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Fra poco passa il Tour III parte (By Scare82)

Creato il 21 luglio 2013 da Simo785

Fra poco passa il Tour III parte (By Scare82)

 

La quindicesima tappa, la Givors – Mont Ventoux è il primo arrivo in salita della parte di Tour dedicata alle Alpi. Oltre all’arrivo sul gigante calvo di Provenza, la tappa non prevede altri scollinamenti di rilievo. Infatti parte subito una fuga con Sagan protagonista e desideroso di vincere il traguardo volante posto qualche chilometro prima dell’inizio della salita finale per prendere i punti della maglia verde di cui ormai è leader indiscusso. Il gruppo lascia fare, tanto in fuga non ci sono uomini che possano impensierire i primi dieci della generale. Fra i battistrada c’è un beniamino del pubblico di casa, Chavanel, che quando capisce che i suoi compagni d’avventura si sono rassegnati a essere ripresi, prova una sortita in solitaria ma senza grande fortuna. La corsa, come detto, entra nel vivo negli ultimi 20 chilometri, cioè il chilometraggio della salita finale. Di per se il Mont Ventoux ha pendenze non impossibili, la media è intorno all’otto percento, ma la lunghezza, il vento spesso molto forte e il fatto che praticamente è un lungo rettilineo, in venti chilometri ci sono solo tre tornanti, hanno reso questa salita mitica e temuta. Contribuisce al mito di questa salita anche il fatto che negli ultimi chilometri la vegetazione scompare per dare spazio a una pietraia di rocce calcaree che danno l’impressione di un paesaggio lunare. Pantani è riuscito a dominarla nel 2000. Oggi il dominatore è Froome. Il corridore della Sky mette a lavorare la squadra, in particolare Porte. La tirata del corridore australiano fa una tremenda selezione, infatti solo Contador riesce a stare con i due della Sky. Ma non appena Porte finisce il suo lavoro, parte Froome con un micidiale allungo che non lascia scampo al corridore iberico e a tutti quelli che lo hanno visto in difficoltà nei giorni precedenti. Quando non conta la squadra, ma il ciclismo diventa uno sport di uno contro uno, il britannico quest’anno ha dimostrato che non ce n’è per nessuno. Il più forte è lui. Froome poco alla volta riprende tutti i corridori che si erano avvantaggiati, fra i quali il colombiano Quintana che è stato il primo ad attaccare nei primi chilometri della salita, e va a vincere in solitaria la sua seconda tappa del tour di quest’anno. Al traguardo solo Quintana rimane sotto il minuto di ritardo, accusando 29 secondi che gli permettono di passare dall’ottava alla sesta posizione e di conquistare la maglia bianca del miglior giovane. Contador arriva con 1 minuto e 40 secondi insieme al suo compagno di squadra Kreuziger. I due della Saxo sono rispettivamente terzo e quarto in classifica. Si difende bene l’olandese Mollema che arriva solo 6 secondi dopo i due della Saxo e mantiene il secondo posto della generale. Il quinto della classifica, l’altro olandese Ten Dam compagno di squadra alla Belkin di Mollema arriva con 1 minuto e 53 dal vincitore di giornata. La classifica dietro a Froome, ormai dominatore di questo Tour, recita: Mollema a 4 e 14, Contador a 4 e 25, Kreuziger a 4 e 28, Ten Dam a 4 e 54 e Quintana a 5 e 47. Saranno questi cinque corridori a sfidarsi per le due posizioni sui gradini del podio di Parigi.

Lunedì 15 Luglio il Tour prevede il secondo giorno di riposo, in attesa delle tappe decisive sulle Alpi in cui chi ha le forze può tentare di attaccare il dominatore Froome.

La sedicesima tappa, la Vaison-la-Romaine – Gap è una tappa di media montagna, adatta a fughe da lontano con un finale insidioso per gli uomini di classifica. Infatti la tappa prevede una salita di terza categoria nelle fasi iniziali del percorso e due salite di seconda, l’ultima delle quali posta a circa 10 chilometri dal traguardo, posto alla fine della discesa. Parte e arriva la fuga, vince il portoghese Rui Costa che stacca i 25 compagni d’avventura di circa 40 secondi grazie ad una bella azione in solitaria nel finale. La fuga arriva con un vantaggio di 11 minuti sul gruppo che lascia fare, tanto non ci sono uomini in classifica. Contador tenta senza riuscirci di mettere in difficoltà la Maglia Gialla Froome sia nell’ultima salita che nella relativa discesa. Ma Froome ha dimostrato di essere il più forte in salita e a meno che di non chiamarsi Savoldelli (o Nibali suo natuale erede) è quasi impossibile fare la differenza in discesa. Infatti sia Contador, cercando di guadagnare qualche secondo, che Froome finiscono a terra senza conseguenze lungo la discesa. La Maglia Gialla e il Pistolereo si scambiano delle accuse, in quanto Froome ha ritenuto troppo pericoloso l’attacco di Contador in discesa. Normali scaramuccie fra i “galli” del gruppo.

La diciasettesima tappa, la Embrun – Chorges è una cronometro individuale di circa 32 chilometri con due gran premi della montagna di seconda categoria. Il Garibaldi della tappa recita salita, discesa, altra salita, discesa e traguardo, non proprio una crono per specialisti. Infatti anche quest’oggi Froome dimostra la sua schiacciante superiorità in questo Tour andando a vincere la tappa con 9 secondi su Contador e 10 su Purito Rodriguez. Da segnalare che Contador è stato in testa in tutti gli intermedi e la differenza forse l’ha fatta il cambio di bici effettuato dalla Maglia Gialla durante l’ultima discesa. Infatti per i top ten l’ultima discesa è coincisa con un forte acquazzone. Froome, a differenza degli altri, ha deciso di utilizzare una bici con ruote più adatte al bagnato ed è riuscito a recuperare i 20 secondi che aveva al primo intermedio di ritardo dallo spagnolo. In questa crono naufraga l’olandese Mollema, oggi prende più di due minuti dal vincitore anche a causa di uno scontro sulle transenne all’ultima curva, che perde il podio a favore del duo della Saxo Contador – Kreuziger. Vedremo se laloro  squadra nelle prossime tappe deciderà di “sacrificare” il podio del ceco per cercare di attaccare Froome e vincere il Tour con il Pistolero.

La diciottesioma tappa, la Gap – Alpe-D’Huez prevede di scalare due volte l’Alpe D’Huez, una delle montagne storiche del Tour con i suoi 21 tornanti. Altro arrivo in salita e altra possibilità per chi vuole vincere la corsa di attaccare il fin qui imbattibile Froome. La cronaca della corsa prevede la solita fuga. Fra i corridori in fuga segnaliamo Riblon, Van Garderen e Moser. Sono gli unici che “arrivano”. Dopo vari scatti, controscatti raggiungimenti e stacchi, il francese Riblon riesce definitivamente a staccare i due compagni e a vincere sulla storica salita francese. Anche quest’anno i corridori francesi portano a casa almeno una tappa. Secondo l’americano e splendido terzo il nostro generoso corridore che sicuramente paga l’inesperienza nel gestire le forze. Infatti Moser arriva un po in debito nel momento cruciale della tappa e deve accontentarsi del terzo posto di giornata. Per quel che riguarda la generale, gli avversari di Froome cercano di staccarlo sulla prima ascesa, ma soprattutto sulla discesa, dell’Alpe con il duo della Saxo Contador – Kreuziger che prova un attacco. Froome aiutato dai compagni di squadra non si fa sorprendere e controlla agevolmente la corsa. Sull’ultimo passaggio sull’Alpe d’Huez attaccano quasi subito Quintana e Purito Rodriguez. I due arrivano quarto e quinto sul traguardo, riuscendo a raggiungere il terzo e quinto posto della generale. Froome sembra in crisi di fame, infatti non risponde agli attacchi. La tattica della Saxo è riuscita a metà. Infatti la Maglia Gialla è si in difficolta, ma Contador e Kreuziger  lo sono ancora di più. Infatti Froome aiutato dal compagno Porte arriva sesto al traguardo perdendo circa un minuto da Quintana Rodriguez, ma Contador e Kreuziger perdono un altro minuto dalla maglia gialla. Ottimo Valverde che quest’oggi arriva praticamente con la Maglia Gialla. Escono definitivamente di scena dalle zone nobili della classifica gli olandesi Mollema, ora sesto ma con 3 minuti sul quinto e Ten Dam che esce dalla top ten. Il destino vuole che i due olandesi escano definitivamente di scena il giorno in cui l’arrivo è posto nella montagna degli olandesi (8 volte corridori olandesi hanno vinto sull’Alpe). A cercare il podio di Parigi nelle tappe di domani e dopodomani, sempre che la “debolezza” di Froome in questa tappa non venga pesamente fuori nei due prossimi giorni, rimangono Contador a 5:11, Quintana a 5:32, Kreuziger a 5:44 e Rodriguez a 5:58. Praticamente quattro corridori in cinquanta secondi.

La diciannovesima tappa, la Bourg-D’Oisans – Le Grand Bornand è un altro tappone alpino, con le scalate in avvio del Col du Glandon e del Col de la Madeleine, due salite hors categorie, e l’arrivo posto nella discesa del Col de la Croix Fry, una salita di prima categoria. La tappa viene vinta dal portoghese Rui Costa, che concede il bis in questo Tour dopo una fuga partita quasi subito. Fra i fuggitivi c’erano molti delusi da questo Tour, come Cunego, uscito troppo presto di classifica, e Hesjedal, che dopo il “botto” al giro d’Italia dell’anno scorso non è riuscito più a ritrovarsi. Quest’ultimo tenta una bella azione da lontanissimo, prima con il basco Izagirre, poi in coppia con il francese Rolland, alla ricerca di punti per la maglia a pois del migliore scalatore. Il ciclista canadese cede alla distanza, mentre Rolland cerca di resistere fino all’ultima salita, quando viene ripreso e staccato dal portoghese che va a vincere. Rui Costa forse è un corridore sottovalutato, infatti in carriera ha già vinto tre tappe al tour e due edizioni del Giro della Svizzera, ma ancora non ha trovato una squadra decisa a puntare tutto su di lui per le tre storiche corse a tappe. Gli uomini di classifica lasciano fare, infatti il gruppo dei migliori con la maglia gialla arriva al traguardo con ben 8 minuti di ritardo. Tanto la maglia gialla di Froome è praticamente inattaccabile, mentre per i posti sul podio sono rimasti in lizza quattro corridori divisi da una cinquantina di secondi, quindi tutto verrà deciso nella tappa di sabato.

La ventesima tappa, la Annecy – Annecy-Semnoz è l’ultimo tappone alpino della 100esima edizione della corsa in giallo. Infatti la tappa prevede, dopo aver scalato in 114 chilometri cinque gran premi della montagna fra i quali il più duro è il prima categoria di Mont Revard, l’arrivo in salita su un hors categorie. L’ultima salita è lunga circa 11 chilometri e qua si possono decidere i rimanenti due posti sul podio del Tour. Tappa breve ma intensa. Anche oggi va via una fuga, ma il gruppo tiene gli attaccanti a “bagnomaria” non concedendo tanto spazio. Fra i battistrada spicca Voigt, il vecchietto del gruppo alla sua sedicesima partecipazione al Tour, che si avvantaggia e resta in testa da solo fino all’ultima salita. Gilbert, Van Garderen e Rolland, alla perenne ricerca di punti per la maglia Pois, cercano di ricucire sul tedesco. Ma all’ultima salita inizia la corsa degli uomini di classifica. Prima la Movistar con Rui Costa, poi tre corridori del Team Sky danno uno strattone che distrugge le sicurezze del duo Saxo Contador – Kreuziger. Alla fine rimangono in tre, la maglia gialla Froome, che ogni tanto cerca l’allungo per poi fermarsi (giusto per farsi dei nemici fra gli altri big e dimostrare la sua schiacciante superiorità quando la strada sale), la maglia bianca Quintana, che sornione cerca di risparmiare energie per andare a vincere la tappa e Purito Rodriguez, l’unico ancora giù dal podio e desideroso di guadagnare secondi secondi su Contador. Quest’ultimo si stacca subito e arriva sul traguardo con un distacco pesante. All’ultimo chilometro l’allungo decisivo di Quintana che per una volta si è gestito al meglio e va a vincere in solitaria conquistando oltre alla maglia Bianca anche quella a Pois. Secondo Rodriguez che guadagna anche la terza posizione della generale e terzo Froome che dopo due allunghi impressionanti decide di lasciare fare gli altri due. Contador arriva al traguardo con un distacco pesante, sull’ordine dei tre minuti. Peggio fa Kreuziger. Per i due Saxo quarta e quinta posizione della generale che recita 1) Froome che conquista il suo primo Tour de France dopo il secondo posto dell’anno scorso. 2)Quintana a 5 minuti e 03, forse se la Movistar avesse corso sempre per lui poteva avvicinarsi di più al britannico. 3)Rodriguez a 5 minuti e 47, che conquista un altro podio di prestigio dopo quelli al Giro e alla Vuelta degli anni scorsi. 4)Contador a 7 minuti e 10 secondi, forse è finita un’epoca vedere il pistolero giù dal podio sa tanto di passaggio di consegne generazionale. 5) Kreuziger a 8 minuti e 10 secondi, ottimo il gregario e luogotenente di Contador non è da tutti arrivare quinti dovendo lavorare per il capitano. Questi sono gli unici a finire il Tour sotto i 10 minuti dal vincitore. 6)Mollema, 7)Fulgsand, 8) Valverde (senza la tappa dei ventagli dove ha perso 10 minuti poteva sicuramente essere da podio) 9)Navarro e 10)Kwiatkowski.


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