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Fra governo renzi, parlamento e spesa (creativo-distruttiva)... #mancanolecoperture

Creato il 31 luglio 2014 da Alessandro @AleTrasforini
La necessità (parzialmente/totalmente derivante da promesse esorbitanti?) di rendere strutturali alcune spese nel presente si sta compiendo mediante promesse di tagli a spese future. Sembra essere questo il centro dell'intervento del Commissario alla Spending Review, Carlo Cottarelli.
Leggendo dal suo blog è infatti possibile desumere quanto segue:
"[...] Si sta diffondendo la pratica di autorizzare nuove spese indicando che la copertura sarà trovata attraverso future operazioni di revisione della spesa o, in assenza di queste, attraverso tagli lineari delle spese ministeriali. [...]"
A cosa potrebbe condurre questo modo di agire, derivante (parzialmente/totalmente) da un'immensa voracità di promesse e/o impegni assolutamente non rispettabili ed onorabili a fondo? Il blog del cosiddetto "supertecnico" risulta, per questa domanda, assolutamente eloquente:
"[...] [tecnicamente] la copertura c’è. Ma questa è in realtà costituita da tagli lineari perché la promessa di future operazioni di revisione della spesa non può essere accettata come copertura sul piano giuridico. Cosa significa questo in prospettiva? Significa che le risorse che deriveranno dalla revisione della spesa per il 2015 non potranno essere usate per la riduzione della tassazione [...].
Oppure che si dovranno attivare i sopracitati tagli lineari. [...]"
In altre parole, pertanto, si starebbero già impiegando promesse di risparmi futuri per "finanziare" i provvedimenti economici nel presente. Laddove non ci siano revisioni future, si autorizzano spese adducendo coperture derivanti da tagli Ministeriali futuri.
In termini generali, consapevolmente aggravati da una crisi socio-economica che dovrebbe aver insegnato qualcosa, una scelta come questa sembra andare in contro-tendenza con quanto il buon senso potrebbe (sempre teoricamente) suggerire.
La prospettiva dell'agire presente potrebbe produrre, sul medio-lungo termine, una scelta inevitabile da compiere alla luce dei troppi "paletti"  imposti agli equilibri economici in chiave sia nazionale che continentale:
"[...] Cosa significa questo in prospettiva? Significa che le risorse che deriveranno dalla revisione della spesa per il 2015 non potranno essere usate per la riduzione della tassazione [...]"
Quale opinione si può attribuire a questo comportamento? La necessità di soddisfare certi tipi di spese nel presente deve essere difesa quasi come fosse un inevitabile status quo, senza se e senza ma? Il post del Commissario alla spending review sembra chiaro, anche in questa prospettiva non certo esaltante ed esaustiva:
"[...] Credo sia una tendenza preoccupante perché continuando così nuove spese saranno finanziate o tramite risparmi che non sono stati ancora approvati a livello politico o attraverso i famigerati tagli lineari che la revisione della spesa vorrebbe evitare.
E’ una situazione paradossale in cui la revisione della spesa (futura) viene utilizzata per facilitare l’introduzione di nuove spese. [...]"
In altre parole, pertanto, i "famigerati tagli lineari" impiegati/impiegabili come copertura per spese effettuate nel presente potrebbero essere di entità potenzialmente indiscriminata, aggravante e dequalificante per i "bilanci sociali" della nazione italiana.
La tecnica, però, non deve giustamente subordinare in alcuna maniera decisioni che spetterebbero (fino a prova contraria?) all'insieme di decisori politici che possono orientarne potenzialità e raggio d'azione. A questo discorso si ricollega, inevitabilmente, il post del Commissario Cottarelli:
"[...] Se il Parlamento legittimamente decide di introdurre nuove spese dovrebbe contestualmente coprirle con tagli di spesa non lineare di pari entità, individuandoli per esempio tra le proposte di revisione della spesa già presentate dal Commissario in passato. [...]"
In assenza di risorse economiche reperibili nel breve, pertanto, è necessario "coprire" qualsiasi provvedimento che richieda impegno di spesa con una futura "coperta". Tale futura "coperta" dovrebbe essere inevitabilmente più corta di quelle impiegate/impiegabili nel presente, non essendo ancora materializzabile con fondi precisi. L'allarme più urgente ed importante, però, sembra esposto nella parte finale dell'intervento pubblicato:
"[...] Mi sembra che usare presunti tagli lineari [...] per la copertura di nuove spese riduce il costo politico inevitabilmente legato all’individuazione di coperture vere, concrete, selettive. Inoltre con questo atteggiamento si finge di dimenticare che mentre una revisione selettiva della spesa ha l’obiettivo di aumentare l’efficienza della pubblica amministrazione a parità di prestazioni, i tagli lineari possono produrre per alcuni servizi una inevitabile riduzione delle prestazioni. [...]"
In altre parole, pertanto, la necessità di ricorrere a tagli lineari futuri potrebbe comportare un'inevitabile riduzione delle prestazioni su alcuni settori direttamente valutabili e percepiti dal cittadino. Dovendo reperire potenziali cifre anche elevate (in un tempo radicalmente breve), infatti, sarebbe possibile assistere anche a tagli indiscriminati e non adeguamente pesati nelle loro conseguenze.
Cosa potrebbero produrre in termini reali tagli ai fondi assegnati a Ministeri chiave per le esistenze dei cittadini, quale quello della Sanità o dell'Istruzione? Cosa accadrebbe qualora venissero effettuati (ulteriori) tagli a fondi spettanti a Ministeri chiave per la qualità di vita degli italiani?
La ricorrenza a tagli lineari è stata una pratica effettuata da Governi precedenti in una maniera percepita come troppo dozzinale e (troppo) poco chirurgica. La chiusa ulteriore informa su un cambio di prospettiva che avrebbe dovuto/potuto essere necessario per un vero e radicale #cambiaverso fra i troppi promessi in questi mesi dal rottamat(t)ore divenuto recentemente Presidente del Consiglio:
"[...] In fondo a tutte queste considerazioni di metodo, a mio avviso ne resta una cruciale [...]: se si utilizzano risorse provenienti da risparmi sulla spesa per aumentare la spesa stessa, il risparmio non potrà essere utilizzato per ridurre la tassazione su lavoro. Condizione, a mio giudizio, essenziale per una ripresa dell’occupazione in Italia."
In altre parole, pertanto, il compiere scelte di un certo tipo nel presente allontanerebbe la possibilità (già abbastanza remota?) di ridurre l'ammontare complessivo della tassazione sul lavoro. Tali scelte contribuirebbero, quindi, ad allontanare ulteriormente la ripresa dell'occupazione in Italia.
La politica del "bonus 80"  sembra andare in parziale controtendenza rispetto a provvedimenti capaci di guardare al medio-lungo termine, se inquadrata pienamente sotto la prospettiva d'azione delineata dal Commissario Cottarelli.
Da questo discorso possono nascere una serie di altalenanti e preoccupanti dubbi, purtroppo: quanti e quali provvedimenti sono già stati assunti tenendo conto di coperture virtuali nel presente ma reali solo nel futuro?
Quanti e quali fra i (troppi) provvedimenti promessi per mantenere inalterata la sete di consenso (di "stampo" governativo e/o parlamentare) saranno/potrebbero essere finanziati grazie all'impiego di tagli lineari dilazionati su un medio-lungo termine in cui sarebbe opportuno ed urgente prendere precise e differenti decisioni?
Argomentazioni simili erano già state sintetizzate nelle slides che il Commissario Cottarelli fece divulgare, a suo tempo, attraverso giornali e mezzi di informazione di rilevanza nazionale. Richiamandosi infatti alle possibilità massimali di tagli senza conseguenze negative per la spesa pubblica, infatti, i margini d'azione erano stati annualmente crescenti ed individuati attraverso questo andamento tendenziale:
  • 7 miliardi di Euro nel 2014;
  • 18 miliardi di Euro nel 2015;
  • 34 miliardi di Euro nel 2016. 

La possibilità di avere minori spese era stata definita come un'eventualità non certa ma (inevitabilmente) subordinata ad una lunga serie di condizioni da incastrare perfettamente, per una migliore e più razionale realizzazione delle aspettative. Il presente discorso sarebbe da attuarsi, infatti, mediante i passi seguenti richiamati dalle slides diffuse e sintetizzabili come nel seguito:
  1. Grandi (e difficili) riforme strutturali da iniziare il prima possibile;
  2. "Dosare" al meglio possibile il rispetto di obiettivi economico-finanziari di bilancio con riduzione della tassazione;
  3. Evitare di sovrastimare le previsioni macro-economiche, al fine di evitare potenziali brutte sorprese. 

Sotto queste tre premesse, pertanto, sarebbe stato (teoricamente) possibile rispettare le entità dei tagli promessi dal Commissario Cottarelli.
Condizionale d'obbligo, vista l'estrema faciloneria con cui si sta facendo procedere il dibattito a livello nazionale: se non si crede completamente alle promesse di copertura facile si è gufi e rosiconi, senza distinzione e senza quartiere.
Le criticità di un percorso tecnico-politico come questo dovrebbero essere, purtroppo, chiare e palesate per tutti sin dall'inizio.
A questo proposito, consultando le slides diffuse dal Commissario Cottarelli, è possibile scrivere quanto di seguito richiamato in termini generali:
  1. Una parte dei risparmi individuati dalla spending review dovrebbe essere utilizzata per il rispetto degli obiettivi di bilancio, senza incidere quindi integralmente nell'abbattimento del "peso" complessivo della tassazione;
  2. I risparmi ottenuti a livello locale dovrebbero essere impiegati per ridurre la tassazione locale, compensando quindi eventuali tagli relegati negli anni (precedenti e/o futuri?) agli Enti Locali;
  3. Necessità di impiegare soluzioni innovative per il personale in possibile esubero derivante dall'impiego di riforme strutturali. 

Ciascuno di questi tre punti dovrebbe richiedere, nei dettagli, soluzioni concrete da impiegare sul medio-lungo termine per generare frammenti di ripresa in contro-tendenza con l'attuale situazione oscillante fra recessione e stagnazione economica.
Al netto delle impressioni, comunque, dovrebbe essere impossibile rispettare i tagli di spesa senza dover onorare contemporaneamente l'immensa "mole" di promesse programmatiche svolte: tale affermazione potrebbe essere a maggior ragione doppiamente vera, qualora si provvedesse a finanziare spese sul breve termine attraverso tagli di ulteriore spesa (teoricamente raggiungibili) sul medio-lungo termine.
Il crollo delle ambizioni programmatiche potrebbe risultare verticale, qualora fosse opportuno varare una manovra correttiva anche piuttosto consistente entro l'anno corrente per rispettare forzatamente gli equilibri di spesa.
Il dibattito è complicato, parimenti alla quantità di informazioni che sarebbe teoricamente necessario sapere per inquadrare con obiettività e consapevolezza una questione tanto complessa ed importante come quella economico-finanziaria.
Una nota del Mef concorre ad informare, infine, sul probabile significato che sarebbe da attribuire alle parole del Commissario Cottarelli:
"[...] I tentativi di fare apparire le parole di Cottarelli [come riferite] al Governo anziché ad alcune prassi parlamentari sono evidentemente strumentali. [...] L'intervento di Cottarelli è stato utile per ribadire le posizioni [di Mef ed esecutivo sul ruolo della spending review, che]deve servire a compensare una riduzione delle tasse e a migliorare l'efficienza dei servizi. [...]"
Tentativo di ribadire una bontà d'azione e di regia capace di porre paletti al dibattito parlamentare volto a migliorare provvedimenti licenziati dall'Esecutivo? Tentativo di arginare un dibattito costante ed in rapida ascesa su temi che potrebbero diventare sempre più urgentemente importanti per l'agenda socio-economica nazionale? Tentativo di riequilibramento delle reali verità?
Le interpretazioni sono molte, così come sembrano essere moltissime le quantità di informazioni che dovrebbe essere opportuno conoscere per amministrare (e giudicare) consapevolmente una situazione complessa come quella in itinere.
Quel che è certo, comunque, è che i margini di manovra per spese creative rischiano di essere tremendamente ridotti.
Così tanto esigui da poter confondere, probabilmente senza esagerare, eccessiva creatività con grande distruttività.
FRA GOVERNO RENZI, PARLAMENTO E SPESA (CREATIVO-DISTRUTTIVA)... #MANCANOLECOPERTURE
Per saperne di più:
"La revisione della spesa come strumento per il finanziamento di...nuove spese", Blog del Commissario Straordinario
(http://revisionedellaspesa.gov.it/blog.html)
"Def, taglio Irpef da 6,7 miliardi. Coperture da spending review e tasse alle banche", Il Fatto Quotidiano,
(http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/08/quote-bankitalia-verso-il-raddoppio-dellimposta-sulle-plusvalenze/944221/)
"Oggi il Def, Renzi: "Le coperture ci sono".Spunta un miliardo in più dalle banche", Repubblica.it
(http://www.repubblica.it/economia/2014/04/08/news/documento_economia_e_finanza_2014_renzi_poletti_padoan-83017167/)
"Ecco il piano Cottarelli. Tagli a politica, difesa e trasporti. Stretta su statali e forze dell'ordine", Repubblica.it
(http://www.repubblica.it/economia/2014/03/17/news/renzi_cottarelli_ecco_la_spending_review-81216866/)
"Proposte per una revisione della spesa pubblica", Il Post
(http://www.ilpost.it/2014/03/18/slide-piano-cottarelli/image-61/)
"Spending review, ecco il piano Cottarelli", Hunffingtonpost.it
(http://www.huffingtonpost.it/2014/03/19/cottarelli-spending-revie_n_4992964.html)
"Cottarelli, MEF: polemiche strumentali", Rainews.it
(http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/ContentItem-6e4f064f-48c3-4f3d-b575-dce3103fb53e.html?refresh_ce)

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