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Funny Girl, di Nick Hornby (recensione)

Creato il 26 gennaio 2015 da Webmonster @mariomonfrecola

Nick è cresciuto

Il single in cerca di avventure, il tifoso appassionato ed il fanatico di musica hanno ceduto il posto a Barbara, una giovane e sensuale ragazza degli anni cinquanta che vive in un paesino vicino Londra.
Barbara detesta la piccola realtà dove è cresciuta e, a differenze delle sue coetanee, non aspira a lavorare nei grandi magazzini e sposare un gentiluomo – meglio se benestante.
Sogna la carriera cinematografica: con tutte le sue forze, vuole divenire un’attrice comica.

Attraverso gli occhi di Barbara, Nick ci porterà in un lungo viaggio, dagli anni sessanta fino ai giorni nostri tra serie TV, sit-com inglesi, i leggendari studi della BBC, attori, sceneggiatori, vita privata e (vana) gloria.

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Trama (troppo) rassicurante

La  storia è raccontata con uno stile pulito e lineare, un libro col bollino verde (da trasformare in un possibile film «per tutta la famiglia»?).

Leggere “Funny girl” equivale a percorrere una kilometrica autostrada dritta sprovvista di discese e salite, un percorso privo di intoppi, buche e curve pericolose.
Pagina dopo pagina, si macinano metri senza particolari sussulti emotivi (è un bene o un male?), un viaggio riposante indice di una trama rassicurante che guadagnerà la fiducia del lettore con delicatezza aggiungendo nuovi dettagli alla vita di Barbara, a volte pezzi di carriera oppure informazioni personali.

Gli uomini che ruotano intorno alla giovane star costituiscono un quadro esilarante, tra voglia di successo, la prima ed ingenua popolarità televisiva, desiderio di affrontare temi più delicati della semplice comicità e l’aspirazione ad infrangere i tabù di una società in via di emancipazione frenati dalla censura ottusa.

Giunti alla meta, il viaggio termina con un dolce finale privo dei fuochi d’artificio – in linea con l’intera storia.
Lettura consigliata a chi ama la pura evasione.

MMo



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