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Fra’ Alessandro Carlino, figura ascetica di autentico Cappuccino e di presbitero

Da Agueci

Passato a miglior vita dopo una lunga purificazione

Il Papa Paolo VI ebbe a scrivere nell’Esortazione Apostolica Evangelii nuntiandi: «L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o, se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni». Questa espressione si può applicare, alla lettera, a Fra’ Alessandro Carlino perché lo fu evangelicamente in ambedue i significati. L’ha dimostrato la partecipazione di popolo che si è stretta con affetto attorno al suo feretro nel dargli l’ultimo saluto. Era nato a Giuliana (PA) il 29 agosto 1939 ed è morto a Salemi il 13 marzo 2015. La messa di suffragio, celebrata nella Chiesa dei Frati, dedicata alla Madonna della Confusione, è stata presieduta dal vescovo di Mazara del Vallo Mons. Domenico Mogavero e concelebrata da un folto numero di sacerdoti, tra confratelli, diocesani, il parroco di Giuliana e un pronipote. Alle esequie hanno preso parte i Provinciali dei Cappuccini, Padre Enzo Marchese, della Provincia monastica di Palermo e Padre Felice Cangelosi, della Provincia di Messina, il Sindaco di Salemi Dott. Domenico Venuti, le autorità militari, i parenti, gli amici, i figli spirituali e i Focolarini di cui Fra’ Alessandro era membro. Lui stesso conobbe ed ebbe modo di parlare più volte con la serva di Dio Chiara Lubich, fondatrice del Movimento. Il vescovo nell’omelia l’ha definito «servo buono e fedele che ha meritato di occupare un posto nel cielo preparato da Cristo per lui. A noi lascia – ha detto - una traccia luminosa di esempio, di santità e di fede».  Dopo una lunga e dolorosa malattia, sopportata con serafica pazienza, il Signore ha chiamato a sé questo suo figlio giusto. Figura esile e austera, era entrato nel noviziato di Caccamo vestendo il saio cappuccino il 2 agosto 1956, emise la professione semplice il 22 agosto 1957 e quella solenne il 4 ottobre 1960. Fu ordinato presbitero il 14 luglio 1965 nella Chiesa di Santa Maria della Pace, dei Frati Cappuccini di Palermo, dal Servo di Dio Mons. Cirillo Giovanni Zohrabian, vescovo missionario cappuccino armeno. Nei luoghi ove il Signore l’ha posto, nei cinquant’anni di sacerdozio (diversi trascorsi a Salemi), ha dato sempre prova di obbedienza, umiltà e pazienza. Buono d’animo e di poche parole, fu frate di preghiera e di penitenza. Gli incarichi che ha svolto, di guardiano, maestro dei postulanti, cappellano ospedaliero e di vicario parrocchiale, furono all’insegna della testimonianza e di dedizione a Dio e ai fratelli, religiosi e laici. Con lui se n’è dipartito dalla vita terrena un religioso che è vissuto secondo la spiritualità cappuccina, da vero e autentico frate francescano, come volle il Poverello d’Assisi (la gente tutta lo chiamava, infatti, con l’appellativo di “S. Francesco”).

È sepolto nel cimitero di Giuliana ove, per volontà dei parenti, è stato portato, dopo aver ricevuto l’ultimo applauso dai confratelli Cappuccini e dai cittadini salemitani.

SALVATORE AGUECI


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