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Francesco Colaci, Matteo Tafuri e la Guglia dell’Orsini

Creato il 06 settembre 2013 da Cultura Salentina

Francesco Colaci, Matteo Tafuri e la Guglia dell’Orsini

6 settembre 2013 di Redazione

di Luigi Panico

Francesco Colaci, Matteo Tafuri e la Guglia dell’Orsini

Una delle strutture architettoniche più belle e suntuose di Terra d’Otranto è sicuramente la Torre Campanaria della Parrocchiale di Soleto, meglio conosciuta come la Guglia dell’Orsini.

Costruita nel 1397, su commissione del Conte di Lecce e Principe di Taranto Raimondello Del Balzo Orsini, questa bellissima torre domina sull’abitato del piccolo centro Salentino con i suoi 40 e più metri di altezza; in puro stile Gotico, si innalza, con purezza di linee, dalla sua base quadrata di appena mt. 5,20 di lato su quattro piani finemente decorati, raggiungendo l’apoteosi della bellezza stilistica al quarto piano, quando la pianta della struttura da quadrata diventa ottagonale culminando poi con una cupola ovoidale a mattoni smaltati verdi e gialli.

Al terzo piano, ai quattro spigoli, sporgenti dalla cornice, altrettanti Grifoni, di magnifica fattura, vegliano dall’alto sull’abitato di Soleto.

A questo stupendo Campanile si accompagna la leggenda che lo vuole edificato, nello spazio di una sola notte, dagli Spiriti Infernali, chiamati all’opera da Messer Matteo Tafuri, cittadino Soletano dal carattere scontroso e stravagante, genio enciclopedico, letterato, matematico, medico, astronomo, astrologo, teologo, filosofo e studioso di magia e stregoneria.

Per questa sua genialità, molto più avanti dei tempi in cui viveva, veniva guardato con sospetto e distacco sai suoi concittadini che lo ritenevano in combutta con i demoni. Sempre secondo la leggenda, il Tafuri per punire la sua gente per l’isolamento a cui era stato relegato, scatenò le forze dell’Inferno, facendo costruire quel campanile quale monito della sua potenza.

Una notte scura e tempestosa, alla luce delle torce e dei fuochi fatui, streghe, demoni, e spiriti infernali dettero inizio alla costruzione della torre.

I lavori furono condotti con estrema alacrità, perchè prima dell’alba l’opera doveva essere portata a termine, pena la pietrificazione.

Alle prime vaghe luci dell’alba il lavoro fu terminato, solo pochi particolari dovevano essere collocati. Tutti preoccupati per le possibili conseguenze abbandonarono il luogo, esclusi quattro Grifoni, che impegnati a terminare la cornice del terzo piano furono condannati a rimanerci per l’eternità, uno di essi sperando di essere ancora in tempo per la salvezza si volse verso il sole nascente rimanendo pietrificato in quella posizione.

Questa leggenda dai contorni misteriosi quasi mitologici e tanto radicata sul territorio, che Soleto è ritenuto il paese delle Maciare e delle Macarie, cioè la Patria di Streghe, Maghi, e Fattucchere nonchè  luogo di Magie e Sortilegi.

Sicuramente affascinante ed interessante questa leggenda così come furono le opere e la vita di Matteo Tafuri, genio incompreso dai suoi conterranei e dalla Santa Inquisizione, ma niente a che fare con la Guglia dell’Orsini, costruita 95 anni prima della sua nascita;  essa fu realizzata, secondo gli studi di Luigi De Simone, dall’Architetto Surbino Francesco Colaci che per questa sua opera meritò, dal famoso viaggiatore Inglese Martin Briggs queste lusinghevoli parole “Niuno può essere discorde al decretato valore artistico della bellissima torre di Soleto, meritevole quant’altra mai di essere considerata monumento nazionale. Non è possibile paragonare questa costruzione con nessuno dei campanili Gotici Inglesi, così come non è possibile fare raffronti fra San Paolo e Westminster. Ma se la si paragona ai capolavori in marmo di Giotto o al famoso campanile di Verona, essa rimane sempre uno tra i due o tre più splendidi capolavori di tutta Italia. I dettagli sono perfetti come quelli del suo rivale di Firenze con la differenza che nel campanile di Soleto manca quella apparenza di rozzezza che si riscontra in quello Toscano”.

Francesco Colaci fu sicuramente alle dipendenze di Raimondello Orsini del Balzo e non è improbabile che abbia contribuito alla costruzione dell’altrettanto famosa Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria in Galatina, la cui prima pietra fu posta nel 1393 e dove non pochi motivi architettonici richiamano il campanile di Soleto.

Fonti:

C. De Giorgi : La provincia di Lecce, Bozzetti di viaggio.

A. De Masi : Surbo.

M. S. Briggs : Il Tallone d’Italia.


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