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Fra democrazia, partecipazione e partiti: leggendo enrico berlinguer

Creato il 05 luglio 2013 da Alessandro @AleTrasforini
"[...]D.: Molti interventi segnalano, con grande allarme per il futuro, il ritardo culturale e politico della Sinistra di fronte ai temi della rivoluzione elettronica. E' anche un tuo giudizio? R.: Prima di tutto c'è da dire che in Italia i governi non hanno avuto e non hanno neanche la minima consapevolezza dell'esistenza di questi problemi. Lo dimostra lo stato della ricerca.  Come partito noi abbiamo cominciato ad affrontare in diverse sedi questi problemi. Ma certo il ritardo c'è. E ciò, nonostante intellettuali e studiosi di sinistra abbiano già elaborato importanti analisi [...] Direi che il ritardo sta soprattutto nella consapevolezza generale del partito e della gente dell'importanza di questi temi. Su questa questione l'Italia si gioca  infatti la sua appartenenza all'area dei paesi industrializzati.  D.: Non pensi che sarebbe utile se il PCI, anticipando il Governo, convocasse una grande conferenza nazionale come sbocco di studi ed analisi sul futuro dell'Italia elettronica? R.: Avevo proposto circa un anno e mezzo fa, al Congresso del Fgci, l'idea di un convegno di futurologia che affrontasse non soltanto i problemi dell'economia e dell'industria, ma tutto l'intero arco delle questioni del nostro futuro... D.: Forse hai scelto una parola sbagliata: futurologia fa pensare più alla fantascienza che a una concreta 'programmazione' del futuro... R.: Ho usato quel termine per segnalare che oggi non sono entrati in discussione soltanto gli assetti produttivi e le strutture del capitalismo maturo, ma siamo di fronte ad una vera e propria 'crisi del mondo'. Viviamo in un'epoca  per molti aspetti suprema della storia  dell'uomo, sia per le possibilità che per i rischi. L'allarme non riguarda solo il rapporto tra lo Stato e l'elettronica ma riguarda anche i fiumi, i laghi, i mari, l'aria che respiriamo, l'atmosfera e la troposfera della Terra.  Grava infine sull'umanità l'incubo di una crescente insufficienza delle risorse alimentari.  Ecco perchè pensavo ad un convegno che mettesse insieme studi e analisi di ambiti diversi: le scienze fisiche, chimiche, biologiche, antropologiche, demografiche, informatiche, mediche. In sostanza, dunque, un convegno che guardasse al futuro con un pò di fantasia ma sempre  sulla base delle acquisizioni e previsioni delle varie scienze.  Rigengo che sia stato un errore non esserci ancora arrivati. [...] D.: Ma in un mondo nel quale le informazioni, anche le più sofisticate, possono arrivare direttamente nelle case della gente, resisterà il partito di massa? Avrà ancora senso un Partito che costruisce un proprio sistema autonomo di informazione con gli iscritti? R.: La questione esiste ed è anche più ampia di quella che tu poni. Non riguarda solo il PCI ed i partiti di massa ma riguarda il destino e le possibilità stesse dell'associazione collettiva. Io francamente credo che questa esigenza sia un'esigenza irrinunciabile dell'uomo e continuerà a esistere anche se in forme diverse dal passato. La lotta, la pressione di massa saranno sempre necessarie. Certo si può immaginare un mondo nel quale la politica si riduca solo al voto ed ai sondaggi;  ma questo sarebbe inaccettabile perchè significherebbe stravolgere l'essenza della vita democratica... D.: Ma già si parla di 'democrazia elettronica': la gente risponde da casa ai quesiti posti sul video dall'amministrazione... R.: La democrazia elettronica limitata ad alcuni aspetti della vita associata dell'uomo può anche essere presa in considerazione. Ma non si può accettare che sostituisca tutte le forme della vita democratica. Anzi credo che bisogna preoccuparsi di essere pronti ad affrontare questo pericolo anche sul terreno legislativo. Ci vogliono limiti precisi all'uso dei computer come alternativa alle assemblee elettive. Tra l'altro non credo che si potrà mai capire cosa pensa davvero la gente se l'unica forma di espressione democratica diventa quella di spingere un bottone.  Ad ogni modo, lo ripeto: io credo che nessuno mai riuscirà a reprimere la naturale tendenza dell'uomo a discutere, a riunirsi, ad associarsi. Ogni epoca, certo, ha ed avrà i suoi movimenti e le sue associazioni. Vedi per esempio, nella nostra sinistra, i movimenti pacifisti, i movimenti ecologisti, quelli che, in un modo o nell'altro, contrastano l'omologazione dei gusti ed il conformismo: chi avrebbe saputo immaginarli quaranta o anche venti anni fa? Naturalmente compito dei partiti dovrà essere quello di adeguarsi ai tempi ed alle epoche.  E' qui che si misura la loro tenuta: sulla loro capacità di rinnovarsi.[...]"
Fonte: "Verso il Duemila", Intervista a F.Adornato, L'Unità, 18 dicembre 1983 Contributo tratto da: "Casa per casa, Strada per strada - la passione, il coraggio, le idee", Pierpaolo Farina
FRA DEMOCRAZIA, PARTECIPAZIONE E PARTITI: LEGGENDO ENRICO BERLINGUER

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