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Follia social

Da Mammapiky @mammapiky
FOLLIA SOCIALPremessa.Non sono social, ho un blog, m'impegno in un sito, qualcosa, qua e là, la condivido, leggo molto, ma social no, non lo sono. Fb è un mondo molto lontano da me, Twitter non so nemmeno come ci sia finita, degli altri ignoro pure cosa siano. Il fatto che sia nata nel 1974 credo influisca non poco, a casa non avevamo nemmeno il telefono fisso, internet non esisteva ancora e se volevo vedere una foto, mi serviva una reflex, un rullino e almeno tre/quattro giorni di pazienza prima di poter sapere com'era venuta. Di certo, con quel che costavano le stampe, non mi è mai venuto in mente di fotografare aperitivi e colazioni al bar e i selfie senza autoscatto te li scordavi. Oggi è così diverso da sembrare siano passati un paio di secoli e questo cambiamento, per certi versi, questa evoluzione, da tanti punti di vista è un bene ma, da altrettanti, è folle.Il fatto. Sono iscritta su fb, e forse ora non capisco nemmeno il perché, a qualche gruppo di mamme. Gruppi con tematiche diverse, alcuni capitanati da amiche, altri incontrati per caso ma che hanno suscitato in me interesse per gli argomenti di cui trattavano, tra questi c'è o meglio c'era, Gravidanza e Parto naturali, tanto per fare nome e cognome e perché non sono una che lancia il sasso e nasconde la mano. Questo gruppo ha il fine, per lo meno per quel che si legge sulle informazioni, di dare sostegno a chi vuole vivere la gravidanza e il parto nella maniera più naturale possibile. "Il gruppo difende la libertà di scelta della mamma per se e per il suo bambino quando le decisioni prese perseguono l'interesse di entrambi"Bello come principio, attraente, ma a leggere bene tra le righe, c'è qualcosa che stona e che non ho capito fino a quando non mi ci sono scontrata. Una mamma è quasi alla fine della sua gravidanza, nel corso dell'ultima visita il suo ginecologo le prospetta l'eventualità di un parto cesareo per una possibile macrosomia. È spaventata e chiede conforto. Io che di parti cesarei ne ho avuti due, per di più in anestesia generale come si faceva 40 anni fa, l'ho capita, mi sono riconosciuta nelle stesse paure e so di quel senso d’inadeguatezza e impotenza, che ti travolge. Ricordo che sul cesareo me ne avevano dette di cotte e di crude tanto che, prima di addormentarmi, avevo addirittura salutato mentalmente tutte le persone a me care. Poi è andata diversamente, la degenza è stata breve e facile, nessun dolore ingestibile, noi vivi, sani e insieme. Ecco, questo volevo dire, e ho detto, a questa futura mamma, insieme al fatto che il come ha partorito non determinerà il suo essere una madre di serie A o B. Il gruppo però è di tutto altro avviso ed è stato un po’ come buttare un trancio di tonno in una vasca di squali e qui è partita la crociata contro questo medico, che secondo il gruppo mira solo agli interessi economici che un parto cesareo comporta, additando la futura mamma come una che "che ci stai a fare qui?", "si sente dalle tue parole che hai già deciso", "ragazze stiamo parlando al muro, non ci ascolta già più", "cosa ti serve assoluzione? "... e altri 128 espressioni diverse. Qualcuna ha scomodato addirittura Cristo Nostro Signore ed a me, che ho dimostrato perplessità sui loro modi, è stato risposto che loro consigliano solo di sentire altri pareri. Si certo come no, con tono pacato, tranquillo, obiettivo e per di più mosse da buone intenzioni, incapibili. Internet, in qualche modo, la parola la da tutti, che questo sia un bene, però, è tutto da dimostrare. Comunque siccome, per deformazione, considero il beneficio del dubbio, un diritto di tutti, ho preso a caso altri post e commenti dello stesso gruppo per vedere che aria tirava. La musica non cambia, o meglio cambia ma solo se la si pensa come loro.Considerazioni finali.Francamente per me un gruppo, in qualsiasi realtà si trovi, è qualcosa di molto diverso, è scambio di opinioni e di esperienze, non consigli o pressioni per di più su argomenti delicati. Non credo si possa dire sempre quello che ci passa per la testa senza filtrare cosa dico, né come lo dico. La libertà di espressione ha dei limiti, se si valicano, allora rimane solo la supponenza e l'arroganza di sentirsi migliori a prescindere e comunque sempre dalla parte della ragione. In questi casi, per me, non c'è un gruppo, c'è una "setta", passatemi il termine ma credo renda l'idea e da certe realtà a me piace tenermi alla larga. Ho cancellato subito l'iscrizione e in cuor mio, spero lo abbia fatto anche quella futura mamma.

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