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Frammenti di democrazia "ad renziam"

Creato il 13 febbraio 2014 da Alessandro @AleTrasforini
Sulle gesta dell'onnipresente (ed onnipotente?) Segretario del Partito Democratico Matteo Renzi si è detto e scritto molto. Non si contano le frasi ed i #cambiaverso che in questi mesi hanno infiammato un dibattito tanto importante quanto (s)vuot(at)o di contenuti importanti e funzionali alla risoluzione dello stato di emergenza che devasta e continuerà a devastare questa Italia.
Qualche esempio utile? Si guardino alle citazioni riportate nel seguito:
"[...]Questa storia che io sono contro Letta è una barzelletta perfetta. Se Letta fa bene - e io lo spero - l'Italia sta meglio. E io prima di essere sindaco e candidato, sono cittadino italiano e voglio che Letta faccia bene. [...]"
(Fonte: http://www.corriere.it/politica/13_luglio_05/renzi-governo-letta-faccia-contenti-italiani-non-schifani-brunetta_e9fa8534-e59c-11e2-8d17-dd9f75fbf0e3.shtml)
"[...]Renzi infine manda un messaggio a Letta [...]: «Non sto facendo tutta questa manfrina per fregare Letta. Lanciamo l’hashtag : #enricostaisereno, nessuno vuole prendere il tuo posto». Ma le critiche rimangono: «In questi nove mesi non si sono fatti passi avanti sulle riforme».[...]"
(Fonte: http://www.lavocedivenezia.it/2014/renzi-incontra-berlusconi-ma-rassicura-letta-enrico-stai-sereno-nessuno-vuole-il-tuo-posto/)
"[...]"Il mio augurio è che Renzi diventi premier attraverso l'investitura popolare. In questa fase abbiamo, però, la necessità di procedere speditamente sul piano delle riforme sulle quali il partito è unito".[...]"
(Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2014/02/09/Boschi-Renzi-premier-voto-popolare_10040856.html)
"[...]Renzi ha assicurato il sostengno a Enrico Letta nel suo tentativo di fare il nuovo Governo.  "Ieri sera ho avuto modo di dire - spiega - che il massimo servizio che può fare una città come Firenze è sostenere un premier pisano. Battute a parte, il suo è un tentativo che io e la mia amministrazione sosterremo. Saremo al suo fianco perchè quando si sta 60 giorni senza Governo e le aziende chiudono, compito della politica è trovare delle soluzioni" . E ancora: "Ora arriva il momento nel quale gli auspici devono diventare realtà. Chi ha il coraggio delle proprie azioni deve arrivare in fondo, non deve disertare".[...]"
(Fonte: http://firenze.repubblica.it/cronaca/2013/04/25/news/renzi_al_25_aprile_sosterremo_letta-57426793/)
In una Politica funzionale al cercare mezzi ed idee per la risoluzione di un'emergenza socio-economica, la coerenza politico-programmatica dovrebbe essere la priorità più alta da inseguire.
Condizionale d'obbligo, ovviamente.
Così come dovrebbe essere imperativa la necessità di inquadrare la Segreteria di un Partito come un fine a cui arrivare e non come un mezzo per accelerare la salita verso nuovi e più rilevanti traguardi.
In una Politica consapevole della necessità di doversi mettere "al servizio" della società (nonostante gli infiniti controesempi possibili) dovrebbe essere urgente e prioritaria la necessità di mantenere fede agli "accordi" con cui si sono vinte delle competizioni politiche.
Nonostante tutte le possibili eccezioni ed argomentazioni apportabili al dibattito, è più che mai urgente constatare (una volta di più) quello che sembra rivelarsi ormai come un vero e proprio dato di fatto: nell'Italia di oggi riescono a realizzarsi tutte le possibili forme di barzellette perfette. Senza alcuna (apparente?) eccezione.
Dopo troppo tempo caratterizzato da un'imbarazzante "tira e molla", all'insegna del "Cado anch'io? No tu no", sembra essersi realizzata (in senso contrario?) quella strada che la politica dell'hashtag ha consegnato ad Italia ed italiani:
"[...] Non faremo processo al governo, ma siamo in condizioni di aprire una pagina nuova. [...] La direzione del Pd ringrazia il premier per il notevole lavoro svolto alla guida del governo. [...] La strada delle elezioni ha una suggestione e un fascino. [...] L'altra, quella di un nuovo governo, è una scelta azzardata ma può avere senso se hai il coraggio di dire alle realtà europee che l'obiettivo è il 2018 con riforme elettorali, costituzionali ed il tentativo di cambiare le regole a partire da una burocrazia opprimente.[...] Se l'Italia chiede un cambiamento radicale o questo cambiamento lo esprime il Pd o non lo farà nessuno. Vi chiedo tutti insieme di uscire dalla palude. [...]"
(Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2014/02/12/Letta-Renzi-nulla-fatto-Posizioni-restano-distanti_10060410.html)
Attraverso quali "toni" ed utilizzando quali "modalità" sarebbe possibile giudicare e giustificare un #cambiaverso così estremo? Si potrebbe dare la colpa all'esercito di [sostantivo inutilizzabile] che ha appoggiato "senza se e senza ma" una candidatura leaderistica, prepotentemente ad-personam senza compiere la sufficiente "dose" di discorsi e  ragionamenti attorno a quella "palude" da cui oggi sembra essere impellente uscire.
Si potrebbe dare la colpa ad una certa classe politica inconcludente, imbarazzante ed inadatta (ad essere leggeri) che non ha saputo addossarsi per tempo la responsabilità di migliorare concretamente questa Italia: se così fosse stato, forse, quella che oggi è una "palude"  sarebbe stata (forse) un acquitrino od un estinto macero.
L'orizzonte 2018, ancora più complicato se si osserva ai "compagni" di viaggio con cui dover condurre il percorso, sarebbe da imbastire attraverso una serie di profond(issim)i e ragionevoli dibattiti attorno a temi, tragedie e problematiche concrete.
La strada percorsa per arrivare fino ad oggi, infatti, è stata "forgiata" da una lunga serie di tentativi di risoluzione che, per il Partito Democratico in primis, sono stati imbarazzanti (quasi) sempre con il senno di poi.
Prima è servito votare qualcosa per "senso di responsabilità", poi è stato urgente approvare ancora manovre lacrime e sangue all'insegna del motto "Ce lo chiede l'Europa".
Se l'Italia di allora (e di oggi?) fosse stata assimilabile ad un libro, si sarebbero potute leggere troppe pagine di infinite "lacrime e sangue". Non molto tempo fa, purtroppo, di nessuna "pagina nuova" era lecito parlare e/o discutere: divieto di ritrattare i margini e le definizioni di austerità, inneggiamenti al populismo nei confronti di chi lanciava la necessità di rivedere concretamente accordi e trattati europei, impossibilità di affrontare nel concreto tematiche legate a questione infrastrutturale (implicito richiamo al partito unico del "si deve fare perchè si deve fare"), impossibilità di effettuare stime reali e realmente operative per quantificare tematiche afferenti a tutela ambientale e dissesto idrogeologico, impossibilità di proporre all'attenzione del dibattito (da locale a nazionale) progetti reali per rivedere burocrazie, costo del lavoro, [...].
Le tematiche non si sprecano, in un'Italia che appare devastata e distrutta in molte delle sue fibre.
Sia ora, dunque, di inaugurare questa "pagina nuova".
Un premier partorito dalle "larghe intese" e da una legge elettorale indegna è stato sfiduciato e fatto deporre dal proprio Partito di maggioranza, dopo i consueti ringraziamenti per il "notevole lavoro svolto alla guida del Governo". Non molto tempo fa, in linea con le tendenze, erano sembrate notevolmente differenti le argomentazioni attribuibili all'operato del Governo oggi lasciato deperire "a comando":
"[...] Ho detto oggi a Letta che da Sindaco, da militante democratico ma soprattutto da cittadino spero che prevalga l'interesse del Paese. E continuo a fare il tifo per un Governo solido che faccia bene per le famiglie, per le imprese, per l'Italia. Tutto il resto lo lascio ai professionisti della chiacchiera. [...]"
(Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-10-01/renzi-garantisce-lealta-letta-173602.shtml?uuid=AbgeKnhI)
Oggi, in corrispondenza della "pagina nuova" da inaugurare, i citati "professionisti della chiacchiera" ritengono forse giusto ed opportuno interrogarsi sulla validità e sulla consistenza della (non?) proposta fatta.
Quello che era stato definito come un "Governo solido" si è trasformato in un Governo liquefatto, con la stessa velocità con la quale era stato (dopo intese 'discutibili') costruito.
Nonostante tutte le possibili (e giustificabili) opinioni, sembra essenziale concentrarsi su fatti reali per giustificare un'evidente urgenza ed un #cambiaverso così repentino (ma non inaspettato).
Quali sono le condizioni per inaugurare questa "pagina nuova"?
Basta davvero cambiare una sola persona per far svoltare in positivo un Paese?
A domande come queste sarebbe massimamente urgente rispondere, non solo votando (e facendo votare) un documento dall'assai dubbia validità (ma dalle elevatissime formalità e banalità): quali risorse serve davvero smobilitare per migliorare sia l'economia che la società?
Da dove si potranno prendere i fondi necessari a far crescere questo Paese?
Queste e moltissime altre domande importanti sarebbero da considerare, soprattutto alla luce del fatto che era (fino a poco tempo fa) lampante la mancanza di risorse con cui contribuire a raddrizzare la "zattera-Italia" sperduta in un oceano di "tagli necessari" e "spese pazze" da dover limare ad ogni costo.
I tentativi di rispondere a questioni simili erano stati chiari sin da quando, non troppo tempo fa, si era proposto di provare ad analizzare le potenziali "spending review" funzionali al reperimento delle risorse necessarie per ottenere la crescita e la salvezza dell'Italia dal default social-economico-finanziario: piano Giarda, piano Giavazzi, piano Bondi, proposte dei "saggi", piano Cottarelli.
Ad ogni piano è stato fatto corrispondere un "superesperto" o "supercommissario" addetto all'inquadramento di possibili "voci di spesa" da tagliare: senza alcun esito utile, se è stato realmente necessario imprimere questa svolta per inaugurare la "pagina nuova" tanto desiderata.
Basta cambiare una persona sola per salvare l'Italia dal non-lontano default?
Basta cambiare una persona sola per limare e ridiscutere la soglia del 3% del deficit, pensata secondo teorie economiche da alcuni definite improvvisate?
Basta cambiare una sola persona per trovare le risorse necessarie per ottemperare agli accordi annuali presi con l'Europa e che hanno (fino ad oggi) scongiurato il commissariamento effettivo da parte dell'ormai mitologica Troika (quello ufficioso sembra essere già in corso da tempo)?
Basta cambiare una sola persona per reperire i miliardi di Euro necessari a riequilibrare le sorti del Paese sotto i "profili" del dissesto idrogeologico e della problematica sismica?
Basta cambiare una persona sola per trovare le "giuste leve" con cui stimolare un abbassamento del costo del lavoro ed un aumento della qualità della vita?
In altre parole, pertanto: è davvero sufficiente cambiare una sola persona per cambiare verso al Paese?
Se a problemi tragici e (all'apparenza?) tragicamente complessi esistono soluzioni facili e (all'apparenza?) tremendamente semplici, dovrebbe essere opinione diffusa l'aver perso in questi anni troppo tempo utile.
Non servivano manovre "lacrime e sangue", non serviva approvare la "riforma Fornero" così in fretta da generare la questione degli esodati, non serviva limare il numero di posti-letto negli ospedali per effettuare tagli alla spesa pubblica, non servivano "supercommissari" di dubbia provenienza.
Non sarebbe servito fare nulla di tutto questo, se la soluzione fosse stata sin da subito così tremendamente vicina e raggiungibile. Basta davvero cambiarne uno solo?
Nel caos di intenti odierno, le impressioni spacciabili come risposte a queste domande sembrano definire ben altri contorni: l'aver forse corso troppo, per fini che ancora non sembrano essere molto chiari.
La politica del #cambiaverso, oggi forse definitivamente inaugurata, sembra aver delineato un percorso forzato e fatto di una legislatura "costituente" da mandare avanti attraverso delle "larghe intese" ristrette dopo un lavaggio sbagliato. Qualsiasi giudizio dovrebbe essere subordinato alla valutazione di un attento piano economico-finanziario, necessario a comprendere gli interventi che sia possibile e realistico fare.
Qualunque intervento dovrebbe essere fatto svincolandosi il più possibile, anche se praticamente impossibile, dall'adorazione di volti e dal fanatismo più sfrenato.
Quanto al (probabile) futuro Premier, invece, sembra risuonare adatta una massima proveniente da una famosa canzone dell'italiano Caparezza:
"[...] mi contraddico/ facilmente/ ma lo faccio così spesso/ che questo fa di me una persona coerente/ ed ho tanto da dire/ perché ho poco da fare [...]"
Non è forse il massimo per inaugurare una "legislatura costituente" ed una "pagina nuova", si sa.
Sempre ammesso che il proponente non abbia una bacchetta magica con la quale poter risolvere ogni possibile problema.
Per saperne di più:
"Coerenzi", http://www.ciwati.it/2014/02/12/coerenzi/



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