Magazine Lifestyle

Franco Citti, morto il “ragazzo di vita” scoperto da Pasolini. Iniziò con “l’Accattone”, ma arrivò fino al “Padrino”

Creato il 14 gennaio 2016 da Trescic @loredanagenna
E’ morto ed io mi sono accorto che la parte migliore della mia vita se n’era andata e che cominciavo a morire con lui. Sono convinto che mi sta aspettando, che gli devo andare appresso. Per questo oramai dico a tutti che sono in viaggio verso il cielo, anzi verso il Paradiso, se esiste, perché uno come Pier Paolo, uno che è stato odiato come lui, solo per aver dato alla gente tanto amore, non può essere andato che lì. Voglio morire per essere il primo ragazzo di vita che va in Paradiso”. Scriveva così Franco Citti nella quarta di copertina della sua autobiografia, Vita di un ragazzo di vita (SugarCo edizioni), edita nel 1992. Citti è morto a 80 anni a Roma. E’ stato binomio inscindibile con Pasolini, fino a diventarne una sorta di immagine specchio del suo cinema. Il regista che l’aveva scoperto, e a suo modo lanciato, nel 1961, con Accattone. Dopo quei quadri bianchi con scritte nere e la citazione del Purgatorio di Dante, ecco scorgere Citti, il sottoproletario Vittorio, seduto ad uno sgangherato tavolino di un bar. Fu il trampolino di lancio di un “ragazzo di vita”, come si è fatto chiamare Citti sempre da tutti. Una carriera fittissima passata per decine di film, tantissimi con Pasolini (Mamma Roma, Porcile, tutta “la trilogia della vita”), ma anche Fellini (Roma), Todo Modo con Elio Petri, i film del fratello Sergio come Casotto e Il Minestrone, La Luna con Bertolucci, ma anche film di genere di Ruggero Deodato e Stelvio Massi. Citti diventò star di borgata, caratterista di rango e protagonista ficcante, finendo perfino sul set dei primi Padrino di Francis Ford Coppola. Un film anche da regista, Cartoni Animati, ma nel 1997. Non perse mai quella spontaneità e dolcezza, come quella acuta sapienza popolare che Pasolini aveva scorto da talent scout quale era. “Poteva anche trovare qualcun altro, e forse sarebbe stato meglio per me, avrei seguitato a fare il muratore, il pittore. Certo, sono contento di aver fatto cinema con lui, mi ha dato la possibilità di stare meglio anche economicamente, però se tornassi indietro non so se lo rifarei il cinema”. The post Franco Citti, morto il “ragazzo di vita” scoperto da Pasolini. Iniziò con “l’Accattone”, ma arrivò fino al “Padrino” appeared first on Il Fatto Quotidiano.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog