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FUORI CAMPO: intervista a Sonia Cucculelli

Creato il 26 febbraio 2013 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

Sonia Cucculelli è nata nel 1980 a Roma dove vive e lavora come illustratrice per la pubblicità e l’editoria. www.soniaqq.it

FUORI CAMPO: intervista a Sonia Cucculelli
Da dove vieni, dove sei e dove vai?
Io vengo proprio dall’illustrazione. Dopo la maturità ho deciso di iscrivermi all’Accademia di Illustrazione di Roma ed è stato lì che ho cominciato a scoprire questo mondo. In quel periodo ho sperimentato anche l’animazione che, a dire la verità, non avevo mai preso in considerazione, e me ne sono innamorata. Al momento ho un’altra cotta: l’incisione. Sono trigama. Oggi sto tentando di portare avanti queste cose. Domani non lo so.

Come hai iniziato a disegnare e come ti sei avvicinata al mondo dell’illustrazione?
Il fatto che io disegni credo dipenda dall’essere cresciuta in mezzo a gente che lo faceva, come mia madre, che ha sempre avuto questa passione, o una mia cugina che aveva il suo studio nel palazzo dove abitavo. Mi piaceva molto andarci, lo consideravo un posto abbastanza strano e super divertente. Usava mille colori, tutti accesi, e siccome era sordomuta la musica era tenuta sempre a un volume molto alto. Era un bombardamento visivo e sonoro. L’illustrazione invece l’ho scoperta molto tempo dopo, quando ho deciso che volevo fare questo mestiere.

FUORI CAMPO: intervista a Sonia Cucculelli
Qual è il tuo metodo di lavoro e come affronti un nuovo progetto?
Dipende molto dal progetto. Se è commissionato di solito inizio con la ricerca (iconografica, ma non solo) e dopo passo al disegno. La cosa più difficile per me è mediare con l’istinto. Tentare di seguirlo nonostante i paletti che mi vengono dati o – peggio – imparare a seguirlo quando ho carta bianca, senza perdermi dietro le mille possibilità che la curiosità e la smania mi suggeriscono. Se è un lavoro personale posso assecondare i desideri o le urgenze del momento, ma affinché il progetto funzioni devo comunque seguire alcune regole. Una dose di mediazione e insicurezza c’è sempre.

Ci sono artisti che hanno influenzato il tuo percorso di crescita?
Sì, tantissimi. Ai tempi dell’Accademia adoravo, ad esempio, Toccafondo, Mattotti, Zezelj, McKean. Certamente anche oggi, ma col tempo alcuni gusti sono cambiati. La cosa che continua ad essere fondamentale per la mia formazione è, comunque, lo scambio con i miei amici e colleghi. Da loro imparo (e rubo) moltissimo.

C’è una casa editrice, italiana o straniera, di cui apprezzi particolarmente il lavoro?
In Italia ci sono senz’altro case editrici che lavorano bene, ma in generale il livello non è molto alto, si rischia poco. All’estero è la Francia uno dei paesi a produrre le cose più belle. In particolare, sono innamorata di una minuscola casa editrice di Lille, Ritagada, fondata una decina di anni fa con i finanziamenti statali da una ragazza di 24 anni, bravissima illustratrice. Ti viene in mente un caso simile in Italia?

FUORI CAMPO: intervista a Sonia Cucculelli
Il mercato dell’illustrazione parla italiano? Quali sono oggi le opportunità per un giovane illustratore?
Insomma, direi che parla più francese, inglese e tedesco. L’Italia è un paese contraddittorio e questo non è un momento particolarmente felice per l’illustrazione, come per la cultura in generale. Ma ci sono tanti artisti bravi in giro che riescono, nonostante tutto, a realizzare cose belle. Sia nell’illustrazione sia nell’animazione si registra un’inversione di tendenza. Stiamo imparando a usare meglio gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia digitale. Siamo più bravi a riconoscere i prodotti di qualità e siamo tornati ad apprezzare di più quelli che conservano un gusto artigianale. Speriamo bene.

Puoi consigliarci un libro?
Il prossimo che vorrei comprare, nonostante non sia una grande lettrice di graphic novel, è Arrugas di Paco Roca. Ho visto l’animazione ed è un capolavoro. È di quei pochi libri che desidero avere comunque, anche se già conosco la fine della storia.

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