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Forse già sapete che il nome del mio blog è dovuto a una ...

Da Mafalda1980 @mafalda1980
Forse già sapete che il nome del mio blog è dovuto a una canzone di Max Pezzali, che mi risuonò nel cervello alle cinque del mattino di tanti mesi fa.
Perché va ammesso: chi è stato ragazzino o ragazzo negli anni '90 ha canticchiato almeno una volta tra sé e sé una delle canzoni degli 883.
Quando ho sentito alla radio la canzone di Max Pezzali e J-Ax, quindi, mi si è smosso qualcosa dentro (e non squaraus, maliziosi).
Vi posto sia il video che il testo, così magari vi immalinconirete un po' anche voi.
'92. Rullini Kodak pieni di fotografie. 
Alcuni non li abbiamo sviluppati mai, 
perché non siamo mai arrivati a trentasei, trentasei, trentasei. 
E qui non ci siamo: io in gita scolastica mi portavo tre rullini da trentasei, e li consumavo tutti fino all'ultimo. Che poi di pose ce n'erano sempre due o tre in più. Più spesso due e mezzo, e l'ultima foto veniva a metà: si intravedeva un piede, o una colonna, o un pezzo di marciapiede.
Serate al bar: donne, motori, calcio, birra e musica. Il Rock, il Rap 
e la voglia d'America, il colpo di fortuna che non capita... o capita, capita. 
Insomma, la B.d.C. che ha portato al successo gli 883. Ho letto recentemente su Vanity Fair un'intervista doppia, in cui Mauro Repetto confessava di non essere riuscito a gestire tutto il successo piombatogli addosso a poco più di vent'anni. Mauro, i tuoi balletti sullo sfondo dei goffi videoclip mi mancano ancora.
E i nostri amici tutti a fare il tifo... "Chi l'aveva vista mai una storia così?!" 
e Cisco che rideva... "...Che delirio! Cazzo avete combinato?!". 
Cisco, che passa in bagno un'eternità, chissà a fare cosa...
Sempre noi, a far casino e sempre noi... tutti o nessuno, sempre noi... 
senza imparare la lezione mai. 
Sempre noi, senza ragione, sempre noi... solo passione, sempre noi... 
senza aver spento i nostri sogni mai. 
Sempre Noi... Sempre Noi! 
E il ritornello, che lascia un po' a desiderare.
E la mia Golf, con il volante MOMO era invincibile 
ed il subwoofer che sembrava esplodere. 
Stivali da cowboy un po' da Renegade, Renegade, Renegade... 
Che Max Pezzali avesse come figo di riferimento Lorenzo Lamas la dice lunga su quegli anni. Beh, a me piacevano i Take That e Talpo, come mi rammenta sempre M., quindi non posso certo giudicare i gusti altrui. Chi era Talpo? Era un coetaneo del MioAmore, classe '77. 
Non bello, ma gentile e allegro. Persino per lui ero solo un'amica.
Il MicroTAC... un paio d'ore d'autonomia massima, i 501 a vita altissima: 
ogni giornata sembrava bellissima, unica, mitica. 
Il MicroTAC non l'ho avuto, ma il mio primo cellulare fu proprio un Motorola, nel '98. I 501 invece non li ho mai portati, se non sbaglio il mio modello era il 535... Comunque a vita altissima pure quelli.
E Milano era più vicina, perché adesso c'era posto anche per noi 
anche se a guardarci si capiva, che proprio non c'entravamo. 
Non buttatevi così giù, dai. In quel periodo ebbe successo anche Paolo Vallesi. Parliamone.
Sempre noi, a far casino e sempre noi... tutti o nessuno, sempre noi... 
senza imparare la lezione mai. 
Sempre noi, senza ragione, sempre noi... solo passione, sempre noi... 
senza aver spento i nostri sogni mai. 
Sempre Noi: Supereroi, Super Nintendo, Super Mario Bros. 
È Austin Powers il nostro James Bond! 
Sempre Noi, che del Web abbiamo visto l'alba, i nonni con la zappa, 
noi col Modem-56k. Il nastro del Walkman mi dava l'energia, 
riavvolto con la penna risparmiavo batteria 
e quelli che credono ancora a un futuro a colori siamo sempre noi, 
perché abbiamo i ricordi in bianco e nero, come il GAME BOY™. 
Il Game Boy in bianco e nero resta uno dei miei desideri irrealizzati delle medie. Ce l'avevano un paio di miei compagni di classe. Io avevo l'Amiga 500, sul quale giocavo compulsivamente a Lupo Alberto, Tetris e Rainbow Islands. Si parla del '91, un inverno che passai in casa per una robusta broncopolmonite che contribuì allo sviluppo della mia passione per i videogiochi. Avevo un bellissimo joystick trasparente del quale andavo orgogliosissima, tanto l'avevo slogato.
E poi il walkman, con valigetta di cassette al seguito... Occupavano tutta la tasca inferiore del mio Invicta.
Un battito, vent'anni son volati via in un attimo: ricordi ed emozioni 
che riaffiorano, però sempre memorie poi rimangono... dormono, dormono. 
E non c'è niente da rinnegare, ciò che è stato è stato, è tutto giusto così! 
Però adesso bisogna andare, che di strada ce n'è ancora. 
Sempre noi, a far casino e sempre noi... tutti o nessuno, sempre noi... 
senza imparare la lezione mai. 
Sempre noi, senza ragione, sempre noi... solo passione, sempre noi... 
senza aver spento i nostri sogni mai. 
Sempre Noi! Rimasti veri come il Wrestling di Antonio Inoki... 
e non abbiamo lasciato morire i sogni, solo il Tamagotchi
Ecco, ignoravo chi fosse Inoki finchè non ho letto questo testo. La mia conoscenza del wrestling si ferma a Hulk Hogan.
E chissà quante ne vedremo, nella nostra vita, e quante cose attuali che presto saranno obsolete rimpiangeremo tra vent'anni!

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