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Francis Lombardi…1a puntata.

Creato il 15 giugno 2011 da Gianpaolotorres

 

Francis Lombardi…1a puntata.

 

Francis Lombardi

Medaglia d’argento al valor militare  durante la Grande Guerra,1915-18

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Il gruppo degli Aeromodellisti Vercellesi è legato alla storia recente più di qualsiasi altra associazione di categoria esistente in Italia. Esso si porta con sé il nome di una leggenda dell’aviazione italiana ed internazionale: Francis Lombardi, al quale i soci fondatori hanno reso omaggio intitolando il loro gruppo alla memoria di questo eroe cittadino.

Ma chi era Francis Lombardi? Nato a Genova, ma cresciuto a Vercelli, fu da subito appassionato di automobili prima, e di aeroplani in seguito. Dopo varie peripezie, il diciottenne Carlo Francesco (il suo vero nome) riuscì ad arruolarsi nel battaglione Aviatori; partito immediatamente per il fronte, ebbe subito il modo di stare perennemente in contatto con il mondo dell’aviazione tirando fuori e hangarando gli aerei che servivano per la guerra.

“Ma ero pur sempre soltanto “uomo di manovre” e sospiravo invano il trasferimento al corso di pilotaggio. Finché un bravo pilota, il migliore della squadriglia, il Tenente Franceschini, nota il mio sguardo desolato quando lo vedevo salire al posto di pilotaggio del suo Farman. Si accorse che ero sempre presente ad ogni decollo e che seguivo con gli occhi ogni volo fin che potevo”.

Ma per Francis arrivò l’ennesima delusione; passò dal fronte alla fureria, e per finire al magazzino del vestiario. Gli aerei erano sempre più lontani. Finché un giorno arrivò, del tutto inatteso, la chiamata per il corso di pilotaggio: il sogno si stava per avverare. Nell’ottobre del 1917 conseguì il tanto sospirato brevetto, il quale susseguì subito una chiamata per le zone di guerra, e gli ordini del suo capitano Mario Gordesco che comandava la 77° squadriglia. Iniziò così una carriera che esaltò le sue capacità di pilota e di combattente. La sua squadriglia era equipaggiata con i nuovi biplani SPAD VII, con motore Hispano-Suiza da 180 CV, che raggiungevano i 205 km/h contro i 150 dei Nieuport Ni.17.

Entusiasta di questa nuova macchina, Francis Lombardi effettuò il 1° volo su Trieste dopo la disfatta di Caporetto, alla quale seguirono numerosi successi che gli valsero l’undicesimo posto nella graduatoria degli assi della caccia italiani, con 8 aeroplani nemici abbattuti.

Finita la guerra, Lombardi tornò a Vercelli e con la collaborazione di Alessandro Del Piano, nel giro di pochi anni, resero operativo l’aeroporto di Vercelli, inaugurato da un volo “acrobatico” di Arturo Ferrarin e Marcello Prestinari.

Era l’11 novembre 1928; fu inaugurata una scuola di volo, alle quale aderirono numerosi partecipanti.

Ma è il 1930 quando Francis Lombardi balzò agli onori della cronaca di tutto il mondo; verso la fine degli anni ‘20 inizia quel periodo che viene riconosciuto come l’era dei grandi raids intercontinentali; quei voli che portavano grandi piloti a compiere grandi percorsi a bordo di piccoli aerei. Seguendo questi esempi, ad egli frullò in testa l’idea molto ardimentosa di collegare Roma alla capitale della nostra più lontana colonia, Mogadiscio.

Francis Lombardi…1a puntata.

L’apparecchio su cui avrebbe dovuto affrontare la sua avventura africana era un A.S.1 di proprietà del gruppo di turismo di Vercelli. La FIAT si era assunta il compito di preparare l’apparecchio costruendo, al posto destinato al passeggero, un grande serbatoio della capienza di 500 litri. Il mattino del 12 febbraio il velivolo si alzava in volo da Montecelio salutato con entusiasmo dai presenti. Le varie tappe furono un susseguirsi di curiosità e festeggiamenti per i popoli ospitanti, affiancati anche dai coloni italiani orgogliosi delle imprese del loro connazionale.

Grazie alla sua proverbiale cocciutaggine e determinazione, Francis Lombardi non perse mai la concentrazione e la mattina seguente alle soste era subito pronto per affrontare la successiva rotta. Tripoli, Tobruck, Massaua, Bender-Kassim: tutte tappe che affrontò con non poche difficoltà; finchè finalmente arrivò a sorvolare Mogadiscio, con un sentimento di stupore e agitazione in quanto vide la città e le sue vie deserte. Dopo aver percorso qualche miglio, in direzione dell’aeroporto, capì che tutta la popolazione era accalcata nel pressi della pista d’atterraggio per accogliere Lombardi.

L’aver effettuato la tratta Roma-Mogadiscio in sole 6 tappe lasciava già intravedere come le distanze fra un continente e l’altro, attraverso i mezzi dell’aviazione, potevano essere cancellate; le potenzialità dell’aereo cominciarono a mostrarsi in tutta la loro potenza. Con l’evento, l’importanza di Francis Lombardi e della stessa Vercelli crebbe esponenzialmente; a tal punto che arrivò al celebre pilota vercellese una proposta ancor più prestigiosa, e dai “piani alti” della FIAT. Con questa nuova impresa,il pilota avrebbe dovuto raggiungere una meta ancor più lontana, ed egli senza alcuna esitazione scelse Tokio, ben conscio dei rischi che quella distanza concerneva

Affiancato dal motorista Gino Capannini, Francis Lombardi partì per l’impresa incontrando da subito non poche difficoltà, dai problemi al velivolo ad avverse condizioni metereologiche. Attraversò  tutta la Russia, fino ad arrivare ad Osaka atterrando presso il campo militare di Tacikawa con non poca incredulità e attenzione da parte dei militari. Un’altra impresa fu portata a termine dal pioniere del volo vercellese.

Ma non bastava; gli balzò in mente un’impresa ancora più affascinante. Assieme a Mario Rosini e a Francesco Mazzotti, figlio di uno dei fondatori della celebre “Mille  Miglia”, idearono un volo attorno al periplo dell’Africa con un volo di gruppo. A bordo di tre A.S.2 partirono alla volta di Tripoli, dove li attendeva in Duca d’Aosta, poi Luxor, Capetown. Un’Africa ancora inesplorata e primitiva compariva sotto gli occhi estasiati dei tre aviatori. Terminando il periplo africano, i tre avventurosi si indirizzarono alla volta dell’Italia.

Dopo i favolosi raids del 1930, l’anno successivo fu dedicato in particolare all’attività didattica; per alcuni anni la scuola di volo vercellese fu seconda solo a Milano per il numero di piloti brevettati. Nacque così l’F.L.3, ideato da Francis e calcolato dagli ingegneri vercellesi Graneri e Mosso.

Francis Lombardi…1a puntata.

+Il monomotore fL3+

Appena realizzato l’aereo, Lombardi. costituì la ditta che doveva supportare la realizzazione e la commercializzazione. Sorse così l’A.V.I.A. (Anonima Vercellese Industrie Aeronautiche) affianco all’aeroporto. Si perfezionò pian piano una “moderna” catena di montaggio che in Italia – in campo aeronautico – fu tra le primissime, se non la prima; si riusciva quasi a costruire un aereo al giorno. Al 1° febbraio 1942 esistono 322 F.L.3 sparsi in tutta Italia, tra Magazzini, scuole di volo ed enti vari. La sola Lutwaffe ne impiega, in quel periodo, più di 250 esemplari. La ricerca da parte di F.L. e i suoi collaboratori non finì però con l’F.L.3, creando prototipi e nuove macchine volanti; spesso clandestinamente, all’insaputa di tutti. Nascono quindi gli esemplari di L.M.02, aliante da bombardamento, L.M.5 Avistar, velivolo biposto ideato dopo la guerra e tecnologicamente avanzato. Dell’L.M.7 si sono perse le tracce, in quanto fu prodotto in soli due esemplari; L.M.8 e L.M.10 rimasero solo progetti.

Nel frattempo gli F.L.3 sopravvissuti alla guerra costituirono la base della rinascita dell’aviazione generale in Italia.  Tutte le scuole di volo utilizzavano il piccolo monomotore di Lombardi; purtroppo, egli si rese conto che in Italia non c’era nessun interesse politico per il settore ed era utopico sperare che l’industria aeronautica leggera potesse avere un futuro dignitoso. L’AVIA cessava così la sua gloriosa attività, e con essa la storia di questi aerei rustici, efficienti ed economici, più apprezzati all’estero che in Italia.

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http://www.aeromodellistivercellesi.it/lastoria.html


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