1 maggio 1967 Priscilla Beaulieu e Elvis Presley


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12 maggio 1971 Bianca Perez Mora-Macias e Mick Jagger


Sin dalla notte dei tempi, l'abito da sposa aveva un'importanza rilevante, ma diversamente da oggi, aveva un significato gravoso in quanto rappresentava simbolicamente il potere economico e l'appartenenza sociale. Nell'antico Egitto e in Grecia, la giovane sposa indossava una veste in lino bianco in diverse lunghezze, adornata da cordoni che cingevano la vita e sulla quale veniva drappeggiato l’himation o la clamide. Sui capelli era solita portare una coroncina di mirto, fiore sacro ad Afrodite, Dea dell’amore. Nell’antica Roma, la sposa, nel giorno delle sue nozze, indossava una tunica bianca o gialla come tributo ad Imeneo, Dio della fertilità e del matrimonio. La tunica era chiusa dal nodo d’Ercole, nodo contro il malocchio e che poteva essere sciolto solo dallo sposo. Nel Trecento, in Inghilterra, le spose vestivano con ricchi abiti, ma portavano in mano rametti di rosmarino, che simboleggia la fedeltà. Nel Medioevo il vestito da sposa era tipicamente rosso, a simboleggiare amore ardente, e cucito con stoffe preziose, come velluti, broccati e damaschi. Un’analisi del costume attraverso i secoli, ci conferma che il primo abito da sposa bianco documentato è della principessa Filippa, figlia di Enrico IV d’Inghilterra, che nel matrimonio con Erik di Danimarca nel 1406, indossò una tunica e un mantello di seta bianca orlati di pelliccia di vaio e d’ermellino. Lo strascico nell’abito nuziale, appare solo nel XVI secolo, col significato di potere e prestigio, in altre parole dalla lunghezza dello “strascico” si poteva desumere l’appartenenza sociale: quanto più lo strascico era lungo e decorato tanto più era sinonimo di ricchezza e di prestigio. 

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Roger van der Weyden, Il Matrimonio, particolare del trittico I sette Sacramenti 1445


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Iacopo di Chimenti da Empoli (Firenze 1551-1640), “Nozze per procura di Maria de’ Medici con Enrico IV re di Francia 1600 Firenze, Galleria degli Uffizi


L'abito bianco divenne una opzione molto popolare fra le spose intorno al 1840, dopo il matrimonio della regina Vittoria con Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha. La regina indossò un abito bianco per l'evento, adornato da alcuni merletti. La tradizione dell'abito bianco è stata tramandata sino ad oggi, anche se va precisato che prima del matrimonio della regina Vittoria, era possibile scegliere per il vestito qualunque colore, ad eccezione del nero (colore dei funerali) e del rosso (associato alle prostitute). Il colore bianco venne introdotto definitivamente nel 1854, anno in cui venne proclamato dalla Chiesa il dogma dell’ Immacolata Concezione; per la sua valenza simbolica non poteva indossarsi per il secondo matrimonio. Tra gli accessori d’obbligo vi erano il velo, i guanti di pizzo, la borsetta e il bouquet di fiori d’arancio, simbolo di castità e fertilità. Attualmente l'abito bianco è inteso semplicemente come la scelta più tradizionale per il matrimonio, e non necessariamente come simbolo di purezza.

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Abito da sposa 1865


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Abito da sposa, 1865, dietro


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Abito da sposa, 1865, dettaglio davanti


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Abito da sposa, 1865, dettaglio manica, dettaglio collo dietro


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Abito da sposa, 1896


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Abito da sposa, 1905


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Abito da sposa 1934, House of Worth


Con il passare del tempo, il vestito nuziale segue la moda, le mode e i modi del periodo cui appartiene.
E' del 1967 quest'originale abito da sposa di Cristobal Balenciaga.
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Audrey Hepburn, per la quale non esiste aggettivo che ne descriva appieno la raffinatezza e la naturale eleganza, è qui ritratta nelle vesti bianche disegnate da Givenchy.
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La leggendaria attrice di Hollywood Marilyn Monroe si è guadagnata un posto nella classifica degli abiti nuziali più eleganti senza ostentare sensualità e sfarzo: per le sue seconde nozze ha scelto un semplice completo marrone con la gonna diritta appena sotto il ginocchio, con collettino bianco e una fila di bottoncini, si potrebbe dire un completo più da ufficio che da sposa. Altrettanto curioso che Marilyn Monroe abbia comprato l’abito in un grande magazzino a soli 250 dollari
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L’abito nuziale del primo matrimonio di ElizabethTaylor è stato disegnato da Helen Rose, costumista della Metro Goldwyn Mayer. Il matrimonio dell’attrice si celebra 6 maggio 1950 e lo sposo è niente meno che Conrad “Nicky” Hilton Jr., figlio maggiore del magnate degli hotel. Come attrice di punta della Metro Goldwyn Mayer, Liz viene supportata nell’intero evento.La casa cinematografica provvede a gestire tutta la cerimonia, dall’abito da sposa, al trucco ed ad ogni dettaglio. Tutto questo in virtù dell’imminente uscita del film “Il padre della sposa”, mandato nelle sale un mese dopo il matrimonio, interpretato da Liz insieme a Spencer Tracy per la regia di Vincente Minnelli. L’abito da sposa di Liz è rimasto alla storia ed è sicuramente il migliore tra gli abiti da sposa indossati dall’attrice, che si è sposata ben otto volte
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L'abito da sposa di Grace Kelly fu indossato dall'attrice nel giorno delle sue nozze con il principe Ranieri III di Monaco il 19 aprile 1956 presso la Cattedrale dell'Immacolata Concezione di Monaco. L'abito è citato come uno dei più eleganti e più ricordati vestiti da sposa di tutti i tempi, ed uno dei più famosi dalla metà del ventesimo secolo. Fu disegnato da Helen Rose della Metro Goldwyn Mayer 
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Diana Spencer indossò, nel giorno del suo matrimonio, un vestito di taffetà di seta color avorio e pizzi antichi, con uno strascico di 7,62 metri, valutato all'epoca per circa 9000 euro. È diventato uno degli abiti più famosi del mondo, ed era considerato uno dei segreti più strettamente custoditi nella storia della moda. L'abito di Lady Diana fu disegnato da David ed Elizabeth Emanuel che lo descrissero come un "abito che deve essere qualcosa che ha intenzione di passare alla storia, ma anche qualcosa che Diana ami", e "adeguatamente drammatico, al fine di fare una buona impressione".  
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L’abito nuziale di Charlene Wittstock è stato disegnato da Giorgio Armani
Dotata di uno stile elegante e sobrio, la moglie di Alberto di Monaco ha scelto lo stilista italiano per realizzare il vestito per la cerimonia religiosa.
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L'articolo 16 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo afferma:
  1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.
  2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
  3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato. »

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 Renzo Camplone



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