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Frozen – God save Adam Green!

Creato il 06 ottobre 2010 da Soloparolesparse

Erano anni che un film non riusciva a farmi girare la testa di lato per un momento, sorpreso dalle immagini crude mostrate.
Ci è riuscito alla grande Frozen e direi che questo episodio mette senza ombra di dubbio Adam Green molto in alto nella classifica dei miei guru.

Frozen – God save Adam Green!

La storia di Frozen dovreste conoscerla perchè inseguo il film da diverso tempo.
Dan e Joe hanno l’abitudine di ritrovarsi per un week end montano a sciare per staccare la spina dal quotidiano.
Questa volta con loro c’è anche Parker, la nuova ragazza di Dan.
I tre decidono per un ultima salita in seggiovia e convincono l’omino a ritardare di un momento la chiusura dell’impianto.
Eventi contingenti fanno si che la seggiovia venga bloccata e loro rimangono lì appesi… guarda un po’ il caso la struttura resterà chiusa per una settimana.

L’intero film si svolge lassù, nel terrore di tre ragazzi che non sanno come scendere, non sanno come difendersi dal freddo, non sanno come chiedere aiuto.
E le cose non possono che andare di male in peggio.

Il lancio del film diceva che Frozen sarebbe stato per gli sciatori quello che Lo squalo è stato per i surfisti, e proprio il film di Spielberg viene tirato in ballo non appena i tre si accorgono di essere bloccati e provano a scherzare sulla propria situazione: un omaggio che è quasi una dichiarazione di intenti.
Il fatto è che questi intenti vengono centrati in pieno perchè Frozen è un film terrorizzante.

Frozen – God save Adam Green!

E sebbene Green ci abbia spiegato con Hatchet che lui è un maestro dello splatter, questo film è terrotizzante esattamente per il motivo opposto: per la veridicità degli eventi.
Tutto quello che capita al trio è così realistico da spaventare il sottoscritto (che per fortuna non scia) al punto da fargli girare la testa, compresi (anzi direi soprattutto) gli incidenti che gli occorrono.
Il terrore deriva dal fatto che vediamo orrori reali, assolutamente possibili e naturali.

E Green è bravo anche a muoversi dietro la macchina da presa.
Comincia con alcune inquadrature perpendicolari dall’alto e dal basso e prosegue con una serie incredibile di varietà diverse, se consideriamo che l’80% del film si svolge in circa un metro e settanta di spazio.
E profetici sono anche i dettagli degli ingranaggi che ci mostra in apertura.

Una nota di merito anche per Shawn Ashmore, Kevin Zegers e soprattutto per una sorprendente Emma Bell, capace di rendere il terrore, l’incapacità di reagire, l’impossibilità di agire.

Quindi che Dio salvi Adam Green e che la Mirakhan trovi spazio per far uscire in sala Frozen perchè è un film di genere coi controcazzi (e scusate se ho detto film di genere).


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