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Flight-Zero Dark Thiry-Noi siamo infinito

Creato il 18 febbraio 2013 da Siboney2046 @siboney2046

Nonostante il periodo degli esami sia stato molto pesante almeno sono riuscita a concedermi uno dei miei peggiori vizi, quello di andare il cinema! Ho visto tre film nelle ultime settimane e ho deciso di parlarne in un unico post per comodità (mia, ovviamente!). Partiamo con il primo in ordine cronologico, Flight.

flight

 

L’ultima fatica di Robert Zemeckis, padre della celeberrima saga di Ritorno al futuro, ha come protagonista Denzel Washington che interpreta il ruolo di Whip Whitaker, vizioso pilota d’aerei alcolizzato e tossicodipendente che nonostante ciò, o forse proprio grazie a questo, riesce a far atterrare il jet in avaria che pilota con un mirabolante volo al rovescio salvando 96 dei 102 passeggeri. Ovviamente viene subito festeggiato e celebrato come eroe nazionale almeno fino a quando si scopre che mentre era alla guida dell’aereo era completamente ubriaco e fatto e si inizia quindi a sospettare che oltre ad essere il salvatore del disastro ne sia stato anche la causa. Whip, da vero alcolizzato, non ammette di avere un problema ma continua a cercare nell’alcool la sua salvezza che in un certo modo arriverà davvero.

Mi è capitato casualmente di vedere questo film, non lo avevo programmato, l’ho scelto dal cartellone del cinema per esclusione; non mi ispirava molto perché pensavo si trattasse del solito disaster movie di quelli prevedibili e banali ed invece sono rimasta piacevolmente sorpresa: la caduta dell’aereo è solo il pretesto per un’interessante analisi psicologica di un antieroe che avrebbe potuto fare molto nella vita ma che preferisce ‘buttarsi via’ tra tossicodipendenze, sesso ed alcolismo. Non c’è spazio per l’amore nella sua vita se non quello per i superalcolici, a tal punto che neanche il figlio lo vuole più vedere e che persino la sua nuova donna, tossica oltre ogni limite, conosciuta proprio durante la degenza in ospedale in cui era ricoverata in seguito ad un’overdose (una splendida Kelly Reilly), inorridisce per la folle dipendenza di Whip e scappa. L’ho trovato un bel film, con un ottimo cast (mitico anche John Goodman nei panni dello spacciatore di fiducia di Whip), regia intensa, ottime musiche; avrebbe potuto essere un nuovo cult movie, di quelli pulp come pochi sanno fare, ed invece mi è caduto sul finale in cui la morale americana ha fatto precipitare l’ascesa di un eroe negativo in un rivoltante ed inaccettabile buonismo che proprio mi sarei risparmiata se fossi stata in Zemeckis: un finale che persino Esopo si sarebbe rifiutato di scrivere! Nonostante questa cocente delusione in chiusura lo promuovo perché la narrazione e la vicenda mi hanno affascinato e persino divertito come solo certi bei film sanno fare!

Zero-Dark-Thirty

Zero dark thirty, espressione che nel gergo militare indica la mezzanotte e mezza, l’ora in cui iniziò il blitz che uccise Osama Bin Laden, è l’ultima pellicola della regista Kathryn Bigelow, premio oscar nel 2010 per The hurt locker (film ambientato durante la guerra in Iraq e che vede come protagonisti una squadra di artificieri drogati di guerra). Anche il nuovo film è ambientato in guerra, ma la trama centrale è la caccia e la cattura con uccisione dello sceicco saudita nel maggio del 2011 in Pakistan. Nella prima parte del film viene introdotta la figura di Maya, la vera anima della missione, un segugio in grado di fiutare le tracce più inconsistenti dello sceicco e di metterlo nel sacco nonostante la sua giovane età e la sua ancora breve carriera nelle file dei servizi segreti americani. Maya è interpretata da un’intensa Jessica Chastain, perfettamente calata nella parte (anche se quei capelli invidiabilmente sempre perfetti non erano proprio credibili in una base della C.I.A. nel deserto afghano!) e che ti penetra con il suo sguardo glaciale e la pelle diafana. Maya viene a contatto con le violente tecniche di tortur, fra cui il waterboarding, a adottate dalla C.I.A. per estorcere informazioni dai prigionieri sauditi ma non si spaventa, anzi, impara presto il mestiere diventando una degli agenti più temuti. Nella seconda parte del film inizia la caccia all’uomo, fatta di pedinamenti, intercettazioni e che culmina con la chirurgica incursione aerea dei Navy Seal… il resto è storia!

Una pellicola a tratti brutale, che parte lentamente e va in crescendo: un crescendo di eventi, emozioni ed azioni. Mi sono trovata ad ammirare l’azione di questi agenti speciali, di questi corpi speciali che con la loro straordinaria efficienza portano a termine missioni da film ma che sono vere. Devo dire che ho amato di più The hurt locker, forse perché l’introspezione del personaggio era più approfondita, ma resta il fatto che si tratta di un film da vedere, anche per farsi un’idea, sebbene filtrata dai modi cinematografici, di cos’è la guerra, quella vera.

noi siamo infinito

L’ultimo film visto è stato Noi siamo infinito, diretto da Stephen Chbosky, autore anche del romanzo da cui è stato tratto, Ragazzo da parete. Riflessione preliminare: ogni volta che vedo un film di questo tipo penso quanto deve essere terribile essere un adolescente americano: roba che il bullismo nostrano sembra un gioco tra bambole! Detto ciò, torniamo al film: per chi si aspetta il tipico film americano adolescenziale tutto sesso, festini e bullismo si dovrà ricredere, o meglio, sì, c’è sesso, ma è sesso con amore, in varie e spesso disperate e morbose forme; ci sono festini, ma sono festini in cui i personaggi si scoprono, svelano la loro indole più nascosta; c’è bullismo, ma spesso è solo una maschera per nascondere un disagio interiore a cui non si può dare sfogo. Charlie ha appena iniziato il liceo dopo un’estate drammatica in cui ha avuto rapporti solo con i suoi familiari ed un amico immaginario a cui scrive per svagarsi. L’impatto con la nuova scuola è come spesso terribile se non fosse per Patrick e Sam, studenti dell’ultimo anno di buon cuore che lo accolgono sotto la loro ala fraterna e lo conducono attraverso i perfidi labirinti dell’high school. Charlie è un giovane problematico, e nonostante le cose con i suoi nuovi, cari amici scorrano a gonfie vele, i fantasmi del passato scuotono la sua indole sensibile e lo portano alla disperazione.

Mi è piaciuto moltissimo l’originale approccio ad un tema visto e rivisto nel cinema da teenager americano in cui i problemi non sono solo vestirsi alla moda ma anche e soprattutto scontrarsi con una realtà senza pietà. Pluriosannata Emma Watson nella parte di Sam che sì, mi è piaciuta, ma niente di che, diciamocelo! Massimo rispetto invece per Ezra Miller che, nei panni di Patrick, regala momenti veramente esilaranti ed altri intrinsecamente toccanti. Bravo anche Logan Lerman, il protagonista Charlie, che fa dimenticare la triste parentesi di Percy Jackson e mi fa auspicare una carriera meno da blockbuster!

Avete visto questi film? Cosa ne pensate?


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