Oggi dedico un post ad una fotografa che porta il mio nome. Ovviamente non è l’elemento da prendere in considerazione ma voglio segnalarvela perchè ho intenzione di partecipare come amante della fotografia e dell’espressione femminile nell’arte.
La mostra è in corso a Milano al Palazzo della Ragione e finirà il 24 ottobre (quindi di tempo ancora ne avete se siete interessati).
Si sviluppa in 116 fotografie e cinque video che ripercorrono la breve vita di Francesca, interrottasi prematuramente all’età di 22 anni.
Io considero Francesca Woodman una fotografa da cui prendere ispirazione. A soli 13 anni con la sua prima macchina fotografica inizia a sperimentare scatti e autoscatti. Soggetto protagonista imperante nelle sue foto è proprio lei stessa.
Non si tratta di vanità, non a caso a chi l’accuserà di essere esibizionista, risponderà che “era l’unico soggetto sempre a disposizione per essere fotografato!” (quanto la capisco).
Scatta quasi sempre in luoghi decadenti, casalinghi e vintage. Verrà definita una artista all’avanguardia poichè ha portato l’autoritratto a livelli concettuali di intensa attività.
Ovviamente, l’uso del bianco e nero l’ha aiutata moltissimo nello sviluppo dei concetti fotografici.
L’elemento più affascinante delle foto di Francesca è il rapporto tra corpo, oggetto e soggetto che riesce a far carpire dagli scatti. Nei suoi autoscatti non vuole apparire ma riesce sempre ad amalgamarsi al contesto con quell’aurea malinconica.
Le forme del corpo assumono visioni caratteristiche, quasi immaginarie. Il volto viene spesso tagliato o inquadrato male. Simbolo psicologico di una mente che vuole scappare e non guardare in faccia alla realtà.
Francesca non viene apprezzata solo come fotografa ma anche come videomaker. Inoltre, sempre all’interno della mostra, verrà allestita l’installazione (espressione artistica che amo) intitolata Swan Song. Si tratta di 5 fotografie di grande formato che rappresentano un salto di qualità espressivo di questa artistiva visiva.
Devo ammettere che alcune foto fanno quasi impressione. Hanno un’aria spettrale, però in fondo è questo il fascino delle opere di Francesca Woodman. Impressionare con la realtà grazie all’uso della forma di comunicazione più bella in assoluto: la fotografia.
Unico rimpianto che abbiamo è la brutta scomparsa dovuta al suicidio. Francesca nel 1981 decide di morire gettandosi da un palazzo di New York. Le sue parole avrebbero fatto percepire la volontà di eliminarsi dalle scene artistiche in breve tempo
« Ho dei parametri e la mia vita a questo punto è paragonabile ai sedimenti di una vecchia tazza da caffè e vorrei piuttosto morire giovane, preservando ciò che è stato fatto, anziché cancellare confusamente tutte queste cose delicate »
Per informazioni relative alla mostra di Francesca Woodman vi mando al sito ufficiale: http://www.mostrawoodman.it/
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