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finzione/realtà

Creato il 17 settembre 2010 da Eratostene
A proposito di due film visti al Lumière: Il Cassanova di Federico Fellini (Italia 1976) non mi è piaciuto per nulla, va detto subito. Non so se ciò sia dovuto al suo essere invecchiato troppo in fretta, superato dalla contemporaneità televisiva e pornografica, alla dichiarata e programmatica finzione della scenografia (il mare, la Venezia iniziale), al tono eccessivamente e volutamente grottesco o a qualcos'altro che non so spiegare. La meccanicità del sesso (sottolineata da quella specie di cucù e dalla musica), la gara durante la festa romana (che ricorda molto Roma e il Satyricon), il generale vuoto d'amore dominante che produce disgregazione sociale sono, mi pare, i temi portanti, ripetuti in modo esasperato come in una catena di montaggio: proprio questo è l'aspetto più invecchiato del film (non meno attuale, comunque). Il finale, con Casanova invecchiato (di cui sono inquadrati in primissimo piano gli occhi - ricordo di alcune scene di Kubrik?) che sogna il robot-prostituta è a suo modo profetico, ma non emoziona (mea quidem sententia).
Focaccia blues (Italia 2009) di Nico Cirasola è una piacevole docufiction (con alcune ingenuità e esialranti interviste, arricchito da alcune comparsate: Banfi e Arbore in cucina, Vendola come maschera, Placido come proiezionista): il racconto ex post di come una corporation sia stata sconfitta da una radicata cultura del mangiare bene e sano, legato ai prodotti tipici della propria terra (madre, tanto per citare). Stupenda nella sua semplicità il gesto sprezzante e schifato di togliere i pomodorini dalla focaccia, poi mangiata con diffidenza e disgusto.

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