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Francesco Guccini - Dizionario delle cose perdute

Creato il 03 aprile 2013 da Drjekyllmisshyde
Francesco Guccini - Dizionario delle cose perduteMi aveva interessato la presentazione di questo libro, mentre giravo in libreria a caccia di qualcosa da leggere. Mi aveva interessato a tal punto che l'ho acquistato in eBook. Non ci ho nemmeno messo tanto a leggerlo. Si legge in un paio d'ore, non di più. Si tratta di un libro in cui Guccini ritrova tanti oggetti che ormai sono in disuso, sostituiti da moderne tecnologie o da innovazioni degli stessi, ma più comode. Usi e costumi di un tempo, che ora ormai sono cambiati, anche a causa della globalizzazione, oltre che della modernità.Una volta c'erano i cantastorie da piazza, che ragguagliavano i passanti sulle notizie d'Italia e del mondo, cantandole in rima, poi sostituiti da tv e radio.Una volta c'erano i postini, anche quelli improvvisati, che portavano lettere di qua e di là, spesso come favore ad un amico, solo perché si trovavano "su quella via". Ora sostituiti dalle e-mail e chat e quant'altro.Una volta c'era la maglia di lana, quella lana che pizzicava e pungeva ovunque. La maglia fatta a mano, che si portava per giorni e giorni.Una volta c'era il lattaio, nel suo negozio, dove ci si recava con le bottiglie di vetro e si pagava la quantità che si voleva. Ora ci sono i cartoni da latte e i supermercati. Una volta c'era il telefono, quei grossi apparecchi con la tastiera a disco rotante. Ora ci sono i cellulari e gli smartphones, che possono anche farti la barba e spedire i peli rasati a chi vuoi.Una volta c'era la naia, la leva militare, oggi non più obbligatoria.Una volta c'erano diversi tipi di giochi, di quelli che si creavano sul momento o si improvvisavano, mentre ora ci sono tutte le consolles e i giochi per pc che non stimolano per niente la creatività infantile.Una volta c'erano tante altre cose, ormai cadute in disuso, obsolete, di cui l'autore ci racconta nel suo libro con nostalgia e ironia.Il problema è che questo libro non mi è piaciuto. Tralasciando il fatto che, giustamente, vista la sua natura, non ha una trama, ma è uno di quei libri che leggi giusto così, per farti due risate magari e ricordare con un sorriso di rimpianto.Il punto è che, o ti ricordi di quegli oggetti, di quegli usi, persone, attività, o non provi le stesse emozioni che può provare una persona che ci è vissuto in quel tempo. In poche parole, devi esser vissuto in quei tempi, per poter apprezzare al meglio questo libro.Ecco qual è il problema. E' un libro indirizzato esclusivamente a queste persone, coloro che ci sono state all'epoca. Se no, non ti senti coinvolto, partecipe. Giustamente. Nonostante l'ottimo stile di Guccini, un lettore più giovane, che vuole anche conoscere tutte quelle cose che ormai sono andate perdute, non può capire o immaginare bene di cosa effettivamente si parla. Ho dovuto ricercare più volte su internet delucidazioni in merito a piccole componenti o nomi di oggetti o mestieri, perché non sono spiegate, né ci sono immagini che possano far capire meglio. Stessa cosa per l'ironia che usa Guccini: è un'ironia fine a se stessa, o a chi ha vissuto in quel tempo. Insomma, se un tempo usavi il costume di lana per andare a mare, prendevi treni a vapore, usavi le braghe corte e via, è un libro che fa per te. Se sei semplicemente un giovane curioso di conoscere com'era la vita di una sessantina di anni fa, potresti leggerlo, ma ti annoieresti un po'. 
Dr. Jekyll

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