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Gabriele Marcello

Creato il 01 giugno 2012 da Oggialcinemanet @oggialcinema

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Pubblicato il 1 giugno 2012 con Nessun Commento

Televisione e teatro. Per ognuno di questi mezzi indichi pregi e difetti, in relazione alle sue specifiche peculiarità caratteriali e artistiche.
Come tutti i mezzi, entrambi hanno pregi e difetti.
La tv ha il pregio di regalare una grande visibilità e quindi notorietà. Ma spesso in Italia accade che la tv ti costringa in ruoli piuttosto stereotipati perché spesso chi scrive storie per la televisione vede “quell’attore” per “quel ruolo”. La televisione, inoltre, spesso non garantisce la “digestione” del film e quindi la sua “assimilazione”.
Parlando del teatro, direi che ha il difetto di essere diventato un po’ troppo di nicchia… ma ricordiamoci sempre che rappresenta il momento più alto del rapporto tra attore e pubblico. Anzi, rappresenta l’essenza stessa e la sintesi del rapporto che lega attore e pubblico.
In Italia, purtroppo, il teatro vive sulle campagne abbonamenti; all’estero invece ci sono spettacoli che stanno in cartellone anche per anni…chissà, magari anche in Italia un giorno sarà così.

Don Matteo, Distretto di Polizia, Crimini Bianchi…lavorare nel cast di fiction di successo cosa le ha offerto dal punto di vista professionale?
La possibilità di conoscere persone che poi sono diventate amiche… e l’opportunità di mettermi in relazione con attori importanti…per esempio in “Don Matteo” ho conosciuto Simona Marchini e Nino Frassica, attori bravissimi da cui ho imparato molto. Della fiction “Crimini bianchi” ricordo un grande trasporto emotivo, era uno dei miei primi progetti.

Ha scritto il libro ‘Ferzan Ozpetek- La leggerezza e la profondità’, in cui approfondisce il linguaggio espressivo di un regista molto apprezzato dalla critica e dal pubblico.
In quale film di Ozpetek le sarebbe piaciuto recitare e nei panni di quale personaggio?
Nessun attore e nessun film perché con Ferzan ho cercato di avere sempre l’occhio del critico e dell’osservatore “terzo” (anche se mi reputo un osservatore piuttosto “partecipe”). Quando Ozpetek scrive un ruolo ha già pensato all’attore che dovrebbe interpretarlo. Per i suoi ruoli, quindi, non esistono attori migliori di quelli che lui stesso ha scelto.

Visconti, De Sica, Fellini, Antonioni…con quale grande regista del passato condivide valori e concezione del cinema?
Luchino Visconti e Michelangelo Antonioni rappresentano la storia del cinema. Il loro cinema è oggetto di studio nel mondo.
Il mio sogno sarebbe stato recitare in film come “L’eclissi” o “La notte” di Antonioni.
Poi non mi è mai interessato giudicare che persone siano state quei registi nella vita reale. Per me vale solo l’immenso patrimonio cinematografico che ci hanno donato.

Dal suo curriculum emerge un cospicuo investimento nella formazione (Laurea in Lettere e Letterature Straniere, Laurea al DAMS, Master di specializzazione a Londra…). Prova mai un certo fastidio per chi arriva al mondo dello spettacolo senza averne le capacità e senza aver fatto la famosa gavetta?
L’Italia è un paese poco meritocratico e ammetto di aver provato a volte un po’ di invidia, soprattutto quando ero più giovane.
Oggi sono più centrato su me stesso e penso meno agli altri e più a me stesso. In fondo, da quando è nato il cinema ci sono persone “fuori posto” e non è il caso di starci troppo male.
Non vorrei però sembrare troppo bacchettone…Ci sono attori che non hanno fatto molta gavetta –tipo Luca Argentero- eppure sanno il fatto loro.
Ad ogni modo, la formazione è fondamentale soprattutto per se stessi.

Dalle sue esperienze internazionali di studio quale background ha acquisito in particolare?
Di recente mi è stato detto che ho un modo di recitare molto anglosassone e trattenuto. Del resto, nella mia formazione professionale ha avuto importanza l’esperienza in Inghilterra. Per me comunque quello è stato un complimento; amo Laurence Olivier e non credo di averlo mai visto “sbracare”. A Roma la recitazione particolarmente enfatica viene definita ”de panza e de core”…personalmente non mi è mai piaciuta.

Con l’esperienza ho anche assimilato la convinzione che il lavoro dell’attore sia un lavoro come un altro. Non bisogna mai buttarsi solo nel lavoro ed essere autoreferenziali… è un lavoro che, per essere alimentato, deve nutrirsi della vita vera della gente vera.

Da quale attore trae maggiore ispirazione e insegnamento?
Mi piace molto Robert John Downey ‘Jr. Peraltro dicono anche che io gli somigli un po’…Mi piace perché è un attore poco catalogabile e molto poliedrico.
Tra le attrici straniere, amo Marion Cotillard. Tra le attrici italiane, invece, segnalo Carolina Crescentini, sempre vera e perfetta nelle sue interpretazioni, e la sensualissima Giovanna Di Rauso, la celebre Donatella di “Romanzo Criminale”. Recitare con lei è un’emozione davvero trascinante, da pelle d’oca.

I film più belli che ha visto negli ultimi tempi?
Attualmente non ne ho visti molti…in passato ho amato molto “Lezioni di piano” di Jane Campion e anche “Bright Star” sempre della stessa regista. Tra i film più recenti, ritengo degno di nota “Shame”.

Al cinema. Soli o in compagnia?
Andare al cinema è un piacere continuo e immenso, come l’atto d’amore.
Andare da soli o in compagnia, poco importa. L’importante è godersi il puro godimento del cinema. E’ anche molto bello rivedere film che si sono visto da giovani: di recente, ho rivisto Titanic ed è stato molto emozionante…il cinema non ha età.

Progetti in cantiere?
Sono molto scaramantico per cui parlo poco dei programmi futuri. Per ora anticipo solo che sto scrivendo un progetto che coinvolgerà alcuni colleghi famosi… si tratta dell’adattamento teatrale di un romanzo.

Un ringraziamento a Katya Marletta Press Agent.

di Angela Laurino

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