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Fitzgerald secondo Baz Luhrmann: la rilettura pop di un mito

Creato il 15 maggio 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

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Fitzgerald secondo Baz Luhrmann: la rilettura pop di un mito

Baz Luhrmann rilegge Fitzgerald. Dopo Shakespeare (Romeo+Giulietta), a passare per il filtro visionario del regista australiano è il mitico scrittore statunitense con il suo più celebre romanzo, Il grande Gatsby, già portato sullo schermo ben quattro volte nella storia del cinema. Ma come era facile aspettarsi, per godersi in pieno la nuova fatica dell’autore di Moulin Rouge! e lasciarsi trasportare senza freni dalla sua ipercinetica e colorata rivisitazione dello storico testo di Fitzgerald è bene dimenticarsi in fretta le precedenti versioni cinematografiche. Scordatevi infatti la classicità della rigorosa messa in scena del film del 1974, non pensate nemmeno ad una fedelissima trasposizione del romanzo, levatevi dalla testa la musica jazz come cornice sonora alla narrazione e tenetevi pronti per un viaggio visivo totalizzante e ipnotizzante. The Great Gatsby, che ha aperto in grande stile il Festival di Cannes, con tanto di cast al completo al seguito (Di Caprio, Tobey Maguire, Carey Mulligan, Isla Fisher, Joel Edgerton), è un’opera “à la Luhrmann” in tutto e per tutto. Macchina da presa fluttuante, mastodontiche scenografie “barocche” realizzate con l’ausilio della computer grafica, cura impressionante dei dettagli, inquadrature sovraffollate, ritmo frenetico del montaggio. Ma soprattutto una descrizione dei personaggi focalizzata sull’esplosione dei sentimenti. Perché così come avveniva in Romeo+Giulietta, Moulin Rouge! e Australia è la complicata relazione amorosa tra i due protagonisti il vero cuore del film. L’America proibizionista, in realtà centro focale e fondamentale del romanzo di Fitzgerald, funziona qui solo da cornice alla love story. Senza dubbio la decadenza morale degli States degli anni ’20 traspare dalla rappresentazione del vacuo ed effimero sfarzo delle feste organizzate da Gatsby, e sicuramente quest’ultimo può, anche nel film in questione, assurgersi a emblema di tale decadenza, ma questo aspetto rimane in secondo piano. Il motore trainante dell’opera di Luhrmann è il sentimento, l’amore difficile, quasi impossibile, che coinvolge il miliardario Jay Gatsby e la bella Daisy, sposata però con Tom Buchanan. E’ al conflitto interiore del protagonista, che lo porta prima a scervellarsi per trovare un modo per attirare l’attenzione della sua amata e poi a cercare con ansia di convincerla a lasciare suo marito, che si rivolge principalmente l’occhio indagatore del regista australiano. La sua estetica pop e visivamente frenetica e kitsch è in fondo solo il mezzo originale per scrutare nell’animo umano, nelle sua difficoltà, nella sua celata purezza. Il nuovo The Great Gatsby è una visione fortemente personale ed originale del romanzo della tradizione statunitense. Una rilettura che inverte i piani dei contenuti narrativi. Non ci troviamo infatti di fronte ad una descrizione critica dell’America anni ’20 resa attraverso il racconto della storia di Gatsby, delle sue ossessioni e del suo amore irrealizzato, bensì ad un’intricata love story inserita in tale contesto storico. Un contesto storico tra l’altro rivoluzionato e “modernizzato” da Luhrmann, che così come fece con la Belle Epoque in Moulin Rouge! infonde il ritmo della contemporaneità ad un’epoca lontana decenni e la lascia commentare da una musica completamente estranea ad essa: via quindi quella che fu la nuova musica afroamericana di strada, e cioè il jazz, ed ecco la musica che secondo il regista oggi possiede lo stesso valore sociale, l’hip-hop. Una scelta azzardata ma frutto di una poetica e di un’idea cinema ben precisa in cui anche Leonardo Di Caprio si muove perfettamente a suo agio, regalandoci l’ennesima ottima perfomance. Se il film di Luhrmann si allontana completamente dalle altre versioni cinematografiche del romanzo, Leonardo Di Caprio rappresenta invece un vero segno di continuità. La classe e l’eleganza che caratterizzavano il Gatsby di Robert Redford rimangono la cifra distintiva anche dell’interpretazione di Di Caprio, ormai un attore maturo che con questo film aggiunge un nuovo indimenticabile personaggio alla sua eccezionale carriera.

di Antonio Valerio Spera

Baz Luhrmann and Leonardo DiCaprio - Press conference - The Great Gatsby © FDC / T. Delange
Baz Luhrmann and Leonardo DiCaprio – Press conference – The Great Gatsby © FDC / T. Delange
Film cast - Photocall - The Great Gatsby © FDC / L. Otto-Bruc
Film cast – Photocall – The Great Gatsby © FDC / L. Otto-Bruc
Leonardo DiCaprio - Arrival at the Palais des Festivals - The Great Gatsby © AFP
Leonardo DiCaprio – Arrival at the Palais des Festivals – The Great Gatsby © AFP
Leonardo DiCaprio - Photocall - The Great Gatsby © FDC / L. Otto-Bruc
Leonardo DiCaprio – Photocall – The Great Gatsby © FDC / L. Otto-Bruc
Tobey Maguire - Press conference - The Great Gatsby © FDC / T. Delange
Tobey Maguire – Press conference – The Great Gatsby © FDC / T. Delange
Film cast - Photocall - The Great Gatsby © FDC / L. Otto-Bruc_2
Film cast – Photocall – The Great Gatsby © FDC / L. Otto-Bruc_2
Baz Luhrmann and Leonardo DiCaprio - Photocall - The Great Gatsby © AFP
Baz Luhrmann and Leonardo DiCaprio – Photocall – The Great Gatsby © AFP
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