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Frammenti del Corano ritrovati e Sincronicità

Creato il 27 luglio 2015 da Maria Carla Canta @mcc43_

mcc43

Elaborata da Jung nel corso di decenni ed esposta al termine della sua vita, la Sincronicità sottintende un legame di senso e di tempo fra due eventi. Differisce radicalmente dalla Causalità – che è la nostra normale esperienza – in quanto nessuno dei due eventi considerati influisce sull’altro per determinarne l’esistenza. (nota1)

Nel tempo presente l’Islam, la religione del Corano, si trova al centro della maggior parte delle cronache, spesso additata come motore degli eventi.
Contemporaneamente avviene il ritrovamento inatteso di questi scritti coranici che meraviglia ed entusiasma gli studiosi.
Tale Sincronicità indica una carattere qualitativo del Tempo, ipoteticamente riconoscibile attraverso il contenuto dei frammenti rinvenuti. Su che cosa richiamano la nostra attenzione?

alba fedeli birmingham corano
Sulle foglie, scritte su entrambi i lati, compaiono i versetti di tre Sure: 18. Al Khaf, La Caverna, 19. Maryam, e 20. Ta-ha. 
Una foglia contiene i versetti da 17 a 31 di Al-Kahf, l’altra gli otto versetti finali, da 91 a 98, di Maryam e i primi versetti, da 1 a 40,  di Ta-Ha.

Nel sito  www.tanzil.net è possibile ottenere la traduzione in varie lingue del Corano; qui direttamente in lingua italiana i versetti rinvenuti
Al-Khaf da versetto .17    Maryam da versetto .91     Ta-Ha da versetto  .1 

La versione in italiano nel sito è quella curata da Hamza Picardo, mentre tutte le citazioni in questo post sono tratte dalla versione di Alessandro Bausani [BUR 1988]

FRAMMENTO DELLA SURA 18. AL KHAF

Una delle Sure più amate e più complesse. (nota 2)
Narra tre storie, in primo luogo l’antica leggenda d’origine cristiana dei « Sette dormienti di Efeso ». Un’altra leggenda, verosimilmente ebraica, sul viaggio di Mosè al « Confluir dei Due Mari » dove incontra il Profeta itinerante dell’Islam: al-Khadir, il Verde. Infine la terza storia narra del misterioso “Uomo dalle Due Corna”, cui Dio ha affidato il compito di combattere e sconfiggere le malvagie popolazioni di Gog e Magog.

I versetti riportati all’attenzione iniziano dal 17 e fino al 22 riguardano i Dormienti,  preparando:
23. E non dire di nessuna cosa: “La farò domani” 24. senza aggiungere: “Se Dio vuole” e se lo dimentichi, invoca il nome del Signore, e dì “Può darsi che il Signore mio mi guidi a fare cose di questa più rette.”
E’ la sottolineatura della limitatezza delle cognizioni umane, poiché non conosciamo il futuro (23 e 24) e nemmeno il passato come si evince dalla prima parte del versetto 26. 
Quest’ignoranza che rende impotenti a giudicare è un concetto molto più antico, che già si trova nel Libro di Giobbe dell’Antico Testamento.(nota 3)

Nella conclusione del versetto 26: “Nessuno Egli associa al Suo giudizio”  è ribadita l’illimitata autonomia del Dio ed è la  squalifica di coloro che pretendono di parlare in Suo nome o di conoscerne i disegni.
Infine il versetto .29, con l’affermazione “Ma dì: “La Verità viene dal vostro Signore: chi vuole creda, chi non vuole respinga la Fede”, ricorda che non vi è costrizione nell’Islam e squalifica le forme di proselitismo invadente e le conversioni forzate.

FRAMMENTO DELLA SURA 19. MARYAM

E’ la Sura dell’Annunciazione, del timore di Maria, del silenzio che le viene  ordinato, dell’attesa solitaria e della nascita di Gesù/Issa.
Il frammento inizia con un verso dirompente: 91. “per ciò ch’essi hanno attribuito al Misericordioso un figlio!” che i due versetti precedenti considerano affermazione [dei Cristiani] tale da far spaccare i cieli, squarciare la terra e crollare in polvere le montagne.

Chi dite voi che io sia” chiese Gesù ai Discepoli, si legge nei Vangeli canonici. La risposta di Pietro «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»: Gesù lo definisce ispirato ma gli impone severamente il silenzio.  Ancora davanti al sacerdote che lo scongiura di parlare: Sei tu il Messia, il Cristo, il Figlio di Dio? Gesù continua ad opporre il silenzio.
Saranno i Concili a tagliare di netto l’incertezza tenacemente voluta da Gesù e fissare per dogma la Sua consustanzialità con il Padre. Ciò che il Corano con veemenza nega (nota4) ed è il motivo dell’accusa di “corruzione” dei testi sacri che si legge nella Sura 3, La Famiglia di Imran al versetto .70 “ O gente del Libro! Perché rivestite la verità di veli d’errore e la verità celate, conoscendola?

FRAMMENTO DELLA SURA 20. TA-HA

La tradizione orale racconta che Omar, feroce avversario del Profeta, si convertì ascoltando i primi versi di questa Sura, diventando poi egli stesso uno dei quattro “Califfi ben guidati”.
Dopo il primo che dà il nome alla Sura ( Ta-ha sono due lettere dell’alfabeto), il secondo versetto dice “ Noi non abbiamo rivelato il Corano perché tu patisca, bensì solo come ammonimento a chi teme, rivelazione che vien da Colui che ha creato la terra e i cieli alti”.  E’ una delle volte in cui viene ricordato al Profeta Muhammad di non sentirsi responsabile d’altro che della recitazione; credere o meno è libertà di chi ascolta.
I versetti seguenti riprendono la figura di Mosè: il salvataggio dalle acque, l’affidamento al Faraone e poi i prodigi che alla sua presenza Dio gli ha concesso di fare.
Dio, nel Corano, rivela la continua assistenza ai prescelti per gravosi destini. Come nella Sura di Maryam c’è la provvidenza a proteggerne la maternità – e in seguito la nascita e la vita di Gesù/Issa, in Ta-Ha vi è la medesima indefettibile protezione per Mosè.

*****

I motivi ricorrenti in questi frammenti sono l’unicità di Dio: illimitata potenza e non influenzabilità delle decisioni.
La sollecitudine di Dio per il creato e gli uomini, esemplificata dalla protezione che non abbandona mai i Messaggeri.
La Rivelazione non è costrittiva: i Profeti non devono imporre o svelare misteri, bensì lasciare piena libertà a chi ascolta. E’ questo un richiamo alle origini, prima che strati di elucubrazioni teoriche si fossero accumulati nei secoli inaridendone la comprensione.

Nell’insieme il messaggio intuibile da questi frammenti è una rinnovata denuncia dell’umana hubris. (nota5)

Video con le interviste agli studiosi 

Note:

Nota1 Le tracce di questa concezione junghiana risalgono al Neoplatonismo e sottintendono un principio unificante dell’universo,  un ordine finalistico che può essere detto anche come presenza di Dio nel mondo.

Nota2 – Carl G. Jung ha dedicato un saggio a Al-Khaf, La Caverna intesa come simbolo del luogo interiore ove ci si rinchiude per rinascere. Vedere Opere Complete. 9* Archetipi dell’Inconscio Collettivo, pg.131; Bollati Boringhieri

Nota 3 Il personaggio di Giobbe, che ha posto anche nel Corano, non apparteneva al popolo ebraico. Esso rappresenta tutti gli uomini.

Nota 4 Sulle ragioni che rendono la divinità di Gesù motivo d’essere del Cristianesimo e massima divergenza con l’Islam vedere: Il rapporto Islam e Cristianesimo, pilastro di 1400 anni di storia

Nota 5 Nel versetto 27Leggi dunque quel che ‘è stato rivelato dal tuo Signore , le cui parole nessuno può mutare. vien ribadito che il Corano è ultima fase di una Rivelazione progressiva, che procede dalla Bibbia e dai Vangeli e, spesso il testo vi allude, a predicazioni e profetidimenticati. Leggendo in modo psicologico i testi sacri, la progressività è intuibile dai contenuti.
-La conquista della Libert
à per i popoli nella Bibbia –  la fede incrollabile delluomo nel Vangelo – lequità dei rapporti nel Corano per superare lo stadio del popolo libero e formare una società di individui sostenuti da forti convincimenti.In nessun verso coranico è vietata la lettura dei testi sacri precedenti, vi è solamente lammonimento su fraintendimenti e manomissioni. Si può dedurre dal Corano che il compito del perfetto monoteista, si definisca egli Ebreo, Cristiano o Musulmano, potrebbe/dovrebbe consistere nella conoscenza dell’intera Rivelazione.

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