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Fino a 28 anni romano nato e cresciuto a Roma. Negli ultimi 6 anni lavoratore a Londra. Ecco come sono cambiato

Creato il 21 ottobre 2014 da Romafaschifo

Fino a 28 anni romano nato e cresciuto a Roma. Negli ultimi 6 anni lavoratore a Londra. Ecco come sono cambiato

Una highway ciclabile. Basta un po' di vernice e laddove a Roma si ricava lo spazio per la doppia fila, a Londra si ricava un evidente spazio per le bici. Cosa ci vuole?

Fino a 28 anni romano nato e cresciuto a Roma. Negli ultimi 6 anni lavoratore a Londra. Ecco come sono cambiato

Un parco a Bermondsey

Vi racconto la mia esperienza di romano nato e cresciuto a Roma fino ai 28 anni, e poi trasferitosi a Londra dove lavoro da 6 anni.
Nella mia vita romana parcheggiavo in doppia fila, ero un cultore del parcheggio creativo, infilavo i varchi in retromarcia a via del Banco di Santo Spirito e non ho mai preso i mezzi. Ne andavo proprio fiero. Se non avevo la macchina all'Università non ci andavo, piuttosto che prendere un autobus per 20 minuti che mi avrebbe lasciato di fronte alla facoltà.
Ho sempre ritenuto tutto questo la... normalità, ho sempre pensato che Roma richiedesse questo ed anche che fosse il solo modo di viverla.
Poi sono andato a vivere all'estero, stabilendomi a Londra. Molto rapidamente ti accorgi che il paradigma è diverso, che la legalità e la correttezza pervadono il tessuto sociale, che quelli che io consideravo furbi sono visti malissimo, che la collettività viene prima dei singoli. Inizialmente pensi che se tutti sono scemi da stare in fila i tuoi anni di esperienza nell'aggirare gli ostacoli ti rendono ancora più furbo e scaltro, ma ben presto anche il mio modo di vedere e vivere la città è cambiato.
Londra non è la città perfetta, hanno i loro problemi anche grandi, di cui non parlerò qui. Parlerò dei trasporti perché spesso di questo si parla sulla pagina, e perché funzionano, e funzionano bene.
Sul bus si paga tutti il biglietto. Se sali e non hai il biglietto l'autista ti richiama, se non scendi lui spegne il motore, e non va da nessuna parte. O scendi o chiama la polizia. E la gente che ha fretta e deve andare a lavoro ti invita più o meno gentilmente a scendere. Si innesca così un conflitto di interessi positivo tra cittadino e cittadino. Non ti consentono di essere solidale con il furbo di turno, ti fanno capire in maniera elementare e pratica che il furbo danneggia anche e soprattutto te che il furbo non lo fai. E così chi non ha il biglietto diventa un fastidio per chi lo paga, e sono gli utenti stessi a ribellarsi e buttarlo fuori.
Nella metro ci sono tornelli ormai in quasi ogni stazione, in entrata e in uscita. Se all'uscita non hai i soldi sulla Oyster card ti accompagnano allo sportello a pagare. Ci sono sempre almeno un operatore ai tornelli, e negli orari di punta anche 3-4. Non c'è distinzione tra vigilantes, controllori, operatori ecc, tutti gli impiegati di TfL sono lì per il buon funzionamento del servizio. Puoi rivolgerti ad uno chiunque per qualunque problema, e lui ti risponderà o ti porterà dalla persona competente. Ci sono pochissimi questuanti nella metro, quando ci sono se avvisi l'omino sul platform li fa scendere e li accompagna fuori.
In tutto il centro non si entra con auto private a meno di pagare la congestion charge, £11.50 al giorno (circa 15 euro), e non ci sono parcheggi di superficie gratuiti ovviamente. Se vuoi andare con la tua macchina paghi congestion charge e parcheggio privato, per una giornata puoi spendere intorno ai £30, più del taxi. Quindi prendi il taxi, e invece di guidare ti fai le tue telefonate, ti riguardi i documenti prima del meeting di lavoro. O ti fai i cavoli tuoi. È una cosa che puoi fare pure a Roma, ma mai ci avrei pensato prima di mettere il naso fuori dalla città e capire quanto è diversa l'impostazione in qualsiasi altra città.
Io uso i mezzi da 6 anni, sono puntuale, sono sereno, non mi manca la macchina. Da quando finisco di lavorare posso completamente staccare il cervello, ed ho un altro che mi porta a casa con la metro, tutti i giorni, puntuale, sempre. Non sclero per il parcheggio, non litigo al semaforo, non tampono per stanchezza, non guido al telefono. Arrivo a casa già sereno, perché ho staccato da mezzora e lo stress è già sceso, e non aumentato nel traffico.
Pago £121 al mese (quasi 150€! Al mese!) per zona 1 e 2, che è comunque una parte centrale, ma ho autobus notturni frequenti, e se non vuoi prendere un taxi l'alternativa c'è sempre.
A chiunque su questa pagina si scaglia contro Roma fa Schifo, a chi dice "se non vi piace andatevene", a chi ha avuto il coraggio di dire Londra è peggio, dico solo: partite, uscite da Roma, fatevi un mesetto all'estero, provate a vivere senza macchina, riprendetevi il tempo dei trasporti come tempo vostro personale, uscite da quelle macchine, scendete da quegli scooteroni, e vedrete che si vive molto meglio senza. Puoi uscire a bere e qualcun altro guida la metro, il bus o il taxi che ti riporta a casa, guadagni un'ora al giorno di lettura, di telefonate con chi vuoi sentire...
Ora torno a Roma e sono incapace di parcheggiare, non tollero i parcheggiatori, la doppia fila, le furbate, chi salta la coda a Ciampino e si presenta con la valigia il doppio del consentito e continua a dire che con Ryanair non ci viaggia più.  Siamo una caricatura patetica agli occhi del mondo civilizzato, i comportamenti che riteniamo furbi sono storielle ridicole da pub qui. I turisti vengono a Roma per non tornare mai più, e fanno scappare amici e parenti. Purtroppo niente di tutto questo mi è mai stato evidente finché ci vivevo immerso, e ringrazio questo blog che consente a tantissimi di aprire gli occhi senza muoversi dalla poltrona e dai propri affetti come invece ho dovuto fare io.


Claudio C.

Fino a 28 anni romano nato e cresciuto a Roma. Negli ultimi 6 anni lavoratore a Londra. Ecco come sono cambiato

Green Park


Fino a 28 anni romano nato e cresciuto a Roma. Negli ultimi 6 anni lavoratore a Londra. Ecco come sono cambiato

Gli edifici del Central Saint Gilles di Renzo Piano


*Claudio,
tu parli di legalità e correttezza che pervadono il tessuto urbano. Noi parliamo solo di "normalità". Londra è semplicemente una città normale. Coi suoi problemi, ma normale. Dove le cose funzionano in maniera normale. Dove se chiedi conto a qualcuno pagato per fare un lavoro, quello di risponde. Dove la polizia reprime i crimini. Dove se c'è una legge la si rispetta con rigore. Non è "legalità", è "normalità". Sappiamo già benissimo che molti ti risponderanno: "facile fare a meno della macchina coi mezzi di Londra, coi mezzi di Roma è impossibile". Ma la risposta è già in nuce alla tua bella lettera: anche tu ci avresti impiegato non più di 20 minuti per andare all'università coi mezzi pubblici, ma mai e poi mai ti saresti sognato di farlo, mai e poi mai, pur a soli 20 minuti di autobus dalla facoltà avresti rinunziato all'auto. A Roma moltissimi cittadini non possono fare a meno di un mezzo privato perché il trasporto pubblico è molto scadente. Ma altrettanti cittadini potrebbero eccome, eppure non lo fanno. Il problema sono loro. Noi siamo qui a cercare di farglielo capire o, per lo meno, a cercare di farli sentire un po' più inadeguati. A cercare di convincerli che quella che vivono è una enorme anomalia, non la normalità di cui tu stesso quando stavi a Roma avevi sentore e sensazione. Solo a Roma le persone si prendono il "lusso" (un lusso che ci sta impoverendo tutti rendendoci marginali e ridicoli) di comportarsi in determinate maniere, noi insistiamo - pigliandoci insulti, intimidazioni, querele e minacce - a dire che non funziona così.
-RFS

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