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Frank Spotnitz al Roma Fiction Fest: ‘X Files, creato per spaventare’

Creato il 14 ottobre 2013 da Valentinaariete @valentinaariete
Frank Spotnitz, uno dei padri di “X-files” insieme a Chris Carter e Vince Gilligan, ha ritirato a Roma il premio Exellence Award del Roma Fiction Fest e ha colto l'occasione per parlare con il pubblico della sua creatura più famosa 
Frank Spotnitz al Roma Fiction Fest: ‘X Files, creato per spaventare’
L’ispirazione per i singoli episodi X-files veniva da qualunque cosa: giornali, riviste, documentari vecchi film… Una volta ho preso spunto da un libro di cucina! Però l’idea iniziale, quella che ha portato alla creazione della serie, è venuta dal fatto che a inizio anni ’90 non c’era nulla di spaventoso in televisione. Io e Chris Carter ci siamo guardati in faccia e abbiamo detto: dai, proviamo a spaventare la gente” con queste parole Frank Spotnitz, uno dei creatori di “X-files” insieme all’ideatore della serie Chris Carter, ha introdotto la sua Masterclass al Roma Fiction Fest, dove lo sceneggiatore ritirerà il premio Exellence Award, raccontando al pubblico come è nata la serie che ha visto gli agenti FBI Moulder (David Duchovny) e Scully (Gillian Anderson) lottare per 10 lunghi anni contro l’ignoto.  Vent’anni fa i fenomeni paranormali affrontati con scettica razionalità dall’agente Scully e con fede incrollabile da Mulder hanno cambiato per sempre la televisione: intorno ai misteri di “X-files” si è creata una vera e propria mitologia, un culto che milioni di spettatori ancora oggi ricordano con trepidazione. Negli anni ’90 tutti parlavano di “X-files”, ha ricordato Spotnizt: “Quando ho fatto X-files ero conscio di quello che prendevo dagli altri come ispirazione ed è incredibile che ora sia la mia serie ad essere diventata un punto di riferimento. Negli ultimi 20 anni la tv è cambiata moltissimo e X-files ha fatto parte di quel cambiamento: negli anni ’90 tutti parlavano della serie il giorno dopo la messa in onda della puntata. Siamo stati testimoni della grande passione che la tv ha cominciato a esercitare sul pubblico. La differenza è che allora c’eravamo solo noi con quel livello di seguito, oggi invece ci sono molti più prodotti di qualità che si dividono lo share”.   Nel corso dell’incontro, lo sceneggiatore ha spiegato cosa ha reso magica per lui questa serie: “Nella realtà sono uno scettico e la mia priorità non era raccontare dei fenomeni paranormali. La cosa che ho amato di più della serie è che ogni episodio dice qualcosa di più del singolo evento misterioso presentato. Abbiamo raccontato qualcosa sull’umanità che il pubblico ha percepito come vero e profondo. Quando scrivo c’è sempre qualcosa in cui credo profondamente che voglio raccontare: quando scrivo cerco sempre di mettere insieme cuore e ambizione e in questo caso ha funzionato molto bene”.  Per la gioia dei fan di “X-files”, Spotnitz ha rivelato che le avventure di Mulder e Scully dopo 9 stagioni e 2 film potrebbero non essere ancora concluse: “Chris Carter e io abbiamo da tempo una storia in mente per mostrare a che punto delle loro vite sono questi personaggi 2o anni dopo. Solo che abbiamo aspettato tanto perché dopo l’11 settembre il clima in America è cambiato: la paranoia è diventata reale, si è creato un senso di sfiducia generale che prima non c’era. Forse a tanti anni di distanza da quei fatti il pubblico potrebbe essere di nuovo pronto per questo tipo di storia”.  Interrogato poi sul suo rapporto con Vince Gilligan, uno degli sceneggiatori storici di “X-files” e ora creatore della premiata serie “Breaking Bad”, Spotnitz ha rivelato tutta la sua ammirazione per il collega: “Con Vince ci conosciamo da 20 anni e siamo amici. E’ da tanto che cerchiamo di lavorare di nuovo insieme: avrei dovuto anche dirigere un episodio della prima stagione di Breaking Bad ma poi non se n’è fatto nulla. Breaking Bad credo sia un capolavoro: è una delle più importanti opere dei nostri tempi. Ho visto il finale stamattina in albergo ed è straordinario”.  Come ultima battuta, lo sceneggiatore ha rivelato di aver ottenuto da pochi giorni la cittadinanza italiana: “Mia moglie è italo-americana ed era da tanto che volevo ottenere la cittadinanza. Il mio prossimo obiettivo è imparare la lingua. Negli ultimi 3 anni sarò venuto almeno una dozzina di volte in Italia e mi rendo conto, parlando con la gente, che siete pieni di problemi e preoccupazioni a causa della politica e della crisi economica: quando vi sentite depressi per questi motivi ricordatevi però che il resto del mondo ammira e ama la bellezza del vostro paese, che è uno dei più belli del mondo e in cui tutti noi che non ci siamo nati speriamo di venire prima o poi”. Pubblicato su TvZap

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