Magazine Attualità

Frigo e Fiamme: Farinata mon amour

Creato il 07 gennaio 2014 da Exnovomen

photo-3

Battaglia della Meloria, agosto 1284. Genova contro Pisa. Immaginatevi flotte che si fronteggiano, morti e arrembaggi. I genovesi trionferanno contro il nemico. La sorte volgerà dunque al meglio per la Repubblica ligure.

Ragazzi, non siamo su Focus né tantomeno su un documentario Discovery. È solo il nuovo pezzo di frigo e fiamme, il fantomatico tentativo di curiosare nella vicende culinarie. Come avrete intuito, oggi parliamo di farinata. Uno dei miei piatti preferiti.

La farinata o torta di ceci affonda le sue radici nelle scorribande commerciali dei fenici. Il popolo che per primo inventò l’alfabeto istituì empori commerciali in tutto il Mediterraneo, diventandone il leader indiscusso. Nikaia (l’odierna Nizza), Olbia, Cagliari e Nora sono solo alcuni degli insediamenti fondati. Cronache dell’epoca parlano di piatti maledettamente simili alla farinata contemporanea, “sformati di purea di legumi, cotti in forno”. Ingredienti semplici, tramandati successivamente ai marinai greci e – per osmosi – ai romani.  La torta salata si prepara quindi con farina di ceci, acqua, sale e olio extravergine d’oliva. Nulla di più semplice.

La storia, come sempre, non finisce qui. Una leggenda vuole che la farinata sia nata per caso nelle ore successive alla battaglia della Meloria. E qui si torna a bomba. Poche ore dopo il conflitto navale, le galee genovesi si apprestarono a rincasare quando improvvisamente vento e mare – per tacito accordo – diedero luogo ad una tempesta grandiosa. Nel caos più totale, si rovesciarono barili di olio e sacchi di ceci, inzuppandosi d’acqua salata. Il giorno seguente, perduto il carico di cibo tra le onde, i marinai si trovarono costretti a mangiare quella poltiglia di ceci che ristagnava sui ponti. A quel punto – per renderla quantomeno ammissibile – la lasciarono al sole in coppe da zuppa, aspettando i miracolosi effetti del calore.

nave-nella-tempesta

La ciurmaglia genovese, abbagliata dalla fame, decretò infine la bontà della creazione. Finchè, una volta a terra, la pubblicizzò per tutta Genova. Con le migliorie del caso, s’intenda. Il successo fu comunque strepitoso. Proprio quel giorno, la tradizione culinaria ebbe la sua farinata.

Paolo Fassino


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog