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Fondazione Stradivari lontana dal territorio e dalle istituzioni. Privatizzate le procedure decisionali, respinte le osservazioni della Provincia. Il no di Salini

Creato il 14 marzo 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Si può pensare che l’amministrazione provinciale perde sempre più peso, che non viene considerata come dovrebbe e che inoltre si parla di soppressione delle Province, anche da parte del presidente Salini, anche se l’ente ha un ruolo storicamente inevitabile e incancellabile. Lo statuto della Fondazione Stradivari non ha tenuto in alcun conto le osservazioni dello stesso Massimiliano Salini e della giunta provinciale. Osservazioni riportate di seguito, contenute in una delibera emessa dall’ultima riunione di giunta e per niente infondate: non rappresentano un conato della “politica” di appropriarsi della Fondazione, bensì un tentativo legittimo di aprire la Fondazione a un rapporto intenso col territorio e di inserire nelle procedure dei vertici della Fondazione stessa maggior democrazia. Tentativo legittimo e debole. Le Fondazione sono entità troppo autonome in un sistema infittito di interconnessioni territoriali, sociali ed economiche, autonome e chiuse. Già le opposizioni in consiglio comunale hanno contestato con argomenti forti lo Statuto. Salini e la Provincia contano meno, come pure il territorio conta meno, e non ne siamo felici. A Cremona sorgono come funghi, a velocità eccessiva, realtà private, opache e troppo potenti. La democrazia si svuota, le istituzioni vengono considerate un peso, se non quando erogano fondi. Questa privatizzazione delle procedure decisionali inquieta. Salini già l’ha praticata finché ha potuto in occasione del dibattito sulla gestione dell’acqua. La Regione ha incoraggiato questi processi involutivi che danno un calcio alla democrazia. I governi Berlusconi pure. Così per diversi anni, se va bene, avranno voce solo gli yes-men. Non siamo con loro.

Il presidente Salini riferisce

In data 15 gennaio 2013 il Sindaco del Comune di Cremona ha inviato alla Provincia, quale Socio Fondatore della “Fondazione Stradivari Cremona – La Triennale”, una bozza dello Statuto della nuova Fondazione Museo del Violino “Antonio Stradivari”, chiedendone un esame preliminare e l’espressione di osservazioni sul testo. A questo primo invio è seguita una seconda versione, datata 25 gennaio, sulla quale si è concentrata la prima espressione di parere della Provincia di Cremona.
Il parere, datato 5 febbraio, contiene alcune proposte di integrazioni del testo dello Statuto ed alcune considerazioni di principio in ordine alle regole di funzionamento degli Organi della Fondazione. Nel testo inviato al Comune di Cremona, in considerazione del percorso intrapreso e delle azioni di finanziamento dei progetti di ricerca già realizzate, si rileva :
• la opportunità di esplicitare, entro la descrizione delle finalità della Fondazione, il riferimento alla prospettiva di progetto dei Distretti culturali, con l’inserimento di un inciso che esprimesse che “La Fondazione opera in coerenza con gli obiettivi del progetto Distretti culturali di Fondazione Cariplo e in dialogo con il Distretto culturale della provincia di Cremona, facendone proprie le finalità e l’investimento sulla produzione culturale, sullo sviluppo del capitale umano e della formazione in ambito musicale, sulla ricerca”;
• la necessità di descrivere, nell’articolo riferito alle attività della Fondazione, il contesto, le finalità e le attività di ricerca poste in essere dai laboratori di ricerca, e cioè attività mirate a “sviluppare e sostenere, attraverso le strutture di laboratorio realizzate con il Distretto culturale, attraverso la complementarietà delle ricerche svolte dall’Università di Pavia e dal Politecnico di Milano, la ricerca diagnostica sugli strumenti e sulle opere d’arte; la ricerca finalizzata allo sviluppo di metriche per la valutazione della qualità degli strumenti, per il miglioramento della qualità dei prodotti di liuteria, lo sviluppo di protocolli di misura per la certificazione di qualità, lo sviluppo di tecniche avanzate per la registrazione e la resa acustica”;
• la necessità di prevedere, nelle norme di funzionamento degli organi della Fondazione, una reale possibilità di assumere decisioni in posizione di equilibrio tra i Fondatori, rispetto a scelte fondamentali per la vita della Fondazione, limitando la previsione secondo cui, ai fini dell’approvazione delle deliberazioni del Consiglio Generale, debba risultare voto favorevole di almeno due dei membri designati dal Comune di Cremona e della Fondazione Arvedi – Buschini ad alcuni, limitati casi;
• la necessità di approfondire la proposta di piano economico – finanziario e di assetto organizzativo, così da poter discutere su proposte caratterizzate da maggiore sostenibilità e coerenza.

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