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Frankenstein senior: le membra dei partiti estinti

Creato il 19 febbraio 2012 da Albertocapece

Frankenstein senior: le membra dei partiti estintiLicia Satirico per il Simplicissimus

Mentre il governo tecnico di Mario Monti porta avanti i nostri sacrifici necessari, l’effervescente rimodulazione dei partiti politici italiani oscilla tra Max Weber e Mary Shelley: ferma restando l’attribuzione di potere dei loro esponenti all’interno di un gruppo sociale, non pare più che i militanti attivi possano perseguire fini oggettivi o vantaggi personali, anche per la scomparsa non simbolica dei militanti. Al di là degli attuali schieramenti e delle differenze nominali tra una formazione e l’altra, proviamo – con timore poco reverenziale – a esaminare queste singolari metamorfosi, che superano gli schieramenti ideologici in nome delle esigenze della modernità.

Il primo soggetto politico degno di nota è quello del Partito Estinto, gotico cadavere vivo che gode di ottima salute. L’estinzione può riguardare l’esistenza stessa del partito, che muore continuando a ricevere finanziamenti e rimborsi, o i suoi tesserati. Quest’ultimo fenomeno, chiaramente ispirato alle Anime morte di Gogol, è ancora più interessante: il finto tesseramento del Pdl ha coinvolto centinaia di ignari iscritti, non di rado defunti, e persino l’elenco completo di un’associazione di cacciatori del Veneto. Lo scandalo dei tesseramenti fantasma è stato sollevato dall’ectoplasmatico Frattini, preso dalla sublime preoccupazione di un congresso Pdl che lo veda seduto al fianco di mafiosi o affiliati alla camorra. Frattini soffre di evidenti fenomeni di rimozione: Dell’Utri e Cosentino sono tesserati reali, e un eventuale congresso del “partito degli onesti” voluto da Alfano li vedrebbe certamente in prima fila come martiri della giustizia. L’ex ministro degli esteri può però dormire sogni tranquilli: non solo il congresso Pdl non si farà, ma non si farà più nemmeno il Pdl. Pare che Silvio Berlusconi, già orientato nello scorso ottobre a fondare un partito pelvico, intenda smantellarlo del tutto: “nel 2013 si farà una cosa nuova”, dichiara. Nell’attesa delle politiche il partito delle libertà si presenterà poco weberianamente alle amministrative sotto forma di lista civica per essere sconfitto con calma, dignità e classe.

Altro soggetto politico à la page è il Partito Esoterico, che tra ampolle, cerchi magici, colori propiziatori, terre promesse, fondi tanzanici e parlamenti immaginari accorpa capi in disarmo, esponenti scomunicati, figli ittici e xenofobi d’accatto. Anche il Partito Esoterico è insofferente ai congressi, sospeso tra successioni dinastiche e tentazioni democratiche. I dissidenti scivolano inesorabili verso le liste civiche, in attesa di essere riammessi alla casa del padre o di capeggiare rivolte generazionali. Il Partito Esoterico va bene per tutte le stagioni: può essere riprogrammato come partito di governo o di opposizione in rapporto alle necessità del momento, e nemmeno i suoi dirigenti noteranno la differenza.

In calo di consensi è il Partito Mistico dei cattolici postsecolari, perso nella convergenza di un Grande Centro improvvisamente invaghito della Grande Destra liberista. Parlamentari chiesastici in cerca di rinnovamento, pidiellini lungimiranti, radicali liberi ed esponenti del Pd confluiscono invece verso il modello del Partito Unico, contendendosi Monti e i suoi ministri come candidati premier nel 2013. In questa linea di pensiero si inserisce l’intervista di Walter Veltroni a Repubblica di oggi, con l’esortazione a non lasciare Monti alla destra e a non fare dell’articolo 18 l’ennesimo tabù: “santuario del no” lo definisce Veltroni, con espressione invero più elegante del balneare “pallone ideologico” richiamato da Bersani. Le dichiarazioni di Veltroni suscitano l’entusiasmo di Sandro Bondi, sullo sfondo delle riforme istituzionali “condivise” in corso di elucubrazione da parte dell’asse Pd-Udc-Pdl.

L’evanescente bipolarismo italiano diventa monopolarismo sotto l’egida rassicurante del governo “tecnico”. L’eclissi delle forze politiche di opposizione non è riconducibile alla specie dei Partiti Estinti, ma alle stesse ragioni oscure che portarono milioni di anni fa alla scomparsa dei dinosauri, indeboliti e incapaci di adattarsi all’ambiente. Fa rabbia che l’insopportabile “tabù” dell’articolo 18 compatti felicemente insieme postfascisti, postcomunisti, postcattolici e liberisti in una balla ideologica degna di miglior causa. Si saranno anche estinti i partiti, ma non possiamo consentire che vengano estinti i diritti.


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