Magazine Diario personale

Finché respiri cammina, continua sempre a camminare. Piccolo aiuto per chi si sente bloccato nella vita

Creato il 01 settembre 2014 da Koalalondinese @farego

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Ti vedo. Ti vedo lí seduto al tavolo in cucina mentre sbucci kg su kg di patate per i tuoi affamati nipoti, che sembrano campare solo di quello: patate!

Le mani grandi, segnate dal tempo e da una vita fatta quasi tutta in salita. Mi chiamavi la tua Dottoressa, difatti sei passato a vita nuova poche settimane dopo aver stretto la mano ed essere stata nominata Dottoressa in marketing, pubblicitá e comunicazione d’impresa. Aspettavi solo quello, lo avevi promesso a nonna che ci saresti stato quel giorno, anche in sua rappresentanza.

Non c’eri (fisicamente) quando nel 2010 ho chiuso tutto e me ne sono andata in UK. Ma so che avresti detto, che era una follia ma te lo aspettavi. Io sono sempre stata quello che qui dicono one of a kind: speciale.

Questo mio essere speciale mi ha fatto tanto soffrire. Mi sono sempre sentita diversa da tutto e da tutti. Fuori posto e dal coro. Pecora nera della famiglia, una che vive in un mondo suo, con idee, visioni e opinioni nettamente differenti da quelle comuni.

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Ma é proprio da te che ho ereditato tutta questa “stranezza” e leggerezza. Tu, figlio di 11 fratelli, a neanche 10 anni giá lavoravi e sette anni dopo ecco la cartolina e via al fronte.

Sei stato il primo che mi ha parlato bene dei tedeschi nonostante ti avessero catturato e deportato per due anni, schiavizzandoti in un loro campo di lavoro. Non fare di tutta un’erba un fascio. Il succo del discorso era tutto lí.
Quando raccontavi delle giornate faticose, delle marce sotto la neve, della fame, delle botte, delle risate con i tuoi compagni di “baracca”, di quelli che uscivano e non tornavano piú, del campo di concentramento vicino e quegli esserini un tempo uomini ora scheletri che camminavano fra fango e neve, del pane allungato di nascosto ai deportati, delle bombe, di alcune donne tedesche che ti passavano tozzi di pane secco di nascosto e del cesto di mele miracoloso trovato in quell’automobile abbandonata, proprio quando stavi per morire di fame.

Ma nonno, ti hanno tenuto in prigionia!

Scrollata di spalle, eseguivano solo gli ordini.

Da te ho appreso che la vita puó davvero essere resa piú semplice, che tocca ridere di piú, che tocca volersi bene, perché se stai bene tu allora farai stare bene di riflesso anche gli altri. Che il rancore non conduce a nulla, e il passato é quello che é … andato. E che tocca darsi da fare, buttarsi quando c’é da buttarsi ricordandosi peró di prendersela anche con calma perché di vita ce ne é una sola. Al momento.

Che tocca avere pazienza perché siamo miliardi di persone, quindi miliardi di teste differenti. Che da ognuno puoi imparare qualcosa, e che un piatto di patate risolve sempre tutto ;) 

Le cucinavi da ragazzino perché era il piatto dei poveri e c’era solo quello, poi le hai mangiate durante gli anni di prigionia, e infine l’hai continuate a cucinare per noi nipoti.

Per anni mi sono sentita stupida perché non riuscivo a lavorare per quello che avevo studiato, e pensavo che forse non eri piú cosí orgoglioso di me, della tua dottoressa, ma con il tempo ho fatto come tu mi hai insegnato ed ho iniziato ad amarmi e accettarmi di piú, a lasciare andare il passato, e a tentare strade nuove tu che la vita te la sei fatta camminando piano pure che era una salita infinita. Anche se fatichi nessuno ti vieta di fermarti a godere del panorama, perché se stai scalando una montagna concentrati sul fatto che lassú di sicuro ti aspetta un panorama strabiliante! So che avresti detto cosí.

So che avresti stretto la mia mano nella tua ruvida e calda e mi avresti detto che sei orgoglioso di me, me lo dici spesso nei sogni quando ti vedo che ridi e cammini, incredibile continui ancora a camminare anche lassú. Sempre circondato da verdi infinite distese di verde, scalzo e sempre con quel sorriso scanzonato e nei sogni camminiamo. Tanto. Perché nulla nella vita puó fermarti e metterti davvero in gabbia, se non tu stesso. Perché nella vita é importante camminare, continuare a camminare. I panorami mutano, e prima o poi si attraversano paesaggi unici e bellissimi.

Cammina, inizia a camminare.

Grazie nonno.

Sir koala ringrazia e saluta


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