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Frigoriferi solidari: quando in Italia?

Da Chechimadrid

L’idea é molto semplice, ma come spesso avviene sono proprio le cose semplici a rivelarsi geniali e contagiose.
La storia dei frigoriferi solidari si propaga rapidamente: nasce a Berlino, si estende in vari paesi e da qualche settimana arriva anche in Spagna.
Precursore dell’iniziativa nel mio Paese adottivo è stato il comune di Galdakao (Paesi Baschi) che ha messo a disposizione dei più bisognosi un frigorifero in cui i cittadini lasciano gli alimenti che gli avanzano (e che altrimenti finirebbero nell’immondizia) e che restano a disposizione della gente bisognosa e senza risorse economiche.
frigorifero solidale
Non ci sono controlli, la solidarietà e l’empatia agiscono da sole: centinaia di kg di cibo nelle prime settimane dell’iniziativa.
L’idea è tanto ovvia come potente: se il cibo che i supermercati buttano via non stesse in contenitori ma in frigoriferi non solamente sarebbe più dignitoso per le persone bisognose, ma si eviterebbero realmente sprechi.
Ma cosa succede con gli avanzi di cibo dei singoli cittadini? La stessa cosa!
Ed ecco che per le strade compaiono questi grandi frigoriferi, in cui tutti (privati, bar, ristoranti, negozi) possono lasciare alimenti confezionati o cucinati. Nel secondo caso solo si richiede di attaccare un foglietto con la data di preparazione del piatto.
UN
E chi può prendere questi alimenti? Chiunque! Non solo famiglie bisognose ma anche passanti, poiché la finalità dell’iniziativa non è solo solidaria ma anche ecologica.
Una iniziativa stupenda, che spero arrivi presto a Madrid e, ovviamente, in Italia.

(Ricordo che le friggitorie e le pizzerie al trancio vicino la Stazione Termini di Roma la notte lasciano vassoi colmi di alimenti invenduti per terra, sui marciapiedi dove dormono i barboni. Quando vivevo a Roma mi sembrava una cosa molto umana e poetica, ma adesso mi rendo conto che sarebbe molto piu dignitoso mettere a disposizione questi cibi in spazi più igienici e puliti, sempre alla portata di tutti e gratuiti. Del resto solo agli animali si lascia il cibo sul pavimento. In questo momento in cui in Italia si parla tanto di nutrimento con l’Expo dovremmo fermarci a riflettere su come una iniziativa cosi semplice e discreta possa davvero essere una rivoluzione. Molto più che pagare 39 euro per andare a fare un giro tra i vari padiglioni dell’Expo e sentir parlare di nutrimento sostenibile, per poi tornare tranquillamente alle nostre vite agiate e sprecone).


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