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Finita l'era dei tronisti, ora le star sono i filosofi

Creato il 21 settembre 2009 da Afrodite
Viviamo in una società permeata dall'apatia, e su questo c'è poco da dire perché è sotto gli occhi di tutti. Al Festivalfilosofia di Modena, dove sono stata nel fine-settimana, ho ascoltato due interpretazioni interessanti di questo fenomeno.
La prima l'ha fornita la professoressa Elena Pulcini, dell'Università di Firenze, che ha parlato sul libro "Vita activa" della filosofa Hannah Arendt. Secondo Arendt, ha spiegato la professoressa Pulcini, la modernità ha rinunciato all'azione a vantaggio del lavoro (pura sopravvivenza) e del fare (l'uomo trasforma il mondo ma è in posizione di dominio sulla natura). L'azione invece implica la relazione con altri uomini e l'armonia con le altre forme di vita e pertanto è imprevedibile e quindi fragile e rischiosa, tanto quanto il lavoro e il fare sono rassicuranti dal momento che ci rinchiudono in uno splendido isolamento. La posta in gioco, ovvero ciò a cui rinunciamo in nome di questa sicurezza, è nientemeno che il mondo e la pluralità che a esso è connessa.
La seconda interpretazione è del filosofo Umberto Galimberti, che al termine della sua lezione sul tema "Erotica" è stato assalito letteralmente dai fans (fa piacere una volta tanto vedere trattato come una star un filosofo invece di un tronista!). Secondo Galimberti la molla della vita è il desiderio e poiché abbiamo ucciso il desiderio abbiamo creato una società apatica. Il desiderio nasce quando c'è una mancanza. L'amore nasce da una mancanza.
Ricordiamocelo, quando siamo assaliti dai sensi di colpa per non aver regalato ai nostri figli il secondo cellulare o il terzo computer!

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