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Fuori dal governo monti: per colpa di chi?

Creato il 07 dicembre 2012 da Alessandro @AleTrasforini

Considerare conclusa l'esperienza di Governo Monti, attribuendo interamente all'opera dello stesso l'ulteriore aggravamento della crisi economico-finanziaria attualmente in atto. Laddove non sono riusciti i comunisti, ha provveduto ad arrivare l'opera del Governo "tecnico": fuori dalla "maggioranza", dunque, in una legislatura che ormai sembra non avere più nulla da dire.  Il "partito" del popolo delle libertà ha rimproverato al Governo anche la mancata esecuzione di provvedimenti ritenuti fondamentali per arginare il momento di crisi: abuso delle intercettazioni e responsabilità civile dei magistrati. Serviva infatti una riforma della Giustizia modellata "ad hoc" per salvare l'opera del Governo, tagliando ovviamente l'argomento relativo alle "liste pulite" e alla non candidabilità dei condannati. Potrebbe essere anche questo uno dei motivi che hanno spinto questo "partito" liquefatto alla nuova posizione di "astensione", al fine di evitare lo sfascio.  Evitare lo sfascio dello Stato e, di pari passo, arginare lo sfacelo di uno schieramento "ad personam", ormai destinato ad autodistruggersi: è per questo che, forse, l'uomo del (fu) miracolo ha deciso di rientrare in campo.  Non se ne è neppure mai andato, forse: la scelta di dimettersi fu, oltre un anno fa, imputabile ad una esclusiva scelta di "responsabilità".  Con quella scelta è arrivato un Governo che, cumulando sicuramente moltissimi errori, sembra abbia cercato di "tamponare" ed onorare i durissimi impegni sottoscritti dalla coppia B.-T., poco prima del crollo, in sede Europea: pareggio di bilancio su tutti, ovviamente.  Da quella scelta arrivarono manovre e provvedimenti che, disposti per emergenza e fretta, erano rivolti alla necessità di raggiungere la liquidità necessaria per onorare gli impegni che l'assoluta mancanza di credibilità aveva prodotto. Dopo un anno, dunque, sembra ritornato il momento per vedere all'opera l'uomo dell'incubo: con il suo ritorno, qualunque forma di democratica consultazione è stata abolita.  Non serviranno più le primarie, non servirà più raccogliere firme e candidature. Chi oggi si vanta di essere fuori dal Governo per scelta "responsabile" è, dunque, lo stesso che fino a poco tempo fa professava una serie di astronomiche fanfaronate: crisi inesistente, disoccupazione contenuta, debito pubblico sotto controllo, spread inutile, ottimismo sufficiente a combattere uno stato di malessere solo psicologico, sostenibilità dei conti pubblici assicurata, [...].  Questo elenco di assurdità dette e poi "applicate" ha contribuito a produrre, a conti fatti, un ulteriore aggravamento della crisi le cui congiunture erano comunque di "matrice" largamente sovra-nazionale. Alla fine di ogni conto, comunque, la morale sembra essere una sola: i più grandi "co-autori" dell'aggravamento italiano della crisi sono gli stessi che, oggi, hanno avuto la grande idea di chiamarsi fuori da qualunque forma di (ir)responsabilità. Se la campagna elettorale è iniziata, purtroppo, si spera che il messaggio 'vero' della questione non tarderà ad essere percepito: coloro che hanno aggravato la crisi sono oggi gli stessi che si (ri)propongono di risolverla.  Il Governo Monti, secondo questi stessi colpevoli, avrebbe prodotto numerosi errori attribuibili, ancora una volta, ai "comunisti" ed ai loro derivati: Pd, Fiom e Cgil. Sempre i soliti noti, ovviamente. Inutile spiegare del rimanente "contorno" che, per fortuna o purtroppo, non dovrebbe mai essere dimenticato in situazioni come queste:recessione galoppante, prodotto interno lordo in contrazione, disoccupazione crescente, disoccupazione giovanile su dati allarmanti (36% circa), crollo della produttività, calo dei consumi, debito pubblico in crescita costante (circa 2mila miliardi di Euro) e quant'altro di conosciuto.  A tutti questi problemi, quale nuova soluzione proporre? Qualunque risposta a questa domanda è (ri)affidata, nuovamente, al ritorno del satiro d'Italia: mister B., appunto.  Le responsabilità sono sempre altrui, non imputabili certamente ad altri fattori quali: "partito" ad-personam in liquefazione completa, crollo nei sondaggi e nel consenso (la credibilità dovrebbe essere stata perduta anni-luce fa, nds), necessità(/impossibilità?) di scrivere liste cosiddette "pulite" per le prossime elezioni, [...]. La risposta sarà, da oggi in poi, una sola: astensione.  La stessa risposta che, fino ad oggi, è stata data nei fatti (purtroppo sotto gli occhi di tutti) ai problemi dell'Italia.  La stessa risposta che, fino ad oggi, ha accompagnato i troppi "diktat" forniti da quello stesso satiro che, oggi, vuole ripresentarsi come uomo del (mai avvenuto) miracolo italiano.  Rimarrà, sullo sfondo ma non troppo, una forza che dovrà saper essere (ancora per una volta) all'altezza di fornire risposte adeguate ad evitare un ulteriore aggravamento della crisi su scala reale: molt(issim)i di questi destini sembrano essere "nelle corde" del centrosinistra e dei progressisti. Anti-partitismo a parte, ovviamente: larga parte del suo merito elettorale è infatti attribuibile senza alcun dubbio ai cumulati demeriti della classe politica di questi ultimi decenni.  Sperando che, ovviamente, non arrivi una legge elettorale appositamente studiata per favorire la realizzazione di un nuovo Governo "Tecnico".
FUORI DAL GOVERNO MONTI: PER COLPA DI CHI?

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