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Funambolo

Da Bruno Corino @CorinoBruno

Funambolo
Joysamente intreccia verba
che penelopelmente disfa
o smarrisce in dedali di/versi
e dimentica il nobile Teseo
le Naiadi, la lama del rasoio.
«Tu sei un funambolo»,
dicono con fil di voce linguesagge,
«e la tua vita è appesa a un filo
… di speranze»; forse,
ma niccianamente segue il filo
che conduce a sbrogliar la matassa,
fregandosene che la Statua è immobile
è stabile sul piedistallo delle linguesagge;
è il gioco forza delle apparenze
scambiar la metafora per reale,
il filo di vita per destino,
per ciò che si torce e si contorce,
per ciò che è insicuro,
per ciò che è lega doppiamente,
per erba, telefono, elettrico, elicoidale
di perle e di collane, per ciò che si spezza,
per il traguardo, per un enigma,
“far fare ciò che si vuole”,
per rischio, bandolo o matassa,
per tutto ciò che tira o sa d’amicizia.
Tu parli, linguasaggia, e non sai
che i tuoi verbi/pensieri
le tue immagini/allusive
sono creati da un funambolo
che si trastulla con una piccola clessidra…


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