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Gabriele Dadati. “Piccolo testamento”, in uscita il 2 settembre per Laurana editore

Creato il 26 luglio 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

“Piccolo testamento”

Io guidavo e Vittorio stava seduto davanti, vicino a me. Divorava tutto con gli occhi, il suo sguardo attraeva a sé le facciate delle case, i pochi alberi, le persone. Rimaneva per lo più zitto. Solo a un certo punto ha detto di avere fame e poco dopo ha aggiunto, parlando a bassa voce senza staccare gli occhi dal finestrino, che doveva trovare il modo di dare un senso a quello che gli era successo. Un senso estetico, ha detto ancora.

Gabriele Dadati - Piccolo testamento

Gabriele Dadati - Piccolo testamento

IL LIBRO

Piccolo testamento è un romanzo che si svolge tutto nell’arco di una notte. Siamo a giugno e il caldo afoso impedisce al protagonista, un giovane di neanche trent’anni, di dormire: così si alza dal letto e inquieto inizia a girare per casa. Le stanze scarsamente arredate si popolano presto di ricordi e dalle ombre emerge quella di Vittorio, intellettuale cinquantenne, uomo amabile e rigoroso, morto il mese prima. È stato il maestro, quasi il padre adottivo, del nostro giovane. E nell’arco della lunga notte scopriamo le tappe della loro amicizia non comune e della malattia implacabile che ha strappato Vittorio alla vita.

La vicenda non racconta solo di un’iniziazione intellettuale rara nell’Italia dei nostri anni – un paese che ha smesso di insegnare ai suoi giovani il gusto per la bellezza e per il lavoro intellettuale –, ma anche la più generale necessità, per ognuno di noi, di avere un dialogo con chi riconosciamo essere “dei nostri”. È per questo che il giovane protagonista di Piccolo testamento finisce per percepirsi come fuori dalla vita: oltre alla morte di Vittorio, ha dovuto affrontare la separazione da Marta, la ragazza amata, e ora gli pare di parlare una lingua che è straniera a tutti.

Perché vale la pena di leggere Piccolo testamento? Perché ci racconta una privata storia italiana che ha un valore civile forte e facilmente distinguibile.
In seconda battuta perché si tratta di una prova di virtuosismo narrativo: una sola notte, un solo personaggio, un solo luogo. E tuttavia si voltano le pagine una dopo l’altra senza staccarsi neanche per un attimo dal libro.
Infine perché Gabriele Dadati è il felice possessore di una prosa tutta votata al minuzioso scavo psicologico, pur risultando piana e solida.

Gabriele Dadati (Piacenza, 1982) ha pubblicato Sorvegliato dai fantasmi (peQuod, 2006; Barbera, 2008), premio Dante Graziosi e finalista come Libro dell’anno per Fahrenheit di Radio 3 Rai, e Il libro nero del mondo (Gaffi, 2009). Nel 2009 ha rappresentato l’Italia nel progetto Scritturegiovani del Festival della Letteratura di Mantova. Lavora per Laurana Editore, collabora con Booksweb.tv e scrive sul quotidiano “Libertà”.

COME COMINCIA

Laurana Editore
È la prima volta che sogno Vittorio da quando non c’è più. In genere è raro che al risveglio ricordi i sogni, ancora più raro che abbiano a che fare con qualcuno che amo e se proprio succede non è mai uno dei miei morti. A parte questo s’è trattato di un sogno che non valeva niente, completamente privo di azioni: c’eravamo solo noi due, io seduto e Vittorio in piedi. Lui indossava un completo sportivo e la cravatta scura, io non so. Mi piacerebbe dire che aveva un’aria particolare, che nel suo sguardo c’era un grado di consapevolezza che non ho mai misurato nello sguardo di nessuno, ma non è così. Lo sguardo di Vittorio era consapevole quando era vivo, mentre nel mio sogno era solo sconsolato. In più non siamo riusciti a scambiare nemmeno una parola e anche questo non mi pare sia granché.

Gabriele Dadati – Piccolo testamento – Laurana editore – collana: rimmel (narrativa italiana) – pp. 128, euro 12.00

data di uscita: 2 settembre 2011


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