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Francesco Guccini, Pavana (frazione di Sambuca Pistoiese) – Il fiume Limentra

Da Paolorossi

Siamo bastardi di confine, anche se “border people” suonerebbe (chissà perché) meglio; in provincia di Pistoia, anche se molto al di qua dello spartiacque, siamo circondati dalla provincia bolognese. Parliamo perciò in modo curioso.

Pavana

Pavana

[…] Il fiume è il fiume per eccellenza, per antonomasia […] Non nasce, è; sopra la Diga si chiama Bacino, più in su è territorio misterioso e inesplorato, come le sorgenti del Nilo. Dalla Diga in avanti è appunto il fiume. […] Il fiume ogni tanto si allarga, e forma il Pozóne; c’è quello del Pontaccio, che è il più classico, e quello della Centrale, che è il più largo e lungo, e il più fondo, si mormora di abissi inimmaginabili, forse anche cinque o sei metri, e che contiene anguille di dimensioni spropositate, e trote ingigantite e inferocite dalla vecchiaia, e sauri, e Nessie di Loch Ness, e bórde malefiche, così verdastro e chiuso com’è fra gli alti muraglioni di cimento armato e gli archi da tempio Maya della Centrale distrutta. Sul fondo ci sono anche i resti mortali della Centrale istessa, traversine di ferro arrugginite, blocchi di calcestruzzo, le macchine del Titanic, quantità pressoché illimitate di metalli preziosi che fanno sognare, noi miseri raccoglitori di superficie, e che, se recuperati e portati a vendere da Tiribitta, varrebbero fortune.

(Francesco Guccini, Cròniche epafàniche, Feltrinelli 1989)

 

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