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Full contact (ovvero essere mamme ad alto contatto, ma come dico io)

Creato il 07 aprile 2015 da Phoebe1976 @phoebe1976

Full contact (ovvero essere mamme ad alto contatto, ma come dico io)

Ora va di moda essere mamme ad alto contatto, magari bio al 100% ed assolutamente dedite alla cura del politically corret. Evidentemente, essere mamme normali non basta più a nessuno, ci vuole di più. Siamo mamme, oltre all’utero c’è di più, insomma. Ma quanto esattamente di più?

Per coloro che non lo sapessero, o perché vengono da Marte o semplicemente perché non interessati al favoloso mondo della matriarcalità, una mamma ad alto contatto (e per esteso un padre, ma i genitori maschi valgono sempre un pochino meno, si sa) è un genitore che sceglie per la sua prole un metodo educativo che prevede uno stretto legame corporeo con il neonato e, più per esteso, una totale assoggettazione delle proprie necessità a quelle del pargolo.

Alcuni esempi tipici di quest’orientamento sono: portare il bambino in fascia, allattarlo al seno, condividere il sonno sono nello stesso letto. E anche trattare come pessime madri tutte coloro che non lo fanno e che la pensano anche solo una virgola diversamente da quello che ritengono per lo più una forma di religione.

Ora, il percorso che porta a diventare madre non è facile, ha poco a che fare col partorire e non è uguale per tutte. E’ un percorso insidioso, di mediazione col proprio essere e con le proprie esigenze e se per alcune può risultare facile o addirittura automatico, per altre proprio no. Io, ad esempio, sono sempre stata una individualista. Quando ho incontrato l’Amoremio per la prima volta mi sono resa conto di dovermi mediare: nella gestione del tempo, nelle cose da fare, nelle scelte. Non ero più sola, ma non ragionare solo per me non mi è venuto automatico.

Con Emma stessa cosa, e magari è stato lo stesso pure per lei vedendo come procede il suo caratterino. 
Ma essere mamma non è facile e spesso, specie all'inizio, si può cadere vittima dell'insicurezza e del marketing. Soprattutto del marketing, che vede nella maternità e nella tendenza dei genitori a non far mancare nulla alla propria prole una vera gallinella dalla uova d'oro in tempo di crisi.
Da qui due orientamenti contrapposti:
- Coloro che si buttano su metodi pedagocici (specialmente) d'oltreoceano come i vari Estivil e compagnia cantante. Professano una certa granitica severità, l'addormentamento da solo anche per il bimbo più recalcitrante e l'abolizione dei cd. vizi. così come li intendevano le nostre nonne: no in braccio, no ai capricci, si mangia con educazione e senza diventare una cloaca ambulante.
- Coloro che professano, appunto, la maternità ad alto contatto. Troviamo quindi l'allattamento al seno fino alla pre-pubertà, il co-sleeping. l'autosvezzamento, il portare i figli sempre con sé nella fascia e professare un ritorno alla vita naturale. Ah, spesso ritenere il proprio pediatra un deficiente.

Due orientamenti oppost ed in guerra, che tra l'altro si accusano a vicenda di tirar su generazioni di anaffettivi l'uno e bamboccioni l'altro. 
Una guerra vera, se non l'avete mai beccata su FB o in rete vi consiglio di recuperare perché di svalvolati ce ne sono da entrambe le parti, anche se le vere esaurite sono quelle che salgono in piedi sullo sgabello a trattare come madri snaturate coloro le quali la pensano diverse. E 99 volte su cento provengono dalla fazione delle mamme ad alto contatto.
Non allatti fino a tre anni? Tuo figlio prenderà un sacco di malattie e allergie.
Non usi la fascia? Vergognati! Tuo figlio sarà anaffettivo!
E via andando con mille paranoie che possono gettare le neomamme nel più nero dei pozzi. Farò bene? Farò male?

A me non piace chi giudica, ma ancora di meno piace chi cerca di imporre a tutti i costi un modello professandone la santità e la perfetta riuscita nell'educazione della propria progenie. Non tutte noi mamme siamo uguali, così come non sono uguali i figli e, secondo il mio parere che non conta nulla, ognuno deve agire un po' come meglio crede, navigandoa vista e sperando che vada tutto bene.

Io mi ritengo una mamma ad alto contatto, ma come dico io.
Ho allattato mia figlia al seno, ma a dieci mesi lei ha espresso tutto il suo dissenso a tale pratica facendo nono col dito, decretando la sua preferenza per i biscotti.
La fascia? C'ho provato, ma Emma non ne voleva sapere manco per scherzo e ha sempre preferito stare stravaccata sul passeggino.Cosa che tutt'ora preferisce anche al camminare, a dire il vero. E perfino all'andare sui giochi al parco, a dirla tutta.
Emma dorme nel suo lettino in camera sua, ma se la notte si sveglia e non si riesce ad addormentare non la faccio piangere, ma la porto a dormire con noi. 
Lavoro otto ore al giorno, se va bene, non ho usato un giorno di congedo parentale ed il tempo che ho a disposizione non è molto durante la settimana. Preferisco però passare cinque minuti con Emma la mattina a giocare a nascondino piuttosto che truccarmi, così come non c'è cosa più bella che rotolarmi con lei sul tappeto e dare da mangiare immaginarie cibarie ai suoi animaletti. E se ci sono i panni da stendere ed il frigoriferio a rischio biologico pazienza.
Non perdo occasione per baciarla, coccolarla, stringerla e farla ridere.
La vizio? facile. Le compro vagonate di libricini che lei adora sopra ogni cosa e si porta ovunque.

Sono una pessima madre?
Farò crescere mia figlia insicura e fragile?
Oppure diventerà una figa di legno?
Sbaglio? Faccio bene?

Non lo so, ma cerco di fare sempre il meglio che posso per la mia gnocca, e se a qualcuno non sta bene pazienza.

Ma state attente a quando scendete dallo sgabello, eh..

 

 


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