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Franca Rame e Petra Krause

Creato il 05 settembre 2011 da Malacarne_nonconunlamento

FRANCA RAME E PETRA KRAUSE

“Sono saccente eh? E la donna saccente rompe i colions! Meglio la cretinotta con la risata erotica..” Franca Rame

Segnali di fumo a cura di Dale Zaccaria

Dario Fo’ e Franca Rame negl’anni 70′ si inseriscono perfettamente in quel clima ad “alta tensione politico, culturale” del panorama italiano. In un brano del libro di Giorgio Di Vita da cui stiamo ultimando (liberamente) la drammaturgia di Malacarne  viene ricordata Bologna con la presenza di Dario Fo’, e in un capitolo specifico dal titolo “Petra” , Petra Krause per la cui battaglia lotterà la stessa Franca Rame. Sembrano anni lontani, possiamo sembrare addirittura anacronistici e in fatto storico sicuramente lo siamo andando indietro nel tempo. Eppure trasmissioni di Radio Aut che in seguito posteremo sono di un’ attualità sconvolgente, lo stesso brano teatrale che propongo della Rame da “Tutta casa letto e chiesa” ha chiari riferimenti al ruolo della donna nella nostra società attuale. Rovistando tra memoria e riviste, ricostruendo e seguendo quel tempo e quel clima storico-sociale poi non molto è cambiato, o forse se proprio vogliamo dirla tutta, la società italiana ha peggiorato per certi aspetti inerenti soprattutto le libertà personali e di stampa. Prendendo la parola “segnali di fumo” da Western a Mafiopoli di Onda Pazza condotta da Peppino Impastato e Compagni lancerò di tanto in tanto nuvolette che vogliono essere un segnale per “il popolo dormiente” così un vecchio Messicano chiama noi Italiani, sperando che questo letargo prima o poi porti a un positivo risveglio. E forse con la vittoria al Referendum dello scorso Maggio, un risveglio in parte già c’è stato.

Franca Rame e Petra Krause

Petra Krause

“MERCOLEDÌ 24 Agosto 1977 : a Napoli, dopo otto giorni di sciopero della fame, e dopo due anni e mezzo di carcerazione preventiva e torture, Petra Krause lascia il carcere di Pozzuoli.”

a cura di Giorgio Di Vita

Agosto 1977. Sul quotidiano “La Repubblica” viene pubblicato un appello di Dario Fo e Franca Rame per l’estradizione di Petra Krause dalla Svizzera all’Italia. Alla notizia viene dato un rilievo speciale nella nostra rassegna stampa, così come a tutti gli atti della coppia in favore di Petra.

Arrestata e assoggettata a carcerazione preventiva due anni prima a Zurigo, continuava ad essere rinchiusa nelle carceri svizzere in condizioni disumane con l’accusa di presunta partecipazione a episodi di terrorismo, nonostante le richieste di estradizione del nostro Paese; richieste giustificate dal fatto che Petra era cittadina italiana, per avere sposato un italiano impegnato politicamente anche lui. Richieste inascoltate per inefficienza del nostro apparato giudiziario e, soprattutto, per accordi segreti intercorsi tra i servizi dell’antiterrorismo italiano, elvetico e tedesco. Accordi che prevedevano scambi di prigionieri al di fuori di procedure regolate dalla magistratura e dalla diplomazia internazionale.

Petra aveva trascorso il primo di quei due anni in totale isolamento e, solo all’inizio di agosto, le autorità svizzere si erano decise a espellerla in un paese di sua scelta. La ragazza aveva scelto l’Italia, ma l’automobile che la trasportava all’aeroporto era stata bloccata e fatta tornare indietro. Qualche giorno dopo dalla Germania giunge una richiesta di estradizione, ma il sospetto è che si tratti di un documento in qualche modo fasullo, redatto solo per impedire il suo arrivo nel nostro Paese.

Dei tanti atti della coppia Fo Rame a favore di Petra Krause, ricordo la lettera accorata di Franca Rame all’allora presidente della Repubblica Giovanni Leone. Franca era lì, il 15 Agosto, all’aeroporto di Fiumicino ad aspettare Petra con una decina di persone, e aveva visto affluire sulla pista le macchine della polizia, i poliziotti con i cani e alti papaveri dell’esercito. Aveva descritto al presidente quelle manovre come un’enorme messa in scena per ribadire agli occhi dell’opinione pubblica la pericolosità della prigioniera. Un prologo grottesco a quanto sarebbe accaduto nelle ore successive. Franca si lasciava andare a una considerazione: se quell’apparato fosse stato rivolto alla sorveglianza di Kappler, aguzzino di ebrei, fuggito pochi giorni prima dall’ospedale militare del Celio a Roma in circostanze rocambolesche, l’Italia non dovrebbe essere costretta a subire lo sghignazzo internazionale, così forte da doversi turare le orecchie.

Ma chi è Petra Krause, il cui caso esplode in quelle giornate agostane? La

pubblicità che la stampa fa intorno al suo caso ci fa conoscere la sua esperienza di bambina ebrea internata in un lager nazista e il suo impegno politico non violento che l’aveva fatta entrare in contatto con i principali movimenti antifascisti, contro le involuzioni reazionarie europee ed extraeuropee di quegli anni Settanta, ma soprattutto del governo tedesco. Ci fa conoscere il suo impegno di solidarietà a favore di esiliati spagnoli, greci e di tutti i paesi dittatoriali.

Finalmente Petra viene estradata e finisce a Napoli, dove i magistrati le negano la libertà ritenendola socialmente pericolosa.

Dovremo aspettare la fine di agosto per avere la notizia della sua liberazione dal carcere di Pozzuoli e della sua messa in libertà provvisoria per gravi condizioni di salute. Verrà assolta nel novembre del 1978, più di un anno dopo, per insufficienza di prove.

La donna non è un flipper infili una moneta e ci gioci

di Franca Rame fonte testo www.francarame.it

No, no, per favore… per favore… stai fermo… non così, non mi fai respirare. Aspetta… Sì che mi piace far l’amore, ma vorrei… ecco, un po’ più di, come dire? Mi strizzi dappertutto! Tirati su… Piantala! Mi bausci tutta la faccia… No! Nell’orecchio no! Sì, mi piace, ma mi pari un frullatore con quella lingua lì! Ma quante mani hai?! Fammi respirare. Mamma mia, come pesi… Cos’hai mangiato oggi?!… Tirati su, ho detto! (Si tira su lentamente come se si liberasse dal peso del corpo dell’uomo, ponendosi a sedere di fronte al pubblico) Oh, finalmente! Sono tutta sudata! Ti sembra il modo di fare all’amore?… Sì, mi piace, mi piace fare l’amore, ma vorrei farlo anche con un po’ di sentimento… Ma che c’entra il sentimentalismo? Ecco, lo sapevo che saltavi fuori a dire che sono stronza romantica e fumettara!… Ma certo che mi va di fare l’amore, ma lo vuoi capire che non sono un flipper, che basta metterci dentro le 100 lire si accendono tutte le lampadine e tun trin toch toch… den den den… din!, e lo puoi sbattere come ti pare! Non sono un flipper! A me se mi sbatti, vado in tilt! Possibile che se una di noi non si mette subito in posizione comoda, su la sottana e giù le mutande, gambe divaricate e ben distese, è subito una stronza complessata, con le pruderie dell’onore e del pudore inculcate da una educazione reazionaria imperialista capitalistica massonica conformista astroungarica cattolica repressa?… Sono saccente eh? E la donna saccente rompe i colions! Meglio la cretinotta con la risata erotica… (Ride basso, erotico sgangherato) Va’ via… Lasciami perdere… (Canterella nervosa, poi lancia un piccolo grido) Cosa mi tocchi?… Lo sai che non voglio… (Arrendevole) No, non sono offesa… E va bene, facciamolo, questo amore! (Si ridistende di profilo al pubblico; dal cambio di tono, s’intuisce che ha ripreso il rapporto sessuale) Pensare che quando vuoi, sai essere così dolce… quasi umano! Proprio un compagno! (Diventa languida, parla con voce trasognata) Con te mi riesce di parlare di cose che normalmente non riesco neanche a dire… cose perfino intelligenti. Ecco, tu mi fai sentire intelligente! Con te mi realizzo… E poi tu non vieni con me solo perché ti piace come faccio all’amore… ma anche dopo, resti con me… e io parlo e tu mi ascolti… (Sempre più languida) Tu parli e io ti ascolto… parli, parli e io… (languidissima) e io… (Si capisce che sta per raggiungere il cosiddetto “orgasmo”… ovviamente solo dal tono di voce!!) E io… e io… (Cambia completamente tono. Di colpo è realista e terrorizzata) Resto incinta!! (Implorante) Fermati… fermati… (Perentoria) Fermati!! Ti hanno caricato con la chiavetta? (L’uomo s’è finalmente bloccato). Devo dirti una cosa importante… Non ho preso la pillola… No, non la prendo più… mi fa male, mi fa venire due seni che sembrano le cupole di San Pietro. Sì, va bene, continuiamo… ma ti prego, fai attenzione… Non ti dimenticare cos’è successo quella volta là… come sono stata male! (Cambia tono) Sì, lo so, anche tu sei stato male, ma io di più se non ti spiace! Sì, continuiamo, ma stai attento… (Hanno ripreso a fare l’amore. La ragazza resta qualche secondo immobile in silenzio ad occhi spalancati poi nervosamente batte il piede per terra. Guarda il suo immaginario partner e gli bisbiglia con voce piena d ’apprensione) Stai attento! (Si estrania ancora, poi gli ripete con altro tono di voce) Stai attento!!! (Seccata) No, non riesco! Non riesco! Questo fatto dell’incintamento m’ha ghiacciato il sangue nelle vene!!… Il diaframma? Sì, lo uso, ma tu non mi avevi detto che oggi… e poi quel coso di gomma nella pancia non mi piace… mi fa impressione… mi pare di avere dentro un chewing gum… (S’intuisce che l’uomo si è staccato dalla donna. Lei ritorna a sedere, dispiaciuta, di fronte al pubblico) Ti sei spoetizzato? Beh, mi dispiace! Però è perlomeno buffo: io non voglio restare incinta e lui si spoetizza! (Via via, con più rabbia) E tu saresti un compagno? Sai che compagno sei tu? Sei un compagno del cazzo. O yes! È con quello, che ragioni. È lui, il tuo compagno! È lui che è rimasto cattolico imperialista plutocrate massonico represso. Se lo guardi bene ha in testa la papalina da cardinale… con i gradi da generale, e il fiocco da fascista!! Sì, fascista!! (Indignata) Villano! (Le viene da piangere) Una cosa così, a me, non la dovevi dire… (Piange) Dirmi che ragiono con l’utero… Certo che piango, mi hai offesa, mi hai! (Si distende come se l’uomo l’avesse spinta con forza) Ma come, io piango e tu ti ecciti?! Ma, ma… sì, sì… facciamo all’amore… (Piena d’amore) Anch’io, anch’io ti voglio bene… la colpa non è tua… la colpa è della società… dell’egoismo… (diventa via via più languida) dell’imperialismo… delle multinazionali… dell’energia nucleare. Fermati! Ma perché la parola “energia nucleare” ti eccita tanto! (Cambia tono) Fermati… fermati!! (Si lascia andare come senza vita. Senza tono, con voce piatta) Non ti sei fermato! (Disperata) Sono incinta! (Lo spinge via) Sono incinta… (Gridando) Sono incinta!!! (Cambio di luce: da tenue a violenta. La ragazza si mette a sedere girata dalla parte opposta rispetto al luogo dove stava il fidanzato. Ora è come se si trovasse in uno studio medico. La sua interlocutrice è una levatrice) Sì signora, sono incinta… quasi tre mesi… Sì signora, ho fatto le analisi… Sì signora, mi stendo… (Si stende profilo al pubblico) La prego, faccia piano… Sì lo so che non fa male, che è solo una visita, ma sono nervosa… da noi non c’è questo tipo di educazione… Sì, ho già fatto un aborto, tempo fa… senza anestesia né parziale né totale, come dire “da sveglia”… È stato tremendo… un dolore! La cosa peggiore però è come mi trattavano… come fossi una puttana! E non potevo nemmeno gridare: “Taci, – mi dicevano, – hai sbagliato, paga!!” (Cambia tono. Fa cenno con le dita, che intende di aver pagato oltre che col dolore anche col denaro) E ho pagato! Adesso il mio aborto (si rimette a sedere) lo voglio fare bene… non voglio sentire male, anestesia totale! Mi voglio fare una dormita! Non voglio sentire niente di niente… non voglio sapere niente… nemmeno il giorno che mi fate l’aborto… voi mi addormentate una settimana prima, poi con calma, quando avete tempo… (Cambia tono. Seria) Un milione? Un milione?! Sono aumentati i prezzi eh!?… Sì, sì, mi rendo conto: l’anestesista, il rischio… (Cambia tono) Un milione?!… Lo so, signora, che c’è la Legge! È proprio dalla 194 che vengo… Non le dico come sono impazzita per trovare un medico che mi facesse il certificato d’aborto, l’ospedale che mi mettesse in lista… Finalmente mi mandano a chiamare, entro: obiettavano tutti! Un solo medico faceva aborti… stanco morto… tutti gli altri obiettavano. Obiettavano le infermiere, quelli delle analisi, il cuoco… che obiettore il cuoco! Roba che se non ci fossero state quelle ragazze che occupavano il reparto, saremmo morte di fame. Poi è arrivata la polizia, ha caricato le ragazze, le ha sbattute fuori. Io mi sono spaventata e mi sono detta: “Con questa Legge, va a finire che mio figlio mi nasce di ventiquattro anni… col militare già fatto, belle che disoccupato, pronto per emigrare in Germania! Vado a farlo clandestino…” (Cambia tono) Un milione! Adesso capisco perché obiettano i ginecologi… chiamali fessi! Un milione ad ogni obiezione e diventano miliardari sulla nostra pelle! Altro che cucchiai d’oro! (Si alza decisa) No, signora, non lo faccio… No, non è per i soldi, me li potrei far prestare… È che non accetto il ricatto… c’è una Legge, rispettatela! (Cambia tono. Riflessiva)… E poi, prima o poi, un figlio bisogna farlo… già che ci sono… me lo tengo… (Ha finalmente deciso) Mi realizzo… Sì, mi realizzo! (Esaltandosi, a squarciagola) Mi realizzo!!!


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