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Folco Quilici: L'Italia Vista dal Cielo - Sardegna

Creato il 18 settembre 2013 da Italiabenetti @italiabenetti

LA SARDEGNA
Prodotto nel 1978 - restaurato nel 2006 Un susseguirsi di ambienti naturali e geografici diversi, raccontati dalle riprese di Folco Quilici e descritti a più voci da firme autorevoli tra le quali spiccano Grazia Deledda, Guido Piovene, Giuseppe Dessì ed Antonio Gramsci. Un viaggio attraverso la storia della Sardegna, delle sue civiltà, dei suoi aspetti controversi che la rendono unica e proprio per questo incantevole. Il filmato di Quilici, le sue descrizioni realistiche ed emozionanti regalano allo spettatore la possibilità di avvicinarsi e di conoscere i numerosi luoghi della regione, le sue molteplici sfumature che si svelano in tutta la loro autentica bellezza. "...Icnusa: impronta lasciata in mezzo al mare da un dio che proseguì poi per la sua strada senza voltarsi...". Il viaggio alla scoperta della terra sarda prende l'avvio dalla più antica delle "favole di pietra" rievocata dalle parole di uno dei maggiori letterati contemporanei sardi, Giuseppe Dessì. La pietra, emblema di questa isola nata al centro del Mediterraneo, è il filo conduttore di una terra in cui natura e tradizione secolare combattono per mantenere intatto un ambiente unico e irrepetibile. I miti germogliati dalle rocce hanno plasmato il carattere e il destino del suo popolo. Sorvolando il cuore della Sardegna, costituita dalla brughiera deserta della Giara di Gèsturi ed oltrepassando il Gennargentu si scoprono alcune delle settemila costruzioni nuragiche sopravvissute al tempo. I nuraghi, con la loro singolare architettura, rappresentano l'apice della "civiltà di pietra". Le rovine ci riportano a secoli remoti e tra queste "trame di sasso" si possono leggere i segni lasciati dalle dominazioni dei popoli invasori: romani, bizantini, pisani, catalani e spagnoli hanno impresso nella pietra le tracce del loro passaggio. Barumini, la "pinnettas" del "saltus" di Orgosolo, il Castello di Acquafredda a Siliqua, la Basilica della Santissima Trinità di Saccargia sono solo alcune delle pagine della storia sarda. In un attimo si passa dall'antichità dei villaggi nuragici alla modernità delle città che devono il loro sviluppo alla posizione sul mare. Alghero, sulla costa occidentale, ed Olbia, sulla costa orientale, rappresentano due dei principali capolinea delle rotte tra l'isola ed il continente. Passando per Nuoro, dove la statua del Redentore che domina la città dall'alto costituisce un importante punto di riferimento per la gente della Barbagia, si arriva ad Oristano, testimonianza dell'influenza spagnola. Il viaggio continua proseguendo lungo la costa verso la città più a Sud dell'isola, Cagliari che, pur sul mare, conserva intatto il ruolo di collegamento con la vasta pianura agricola che si apre alle sue spalle e di ponte con la terraferma. Dall'alto l'intera isola sembra essere racchiusa in un anello di torri che trasformano la costa in un'unica "cinta ciclopica". Mura sorte in difesa del mare che, nello stesso tempo, con la sua impetuosità costituì una barriera naturale contro i popoli nemici, i cui tesori sono ora celati sotto le limpide acque di Capo S. Marco e di Capo Ferro che custodiscono zone archeologiche subacquee ricche di resti preziosi. Ricchezze, quelle marine, che si alternano alla preziosa flora e fauna tipiche del luogo. Tra le montagne a picco sul mare, nei boschi e nelle zone inesplorate dell'interno, si incontrano specie viventi uniche del Mediterraneo. Tra Alghero e Bosa, il grifone nidifica lungo la costa; nel mare che lambisce le Bocche di Bonifacio delfini e tartarughe incantano i visitatori subacquei, mentre il verde della Giara di Gèsturi è l'habitat ecologico di rari cavallini bradi. L'azzurro delle acque dello stagno di Cabras si dipinge di rosa al passare dei fenicotteri, mentre le sfumature turchesi di Cala Gonone costituiscono l'ultimo dei rifugi della rarissima foca del Mediterraneo. L'itinerario dall'alto scopre la molteplicità degli aspetti in cui si articola l'intera isola con coste orlate da specchi d'acqua di lagune e di stagni che lambiscono lunghe distese di sabbia dorata.
Così, Marcello Serra - poeta di Lanusei - parla della Sardegna: "dal cielo si scopre l'anima più gelosa di questa terra e il tumulto inesausto della sua natura composita, che ha subito il travaglio di tutte le ere del pianeta".

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